Foglie Al Vento di Aki Kaurismäki, poesia della semplicità (recensione)

Kaurismäki piace al pubblico in sala e alla critica internazionale. Dopo aver vinto il Premio della giuria al Festival di Cannes e ottenuto due candidature a Golden Globes, il suo film continua ad avere successo anche nelle sale di mezza Europa. Alcuni incontri hanno ancora la forza di cambiarci in questo film dai colori tenui che segue la serie di lungometraggi sui temi cari al regista finlandese


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E’ l’ultimo film del 2023 che vale la pena vedere in sala, Foglie Al Vento di Aki Kaurismäki, una poesia della semplicità.

La ritroviamo dappertutto questa celebrazione della semplicità della vita che non diventa mai sterile retorica in Foglie Al Vento: I fiori sul tavolo, uno degli elementi ricorrenti nella filmografia di Kaurismäki, fiumi di alcol, le sigarette fumate in continuazione dai personaggi in scena, il cibo senza fronzoli, cucinato in casa in maniera quasi goffa, lontano dall’estetica dei piatti stellati che siamo abituati a vedere sui social.

Sono tutti tratti distintivi dei lavori del regista finlandese a cui si aggiunge l’immancabile presenza dei cani in scena. Kaurismäki infatti in più interviste chiarisce che non crede in Dio, ma crede nel suo cane.

Forse è per questo che spesso gli animali da compagnia più amati al mondo hanno una funzione salvifica nei suoi lungometraggi. Sarà così anche per la protagonista di Foglie Al Vento, Ansa

TRAMA

Ansa (Alma Pöysti) lavora come commessa in un supermercato di Helsinki, in cambio di una paga da fame. Si accerta che non ci siano prodotti scaduti in vista e di tanto in tanto invece di gettarli nella pattumiera, ne porta qualcuno a casa o li regala ai bisognosi. Nella società dei consumi però, sembra non esserci posto per le buone pratiche. Per l’azienda quei prodotti appartengono alla spazzatura, così viene licenziata.

Una sera in un bar incontra Holappa (Jussi Vatanen), anche lui licenziato da una ditta che fa del risparmio e non della sicurezza sul lavoro il suo tratto distintivo. Inoltre Holoppa è depresso, beve e non sembra esserci luce in fondo al tunnel per lui. I due si incontrano nuovamente per caso e passano una giornata insieme.

Come nel secondo capitolo della trilogia di un altro regista, Richard Linklater, Before Sunset – Prima del tramonto (2004), i protagonisti decidono di lasciarsi senza scambiarsi le generalità. Poi un biglietto con sopra il numero di telefono di Ansa viene perduto fuori una sala cinematografica e così il nuovo incontro tra i due aspiranti amanti va in fumo, come le sigarette di Holoppa mentre attende per giorni il passaggio fortuito di Ansa.

Il film è tutto un incontro/scontro e attesa reciproca da parte dei due protagonisti. Nel mezzo c’è la vita per quel che è, la spinta dell’amore al cambiamento. Fuori c’è la guerra, quella raccontata per radio del conflitto in Ucraina, quella per le strade per la sopraffazione dell’uomo sull’uomo e forse l’unica salvezza è rappresentata dagli atti di cura, dal cinema, dai cani e dalle relazioni vere.

IL FILM

Secondo Aki Kaurismäki, il cinema al massimo può alleviare le pene per le persone che soffrono, come ha fatto la chiesa cattolica tempo fa. Sarà per questo che la pellicola è imperniata di citazioni filmiche, di gloriose locandine dei capolavori del cinema (una su tutte: Rocco E I Suoi Fratelli di Luchino Visconti). Sono i tentativi di Kaurismäki di alleviare le pene dello spettatore e del mondo attraverso il cinema.

Per il regista, Hollywood ha ormai smesso di essere all’altezza della sua storia. Il cinema, secondo lui, non è una forma d’arte, ma al momento è solo qualcosa in grado di placare i lavoratori e impedirgli di fare una rivoluzione.

Con i suoi lavori Kaurismäki dichiara anche di voler far ridere il pubblico e in Foglie Al Vento non mancano i momenti semplici di comicità quotidiana. Vuole anche mostrare che le cose non vanno come dovrebbero. L’uomo per lui è in grado solo di distruggere tutto ciò che tocca.

Foglie Al Vento è stato premiato al Festival di Cannes con il premio della giuria e ha ottenuto due candidature a Golden Globes insieme a numerosi altri riconoscimenti. Anche il pubblico sta apprezzando il film in sala e le critiche sono entusiastiche di settimana in settimana.

A fare il resto ci sono i colori pastello delle scene, il minimalismo del set tipico del regista finlandese, le luci naturali, i dialoghi  semplici  e scarni tra i personaggi, gli elementi vintage inquadrati (la radio). Poi la musica, stavolta presente in formato Karaoke in Foglie Al Vento. Sono tratti distintivi del film e di tutti i lavori di Kaurismäki, che il pubblico ha imparato ad apprezzare e ad amare nel tempo.

Foglie Al Vento è ancora un film sulla classe operaia o quel che ne resta. Il regista torna sui temi a lui cari dopo Ombre nel paradiso (1986), Ariel (1988) e La Fiammiferaia (1990).

Infine come un altro regista, Woody Allen, Kaurismäki sembra ragionare molto sull’importanza che la fortuna ha nelle nostre vite. E solo il cinema al cinema può scoprire se i nostri protagonisti, nonostante le difficoltà della vita, abbiano avuto o meno la fortuna di incontrarsi ancora.