Le nuove frontiere del fotovoltaico bifacciale sempre più performante

Evoluzione degli impianti ad energia solare, cosa ci riserva l'immediato futuro

fotovoltaico bifacciale

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Se il fotovoltaico rappresenta sempre di più il futuro della produzione energetica del nostro paese, è giusto focalizzarsi sulla tecnologia bifacciale che sta evolvendo grazie alle ultime sperimentazioni. Per quanto il silicio cristallino domini ancora la scena di questo settore specifico. si parla sempre di più anche di perovskite.

Quali sarebbero i vantaggi del nuovo fotovoltaico bifacciale con perovskite appunto? In generale, sarebbe garantito un migliore valore di bifaccialità e poi gli impianti funzionerebbero meglio anche in condizioni di scarsa luminosità. Proprio il fattore di bifaccialità già menzionato (BiFi), che misura il rapporto tra l’efficienza di conversione della fonte luminosa in energia sul lato posteriore rispetto a quella del lato anteriore, raggiungerebbe addirittura quota 98%. Insomma, tra le due facce ci sarebbe una residua differenza di “performance” del solo 2%. Per quanto la scoperta sarebbe strepitosa, il problema della sua applicabilità nella 2vita reale” sarebbe anche la produzione su larga scala dei relativi pannelli.

Un vasto pool di esperti dell’Università del Surrey, dell’Università di Cambridge, dell’Accademia cinese delle scienze, dell’Università di Xidian e dell’Università di Zhengzhou sta concentrando i suoi sforzi proprio sul fotovoltaico bifacciale di ultima generazione. Il loro nuovo approccio prevederebbe l’impiego di nanotubi di carbonio a parete singola come elettrodi posizionati sia sui pannelli anteriori che su quelli posteriori. Non preoccuperebbero le loro dimensioni, visto il diametro ridottissimo a soli 2,2 nanometri.

Sempre secondo gli scienziati, l’impiego di pannelli fotovoltaici bifacciali in perovskite sarebbero un ottimo punto di arrivo non solo per l’efficienza della tecnologia ma anche per i relativi costi di produzione. Le risorse economiche necessarie per la soluzione bifacciale con elettrodi interamente in carbonio sarebbero inferiori addirittura del 70% rispetto a quelle necessarie per un dispositivo monofacciale i cui elettrodi sono ITO e argento. Insomma, superati gli ostacoli produttivi prima menzionati, dai nuovi sistemi ci sarebbe tutto da guadagnare.

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