Siria, 650 morti dopo attacco con gas nervino a Damasco. Assad nega


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Bashar al Assad

Si tratterebbe di una carneficina. Se le denunce dei ribelli fossero confermate, quella di oggi potrebbe essere l’ennesima giornata di lutto per la Siria. Secondo gli oppositori del regime di Assad sono 650 le vittime dell’attacco messo a segno dall’esercito governativo nell’intera regione di Damasco. Dalle denunce dei ribelli la carneficina sarebbe stata realizzata utilizzando armi chimiche. In particolare con l’utilizzo di gas nervino, bandito dalla comunità internazionale e ritenuto arma di distruzione di massa. Le vittime dell’attacco sarebbero in larga maggioranza civili e tra loro ci sarebbero anche donne e bambini.

A sostegno delle informazioni procurate dai ribelli, ci sono stati anche diversi video postati su Youtube. La Coalizione Nazionale ha poi affidato a Twitter la diffusione della notizia che parla di una carneficina in particolare nella regione del Goutha orientale. A far rimbalzare la notizia sono state le tv al Jazeera e al Arabiya che l’hanno diffuse in tutto il Medio Oriente. Secca la smentita del governo di Bashar al Assad che ha bollato come del tutto infondate le denunce circolate online ed ha accusato i network televisivi orientali di cospirare contro la Siria e di appoggiare i terroristi.

L’esercito siriano avrebbe utilizzato dei razzi contenenti il potente gas. Oltre al Goutha si contano vittime anche ad Ain Tarma, Zamalka e Jobar. Discordanti le versioni anche sul numero di vittime. Da un lato il coordinamento dell’opposizione locale ha parlato di 213 vittime mentre fonti dell’esercito siriano libero hanno denunciato 1188 morti. L’Osservatorio per i diritti umani in Siria ha richiesto ancora una volta l’intervento degli osservatori Onu per appurare la realtà di un massacro senza precedenti. Una eventuale conferma dell’utilizzo di armi di distruzione di massa potrebbe aprire un nuovo scenario nel paese e portare all’intervento anche di forze straniere.