Nella giornata di ieri ho avuto modo di soffermarmi sulla questione del rincaro dei prezzi per alcuni dispositivi prodotti da Apple, in seguito all’applicazione di una nuova tassa relativa al copyright e riconducibile al Decreto Franceschini, il quale ha messo in evidenza non solo il fatto che sia stato il brand di Cupertino l’unico a mettere mano ai prezzi, ma anche che il pubblico italiano sia stato quello trattato peggio sotto questo punto di vista.
Se da un lato era ampiamente prevedibile che gli utenti interessati all’acquisto di un iPhone 5S, un iPhone 5 o un qualunque modello Apple finissero per protestare, allo stesso tempo sorprende non poco il duro approccio da parte della SIAE sul tema:
“La Siae prende atto con rammarico dell’incremento dei prezzi dei dispositivi Apple, fatto che dimostra ancora una volta come la multinazionale americana abbia come unico obiettivo quello di aumentare i propri profitti attraverso la discriminazione dei consumatori italiani rispetto a quelli degli altri Paesi europei dove,pur in presenza di una copia privata più elevata, i prezzi restano notevolmente più bassi”.
Insomma, un approccio durissimo, cui ha fatto seguito anche una promessa per gli utenti, che sa tanto di “risarcimento” per quanto avvenuto in questi giorni:
“Per dimostrare la scorrettezza del colosso americano, la Siae si riserva di vendere in Italia iPhone ai prezzi francesi, favorendo così i consumatori ed evitandone l’ingiustificata depredazione decisa dall’azienda di Cupertino”.
Scontato che una presa di posizione simile possa risultare apprezzabile, se ci mettiamo nei panni degli utenti finali, ma allo stesso tempo mi chiedo anche perché la SIAE (così come altri gruppi) non si siano posti prima il problema, visto che Apple ha avuto sempre una politica molto arbitraria nella definizione di queste tariffe. Curioso anche che l’azienda non abbia rilasciato una nota immediata di replica alla stessa SIAE.