Continua l’inchiesta per accertare la dinamica del tragico incidente sull’A16 Napoli-Canosa all’altezza di Monteforte Irpino in cui persero la vita 39 persone. La procura di Avellino ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati anche il conducente dell’autobus caduto nella scarpata facendo un volo di trenta metri. Un atto dovuto da parte dei magistrati coordinati dal procuratore capo Rosario Cantelmo che hanno la necessità di accertare possibili responsabilità da parte dell’autista. Già all’interno del fascicolo c’è comunque la richiesta dei magistrati per il non doversi procedere per morte dell’indagato.
Resta però una questione soprattutto morale che i legali dell’autista sperano di chiarire per riabilitare definitivamente la memoria del fratello del proprietario della ditta di trasporti. Ciò che è certo è il risultato dell’autopsia effettuata sul corpo di Ciro Lametta. La prima risultanza investigativa oggettiva non ha fornito alcun indizio agli investigatori. Secondo il medico legale che ha effettuato l’esame autoptico e quello tossicologico, il guidatore dell’autobus non aveva assunto nessuna sostanza alterante prima di mettersi alla guida del mezzo. Niente droga né alcol, all’interno del sangue della vittima.
Viene scartata così l’ipotesi di una sostanza che in qualche modo abbia potuto incidere su un eventuale errore commesso dal guidatore. Errore umano che però attualmente non può ancora essere escluso dalla procura che ha dovuto iscrivere per questo motivo anche l’autista nel registro degli indagati. Continuano comunque gli accertamenti anche sullo stato di sicurezza di quel tratto di autostrada. La procura sta analizzando i filmati dei lavori di messa in sicurezza effettuati nel 2009 e diffusi nei giorni scorsi. Tutte le piste restano sul tavolo degli investigatori.