Nello specifico, il colosso di Mountain View sostiene che la questione potrebbe essere stata originata da decisioni politiche, mentre il portavoce del ministero cinese, Jiang You, ha affermato che quella del motore di ricerca è “un’accusa inaccettabile”. Va precisato che allo stato attuale dei fatti, Google non ha ancora nessuna prova che il governo cinese sia in qualche modo responsabile di quanto accaduto.
Ad un anno di distanza dalle prime frecciate, andate poi risolvendosi nel corso della scorsa estate, una nuova stagione di polemiche potrebbe dunque essere all’orizzonte.