25 anni fa la morte di Lucio Battisti: quella volta in cui incenerì chi criticava la sua voce (video)

"Ma che devo di'? Io nun dico niente, state a parla' sempre voi!". Così Lucio Battisti rispose a chi lo criticava per la sua voce nel 1970

morte di lucio battisti

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Il 9 settembre è una brutta giornata. La morte di Lucio Battisti ha diviso in due la storia della canzone italiana. In quella triste mattina di 25 anni fa la notizia fu battuta dall’Ansa che riprendeva le parole di Franco Sala, direttore generale del San Paolo di Milano: “Nonostante tutte le cure dei sanitari che lo hanno assistito è deceduto per intervenute complicanze in un quadro clinico severo sin dall’esordio”.

Le cause che portarono il cantautore di Poggio Bustone alla morte non furono mai comunicate in via ufficiale, per questo si rincorsero le ipotesi che parlavano di linfoma maligno al fegato oppure di glomerulonefrite.

Certamente il suo nome non ha mai avuto bisogno di presentazioni. Negli anni Lucio Battisti conquistò un posto speciale nella canzone italiana. Mai, Battisti, si limitò a ballate spaccacuore: il suo genio era tutto nella ricerca. Battisti divorava dischi della Motown (facciamoci caso quando ascoltiamo Mi Ritorni In Mente) e si nutriva dei suoni della world music fino a sconfinare con stile nel progressive (Anima Latina). Il resto è tutta una storia da ripassare ogni giorno.

Come tanti altri geni della musica, Battisti fu spesso oltraggiato da chi non coglieva la novità: il suo canto era veramente libero, senza virtuosismi e con quelle imperfezioni che lo rendevano un essere speciale e naturale. Il risultato fu tutto in quella puntata di Speciale Per Voi andata in onda nel giugno del 1970, quando Lucio Battisti fu ospitato da Renzo Arbore nel suo format che poneva gli artisti di fronte alle critiche del pubblico.

Amato dai giovani, punzecchiato dalla critica. Quella volta esplose tutto, specialmente quando il giornalista Renzo Nissim prese la parola. Nissim, che masticava jazz, disse:

“Io penso che se quello che conta è il messaggio, allora quello che vogliono dire lo possono scrivere su un manifestino. Distribuiscano questi manifestini all’uscita dei cinematografi senza farci assistere a questa storia che tutti si scusano. Quello si scusa che non sa suonare, quell’altro perché non sa suonare la chitarra. Ma allora che ci venite a fare? Lucio Dalla ha detto che è importante quello che dicono. Allora scriviamolo su un bel foglio di carta. A me piacciono le canzoni di Lucio Battisti, ma non le canta nella maniera che mi piace. Trovo che Lucio Battisti non abbia una voce gradevole, però riconosco che ha una grande grinta. Ma voce non ne parliamo neanche”.

Nel contesto, Battisti da almeno un anno subiva attacchi dalla critica che quasi ignorava le sue canzoni, soffermandosi piuttosto sulle sue doti canore. Dopo Nissim, un altro ragazzo gli domandò:

“Tu hai detto che la voce non è importante. Ma allora tu cosa credi di dire?”

Per quasi tutta la puntata Battisti aveva sottolineato che con la sua musica preferiva trasmettere un messaggio, anziché mostrare doti che egli stesso definiva “non stabilite prima”. A quell’ennesima domanda provocatoria, esausto, Battisti rispose:

“Io? Ma che devo di’? Io nun dico niente. State a parla’ sempre voi! Io che dico? Insomma, io ‘n c’ho capito nniente. So’ tre ore che state a parla’ e nun s’è concluso niente! Io propongo delle cose. Vi emozionano? Vi piacciono sì o no? Bene, me fa piacere. Sotto maestro con la base!”.

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