Una giovane prostituta e un anziano professore all’interno dell’abitacolo di una vettura, si concederanno l’uno all’altra senza mai guardarsi negli occhi, ad evitare giudizio e senso di pudore. Di questa concessione, rivelazione, profonda almeno nell’intento, ma non fisica, è imperniata la nuova pellicola di Abbas Kiarostami, uno dei registi più importanti nel panorama cinematografico mondiale, o il modello più alto, come lo ha definito Martin Scorsese.
In Qualcuno da amare però, la poesia e la potenza a cui il cineasta iraniano ci ha abituati non sembrano manifestarsi. Parliamo sempre di un cinema di autore che andrebbe compreso anche nelle sue divagazioni e diversificazioni, ma senza leggere un manuale delle istruzioni che mi spieghi tutte le scelte dell’autore, la mia opinione resta piuttosto quella. Qualcuno da amare è un film che procede lento, con una storia che vorrebbe scostare con delicatezza un lenzuolo e mostrare certi aspetti intimi solitamente nascosti, ma che finisce per ritrovarsi su un letto vuoto. Un film che solo il finale d’autore spinge alla riflessione durante il tragitto verso e dentro la macchina che ti riaccompagnerà a casa.
Qualcuno da amare racconta di una studentessa di sociologia che di notte fa la escort e del suo incontro con un professore di 80 anni, che però nei confronti della ragazza avanza più premure che pretese sessuali. Quando il ragazzo di lei, sospettoso perchè convinto che la ragazza gli nasconda qualcosa, li trova in macchina, viene convinta dai due che il professore in realtà è suo nonno.
Qualcuno da amare arriva nelle nostre sale mercoledì 24 aprile.
Il trailer lo trovate qui.