Ancora oggi le notizie sono frammentarie. C’è chi parla di un morto, chi ne riporta 3, chi afferma che nel momento della tragedia sul palco ci fossero i Metallica e non Ozzy Osbourne. Di fatto il 14 giugno 1986 a Long Beach accade qualcosa che non ha nulla a che fare con il rock né con la musica.
Alcuni provano a puntare il dito sull’artista. Il Principe Delle Tenebre non è certo avvezzo agli acustici d’amore né ai tormentoni estivi, per questo è un facile bersaglio del pregiudizio. I suoi testi, secondo i benpensanti, istigano alla violenza e al consumo di droghe. Quella sera John Loftus arriva da Fullerton e alle 21:30 è già morto.
John è caduto all’indietro mentre si trovava sugli spalti. Ha battuto la testa e si è rotto l’osso del collo. “Svenuto perché in overdose”, sostiene il tenente Bart Day della polizia di Long Beach. John arriva al St. Mary Medical Center ancora vivo, ma muore 10 minuti dopo. Non è soltanto caduto rompendosi il collo, ma è proprio volato giù da una balconata.
Oltre a lui altri 3 spettatori, scrive la stampa di allora, sono arrivati al St. Mary Medical Center con traumi importanti. Si tratta di Eric Hobbs, 17 anni, Tom Dearinger, 23 anni, e Timothy Mestas di 17. I primi due sono gravi: Eric è in coma e Tom ha una commozione cerebrale. Timothy ha solo qualche contusione e sarà colui in grado di ricostruire la vicenda.
Quella sera ha bevuto vodka e fumato dell’erba. Intorno a sé aveva tante persone esaltate dal concerto. Soprattutto, intorno a sé aveva il pogo, dunque in quella zona il pubblico si spintonava e si colpiva. “Poi mi sono svegliato in ospedale con un tubo in bocca”. La tragedia del concerto di Ozzy Osbourne a Long Beach fa infuriare gli stessi soccorritori, incapaci di accettare che una serata che può essere divertente venga rovinata per l’esaltazione.