Sex Education 4, la serie Netflix chiude con una vena malinconica ricordandoci il valore dell’amicizia e dell’inclusione (recensione)

Con Sex Education 4 si chiude la serie Netflix che ha raccontato la sessualità nei giovani in maniera esplicita, ironica e coraggiosa: recensione ultima stagione.

Cr. Thomas Wood/Netflix © 2023


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Con Sex Education 4 cala il sipario sulla serie Netflix che ha raccontato con ironia, malizia e in modo esplicito la sessualità dei giovani. L’ultima stagione è destinata a creare sconvolgimenti, dato che rivoluzione e non poco il cast. Dopo aver detto addio ad alcuni personaggi principali e ricorrenti (come la coppia formata da Ola e Lily), Sex Education 4 riparte da zero.

Nuova scuola, nuovi studenti. La terza stagione si era conclusa con la chiusura del Moordale High per mancanza di fondi, lasciando i ragazzi alla ricerca di soluzioni alternative. La relazione a distanza tra Otis (Asa Batterfield) e Maeve (Emma Mackey) è uno dei perni di questo ultimo capitolo. Lui è rimasto nella campagna inglese, lei si è trasferita negli Stati Uniti per studiare letteratura nella prestigiosa Wallace University. Mantenere un rapporto in queste circostanze è molto difficile, ma entrambi cercheranno un modo per farlo funzionare.

In Inghilterra, alcuni dei personaggi rimasti frequentano un nuovo istituto, la Cavendish College, dove scoprono un mondo del tutto inedito e molto inclusivo. Ruby (Mimi Keene) era l’ape regina della Moordale, mentre qui fatica a trovare un nuovo gruppo in cui inserirsi. Gli stessi Otis ed Eric (Ncuti Gatwa) si trovano molto a disagio. Quest’ultimo riuscirà, in quale modo, ad entrare nella cerchia del trio formato da Abbi, Roman e Aisha, tre ragazzi famosi alla Cavendish per la loro gentilezza e generosità, e vedere la sua popolarità rinascere, ma anche metterlo davanti a una scelta: la sua fede cristiana o la comunità che ha appena scoperto.

Aimee (Aimee Lou Wood) si interessa all’arte che scopre come valvola di sfogo per esprimere se stessa e il trauma che ha vissuto; Viv (Chinenye Ezeudu) cerca di ambientarsi in una scuola che preferisce un approccio diverso allo studio; il suo miglior amico Jackson (Kedar Williams-Stirling) compie un percorso di ricerca personale che lo spingerà ad approfondire il suo passato.

Nella nuova scuola, Otis non se la cava bene. Il suo ruolo di terapista sessuale, con cui si era fatto un nome alla Moordale, è minacciato da una concorrente, l’intrigante O (Thaddea Graham), che sembra avere tra le carte tutto ciò che serve per ammaliare i suoi “pazienti”. Otis è anche alle prese con una madre Jean (Gillian Anderson) sempre più assente tra l’attenzione per la piccola Joy, l’arrivo dell’uragano di sua sorella minore, e una depressione post partum nel momento sbagliato. Per questi motivi, Otis cadrà in una vera e propria crisi esistenziale, tanto da spingerlo ad essere un po’ egoista a volte e a trascurare i rapporti con le persone a lui più care.

Sex Education 4 è un ribaltone anche nella gestione dei personaggi. Dopo gli addii, solo alcuni restano e dialogano tra loro. Altri, come Maeve dall’altra parte dell’oceano che vive un’esperienza tutta sua, e Adam (Connor Swindells), che ha lasciato la scuola, interagiscono poco coi personaggi principali. Addirittura quest’ultimo ha una storyline completamente sua.

Meno scene di sesso esplicito, più scene d’intimità che sono più romantiche. In quest’ultima stagione di Sex Education, i concetti di inclusione, di senso di famiglia e ovviamente di famiglia sono ulteriormente amplificati. La lente ingrandimento si sposta sulla comunità trans, dove scopriamo le storie di Abbi e Roman, e di come ciò si riflette sul percorso che sta svolgendo Cal (Dua Saleh) nella scoperta di sé come persona non-binaria.

Sex Education 4 abbandona un po’ quell’umorismo e malizia delle prime tre stagioni per abbracciare una stagione che profuma di malinconia per quell’adolescenza che abbiamo vissuto e che non tornerà più. Spesso la narrazione si abbandona a scelte stiliste di dubbio fine, piuttosto grottesche e surreali. Per non parlare di alcuni buchi di trama che avrebbero meritato più attenzione.

Il vantaggio di Sex Education è sempre stato quello di avere una folta paillette di personaggi variopinti e saperli esplorare singolarmente. Tuttavia, c’è anche l’altro lato della medaglia poiché un cast corale non sempre è sinonimo di riuscita, e qualche sbavatura c’è sempre. Il finale di serie farà discutere perché imperfetto, e non è detto che metta d’accordo proprio tutti. Tra i nodi da sbrogliare, ci sarà quello di capire come finirà tra Otis e Maeve.

Al di là dei suoi difetti, a Sex Education si deve il merito di aver raccontato senza troppi fronzoli e con sconsiderato coraggio la sessualità giovanile in tutte le sue sfumature, grazie a dei personaggi originali e fuori dalla righe, di cui si parlerà per molto tempo avvenire.

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