
E’ stato definito il Pablo Escobar italiano. Riusciva ad organizzare trasporti di tremila chili di cocaina alla volta guadagnandosi il “titolo” di maggior importatore di polvere bianca in Italia. Era stato condannato a dodici anni per traffico internazionale di sostanze stupefacenti al soldo della ‘ndrangheta. La polizia colombiana ha stretto le manette ai polsi a Roberto Pannunzi, boss dell’ ‘ndrangheta latitante in sud America. Gli agenti specializzati nella lotta al narcotraffico l’hanno arrestato nella mattinata di ieri a Bogotà. L’annuncio da parte delle autorità colombiano è stato dato addirittura via Twitter a conferma del duro colpo inferto al narcotraffico internazionale.
Le autorità colombiane l’avevano classificato come il più pericoloso ricercato nel Paese. Secondo i database di mezzo mondo, il più importante narcotrafficante d’Europa. Un arresto senza precedenti dopo che Pannunzi era riuscito a fuggire per due volte dall’Italia. Successe nel 1999, quando sfruttando gli arresti ospedalieri presso una clinica romana, riuscì a darsi alla fuga. Stessa tecnica utilizzata nel 2010 quando si diede alla fuga dopo la condanna a dodici anni. Le autorità colombiane si sono affrettate ad espletare le pratiche per l’estradizione tanto che ieri sera il boss è stato trasportato in Italia e in tarda serata è atterrato all’aeroporto di Fiumicino dove è stato affidato agli uomini dell’Antimafia italiana.
Le indagini per la sua cattura sono state condotte insieme alla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri. Pannunzi, 67enne, aveva messo in piedi una nuova rotta del narcotraffico che partiva dalla Colombia ed arrivava direttamente in Italia, come sottolineato dagli esperti del narcotraffico colombiani. Al momento del suo arresto era in possesso di una carta d’identità del Venezuela a nome Silvano Martino. La polizia colombiana è riuscito ad arrestarlo all’interno di un centro commerciale a Bogotà.