La Corte Costituzionale ha rigettato il ricorso dei legali di Silvio Berlusconi sul legittimo impedimento richiesto nel corso del processo di primo grado per la vicenda dei diritti Mediaset. Il ricorso era stato presentato dagli avvocati Ghedini e Longo in seguito al rigetto da parte del tribunale di Milano della richiesta di rinvio per legittimo impedimento di un’udienza del processo per i diritti tv a cui l’allora premier Berlusconi non poteva partecipare per impegni istituzionali. Dopo il rigetto da parte del tribunale meneghino, i legali dell’allora premier si erano rivolti alla Consulta sollevando un conflitto d’attribuzione.
Anche la Corte Costituzionale però ha deciso di non ritenere legittimo il rinvio dell’udienza per le motivazione addotte dall’imputato. I legali di Berlusconi nel corso del processo avevano addirittura chiesto il blocco del processo in attesa di questa decisione della Consulta. Anche in questo caso il tribunale di Milano decise di continuare il procedimento. Dure le reazioni alla sentenza da parte dei dirigenti del Popolo delle Libertà. Il primo a parlare è stato Fabrizio Cicchitto che ha definito la sentenza della Consulta «una sentenza politica e per questo sbagliata a prescindere».
Il senatore Pdl ha inoltre aggiunto che «con questa sentenza di apre un vulnus tra la politica e la gestione di un certo tipo di magistratura che impone un’attenta riflessione». Già questa mattina si era espresso in maniera pessimistica Maurizio Gasparri che aveva dichiarato: «se vedessi i numeri, le appartenenze e gli orientamenti dovrei essere pessimista – per poi aggiungere – se Berlusconi dovesse essere condannato ed estromesso dalla vita pubblica dovremmo dimetterci in massa».