Restano ancora pochi giorni per godere dello spettacolo di Henri Cartier Bresson in mostra all’Ara Pacis di Roma. L’esposizione dell’artista francese sarà infatti aperta fino al prossimo 25 gennaio chiudendo uno degli eventi culturali nazionali più attesi degli ultimi anni. Inaugurata a fine settembre dello scorso anno, “L’esposizione”, come è stata semplicemente intitolata, è stata realizzata all’interno di un padiglione del museo romano grazie alla collaborazione tra la fondazione dell’artista e dei suoi eredi, il “Centre Pompidou” e l’agenzia Contrasto che si è occupato di tutta la parte editoriale curando anche la pubblicazione del catalogo, dopo aver già stampato delle monografie sull’artista.
Le sale sono state allestite in maniera tale da portare il visitatore per mano lungo un viaggio all’interno della vita artistica di uno dei più grandi fotografi della storia. Lo sguardo di Cartier Bresson è stato testimone dei più grandi eventi del Novecento e passeggiando tra le sue foto si sente tutto il peso di questa capacità e responsabilità. Dal funerale di Gandhi alla scoperta dell’Unione Sovietica, il fotografo francese è stato il primo corrispondente della stampa occidentale ad essere ammesso dopo la seconda guerra mondiale, passando per i ritratti ai più grandi intellettuali del suo tempo, la fotografia di Cartier Bresson spazia dalla storia alle storie di tutti i giorni.
Il tutto utilizzando la sua Leica e il 50 millimetri, unici suoi compagni di viaggio di una vita artistica e non. L’esposizione non è solo, però, un excursus lungo il suo percorso di fotografo e testimone del suo tempo ma anche l’occasione per apprezzare la poliedricità del suo talento artistico. Oltre alle foto, infatti, sono esposti anche i suoi dipinti, pezzo importante della sua carriera artistica. Cartier Bresson non ha mai negato di dover molto del suo sguardo alla pittura a cui è tornato negli ultimi anni di vita dopo aver smesso di scattare. Infine il cinema con i suoi lavori come aiuto di Jean Renoir proiettati all’interno delle sale grazie alle pellicole restaurate dalla sua fondazione che ha recuperato anche materiale inedito dell’artista e l’ha messo a disposizione dell’esposizione italiana che ha accolto migliaia di visitatori.