Sta facendo discutere tantissimo da alcune ore a questa parte la conseguenza diretta del cosiddetto Decreto Franceschini. Attraverso questa novità, alla quale gli utenti che seguono da vicino il mondo degli smartphone avrebbero fatto volentieri a meno, si andrà incontro già nel corso delle prossime ore ad un rincaro dei prezzi applicati dai vari store per l’acquisto di uno smartphone, nonostante i valori siano spesso e volentieri già piuttosto alti.
IL DECRETO – Andiamo con ordine. Attraverso questo decreto “viene garantito il diritto degli autori e degli artisti alla giusta remunerazione della loro attività creativa, senza gravare sui consumatori”. Insomma, concettualmente sembra tutto ineccepibile, affinché tutte le persone che collaborano alla realizzazione di un dispositivo possano avere un tornaconto degno dell’impegno profuso.
Tutto bello, se non fosse che, come sempre avviene in questi casi, a farne le spese sono gli utenti finali: come emerge da alcuni report presenti sul web, infatti, se fino ad oggi un iPhone 5S da 16 GB aveva un prezzo di listino pari a 729 euro, ora siamo a 733 euro circa. Un aumento irrisorio, data la spesa totale da affrontare, ma è ovvio che la questione di principio irriti non poco l’utenza, che in queste ore ha attaccato senza mezzi termini lo stesso Franceschini attraverso i suoi canali ufficiali nei social network.
LA POLEMICA ODIERNA – Dati tali presupposti, oggi è possibile imbattersi da un lato in una nota di Apple, che per i suoi prodotti parla di un aumento delle tariffe, a causa delle quote previste per il copyright; dall’altro, invece, Franceschini prova a difendere sé stesso puntando il dito proprio contro le case produttrici, pubblicando sul suo profilo Twitter i prezzi degli iPhone 5S applicati dagli altri Paesi. E intanto il consumatore italiano paga.