Ingroia lascia la procura di Aosta ma non si dimette da magistrato


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il magistrato Antonio Ingroia

E’ un addio a metà quello di Antonio Ingroia alla magistratura. L’ex procuratore aggiunto di Palermo ha deciso di non presentarsi domani a lavoro in procura ad Aosta dopo il periodo di ferie richiesto subito dopo l’assegnazione al nuovo incarico. Il magistrato, che sarebbe dovuto essere un semplice sostituto della procura periferica, ha deciso di non presentarsi facendo così decadere il suo incarico. Questo gesto in termini tecnici non rappresenta un vero e proprio addio alla toga ma un abbandono temporaneo. Per renderlo definitivo il magistrato avrebbe dovuto presentare le dimissioni dall’incarico, atto che non permette più tornare sui propri passi.

Con la decadenza dell’incarico, Ingroia entrerà in una fase di stand by che può durare un massimo di due anni entro i quali il magistrato potrà chiedere al Csm di riammetterlo alle funzioni di magistrato. Una scelta che di fatto sancisce un abbandono temporaneo della toga che potrebbe essere definitivo solo tra due anni, periodo durante il quale Ingroia potrà decidere del proprio futuro. Un futuro che potrebbe vederlo ancora impegnato in politica nonostante il fallimento dell’esperienza di “Rivoluzione Civile” che, per sua stessa ammissione, non ha più ragione di esistere.

Il giudice antimafia ha deciso comunque per adesso di non volerne più sapere della magistratura. «Lasciare la toga mi è costato molto, è stata una decisione sofferta e travagliata. Io mi sentivo la toga cucita addosso, e ho dedicato tuta la vita a quella attività – ha commentato amareggiato Ingroia che ha aggiunto – non potevo continuare a subire soprusi dal ceto politico attraverso il Csm e ho reagito». Ingroia ha inviato una lettera alla procura di Aosta, al Ministero della Giustizia e al Csm per spiegare le ragioni del suo abbandono.