Povere Creature a Venezia80, Emma Stone è un mostro di Frankenstein alla scoperta di sé e del mondo in una favola creepy e steampunk (recensione)

Una favola creepy e dallo stile steampunk, Poor Things a Venezia80 è l'ultima fatica di Lanthimos: la recensione del film.

Credits photo: @Searchlight Pictures


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Le tematiche della rinascita e la femminilità sono al centro di Povere Creature (Poor Things nell’originale), ultima opera di Yorgos Lanthimos presentata a Venezia80. Il regista dirige per la seconda volta Emma Stone, dopo La Favorita, stavolta rendendola protagonista assoluta di una favola che unisce il disturbante con lo steampunk.

La pellicola è in realtà l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Alasdair Gray incentrato su una giovane donna riportata in vita da uno scienziato. Nonostante il Dr. Godwin Baxter (Willem Dafoe, sfigurato in volta, ma geniale ed eccentrico) voglia proteggere la sua figlioccia dal mondo esterno, che considera irto di pericoli (forse per via delle critiche che la gente ha mosso verso la sua deformità), Bella Baxter (Stone) è desiderosa di viaggiare e andare oltre le mura domestiche.

L’occasione arriva un giorno si sveglia e scopre per puro caso come procurarsi piacere fisico. Bella è ingenua e curiosa di fronte a queste pulsazioni sessuali che sente, ma non riesce a sfogare. Quando incontro la scaltro e perverso avvocato Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo in versione libertina) che la manipola, Bella si convince a seguirlo in un folle viaggio attraverso i continenti. Bella è in realtà promessa al giovane e brillante Max McCandless (Ramy Youssef), collega di Godwin. Tuttavia la ragazza decide di sua spontanea volontà; da quel momento lì, l’eroica protagonista intraprenderà un viaggio che non sarà solo fisico, tra popoli e culture diverse, ma anche intimo, alla ricerca di se stessa.

Emma Stone fa di Bella Baxter un personaggio suo a tutto campo, che gestisce con una straordinaria naturalezza sia nelle parole che nei gesti. Lanthimos unisce il suo stile creepy e disturbante allo steampunk per dar vita a un’insolita favola della bella addormentata/mostro di Frankenstein.

Il dottor Baxter l’ha creata, ma è Bella a prendere il controllo sulla sua esistenza: la giovane capisce che può essere padrona di sé e del suo corpo in modi che non credeva possibili. Come una creatura ingenua che non conosce cosa sono le emozioni e i sentimenti, col passar del tempo insieme a Duncan, la giovane assume sempre più consapevolezza del suo io. Attraverso una serie di personaggi, più o meno bizzarri, il personaggio di Emma Stone si trova per la prima volta messa in dubbio da quelle certezze empiriche Godwin le aveva inculcato per proteggerla.

Saranno loro a metterla in dubbio, facendole scoprire il bene e il male nel mondo, che lei, da eroina improvvisata, desidera cambiare. E crede di poterlo cambiare. Il finale è nello stile di Lanthimos: c’è il lieto fine, come in tutte le favole, ma a modo suo, dato che ogni personaggio ottiene ciò che merita. E vissero per sempre felici e contenti. Più o meno.

Dopo la presentazione a Venezia80, Povere creature uscirà nelle sale italiane il 25 gennaio 2024.

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