Come scienziato, Antonio Giordano ha continuamente a che fare con la complessità. Per lui la realtà più complicata e imprevedibile è quella dell’essere umano. L’uomo – sostiene il nostro ospite – è uno degli animali più difficili da gestire.
Quanto alla ricerca, Antonio Giordano ci dimostra che è e deve essere un’attività incessante: lo scienziato parte da un pensiero creativo – l’idea – e su di esso elabora sperimentazioni da cui emergono diverse variabili. Queste ultime possono portare grandi sorprese o profonde frustrazioni. In entrambi i casi, non ci si deve mai fermare. Un successo rappresenta il punto da cui partire per raggiungere un nuovo obiettivo. Una sconfitta è un motivo per trarre insegnamento e non ripetere lo stesso errore.
Per concludere, Antonio Giordano dà un consiglio ai giovani: rischiare. E non smettere mai di sognare. Buona visione.
(Intervista a cura del nostro S-Buster Peppe Iannicelli)
Note:
Antonio Giordano è uno scienziato napoletano. Si laurea in medicina a Napoli nel 1986 e, dopo la specializzazione in Anatomia Patologica, si trasferisce negli Stati Uniti per il dottorato di ricerca. Qui diventa allievo del premio Nobel James Dewey Watson al Cold Spring Harbor Laboratory ed è il primo a scoprire il collegamento diretto tra la regolazione del ciclo cellulare e lo sviluppo del cancro.
Dal 2004 è Professore Ordinario nel settore scientifico-disciplinare di Anatomia Patologica del Dipartimento di Patologia Umana ed Oncologia dell’Università degli Studi di Siena.
Dal giugno 2006 promuove la Fondazione Onlus Human Health Foundation di Spoleto ed è Presidente del Comitato Scientifico del CROM (Centro Ricerche Oncologiche di Mercogliano).
Nominato ‘Ricercatore scientifico dell’anno 2012‘, è conosciuto come lo ‘scienziato anti-rifiuti’ per i suoi numerosi e preziosi studi oncologici sui tumori da inquinamento.