Continuiamo così, facciamoci del male. Ed io ho scoperto finalmente perché. Ho la chiave interpretativa di un campionato segnato ché Le inseguitrici o sedicenti tali della Juventus continuano ad incespicare. Ed i bianconeri diventano campioni d’inverno con due turni d’anticipo.
Mentre la Juventus asfaltava l’Atalanta, Inter, Napoli e Roma trovavano il modo di farsi strapazzare da Lazio, Chievo e Bologna. Sorride la Fiorentina che ritrova Toni e la vittoria.
La colpa è della nebbia che ha confuso ancora di più le idee di Zeman. Il fumoso tecnico boemo non ha visto più quello che accadeva sul terreno di gioco e non ha trovato le contromosse adeguate al dominio dei padroni di casa.
La colpa è del Ponentino romano, vento dolce ed ammaliatore, che ha irretito Stramaccioni e l’Inter freddati da uno slavo teutonico come Klose che ha imparato a convivere con i venti mediterranei.
La colpa è dello scirocco che avvolge in una cappa di pioggia umida e calda il San Paolo. Mazzarri, noto per la sua capacità di cambiare le gare in corso, ci ha messo un tempo per capire che la difesa a tre concedeva un enorme vantaggio al Bologna. Cambiato lo schema e la pedina nell’intervallo – evidentemente lo spogliatoio è dotato di aria climatizza – il Napoli ha invertito la rotta. Salvo poi – ripreso a soffiare lo scirocco – perdere la gara per la mancata sostituzione di Maggio e l’intempestivo cambio d’Insigne.
C’è da capire il tecnico partenopeo. Nelle repubbliche marinare di Croazia quando soffiava lo scirocco ( vento della follia ) era vietato prendere qualsiasi decisione poiché tale zefiro altera la capacità di lucido giudizio.
Così la Juve viaggia con il vento in poppa. La formazione di Antonio Conte ha due partite di vantaggio e mezzo sulla prima rivale. E dunque chi vorrà vincere lo scudetto dovrà confidare, oltre che nei sui mezzi, anche su due capitomboli ed un mezzo passo falso della Signora. Non resta per le rivali sperare che muti il corso del vento ma sarebbe utile pratica la lezione di Seneca (Filosofo latino e non oscuro centrocampista brasiliano): “non possiamo mutare il corso del vento, ma possiamo imparare a governare le vele e condurre dove desideriamo la nostra barca”.