Papa Francesco mi piace. Un uomo che usa i mezzi pubblici per spostarsi merita rispetto a prescindere poiché sperimenta una condizione di normalità che molti potenti finiscono per dimenticare.
La mattina dopo l’elezione non ha usato la lussuosa macchina del Pontefice per andare a ritirare i bagagli nel suo ormai ex appartamento. E’ salito sul bus con tutti gli altri cardinali. E nella sua sede episcopale di Buenos Aires utilizzava abitualmente la metropolitana per i suoi appuntamenti pastorali.
E’ quello che fanno milioni di persone ogni giorno in tutto il mondo per andare al lavoro, recarsi a scuola, svolgere le proprie attività. Io utilizzo tantissimo i mezzi pubblici ( bus e treni) apprezzandone sia i pregi che i difetti. Ma vivo un’esperienza umana fondamentale per il mio stesso lavoro. Ascolto la gente, guardo in viso le persone. Se anche il Papa continua a far così, state pur certi che passerà alla Storia poiché comprenderà cosa davvero vuole il popolo cristiano molto più che compulsando i sondaggi demoscopici.
Mi piacerebbe incontrarlo il Papa in tram. Magari per recitare insieme un PaterAveGloria. Mi piacerebbe vederlo alla fermata insieme agli studenti che fanno cagnara o mezzo addormentato all’alba con i lavoratori che raggiungono le fabbriche sonnecchiando. Mi piacerebbe che desse coraggio alla mamme ed ai malati immersi nei loro pensieri preoccupati. Mi piacerebbe che – lui tifoso del San Lorenzo – al mattino del lunedì commentasse i risultati calcistici.
Mi piacerebbe averlo come compagno di viaggio per i prossimi mille anni, nonostante che a volte i mezzi pubblici passino…..” ad ogni morte di Papa”.