La storia di O Mia Bela Madunina, la risposta milanese di Giovanni D’Anzi alle canzoni romane e napoletane

Nel 1935 Giovanni D'Anzi scelse di rispondere alla canzone napoletana. Ecco come nacque O Mia Bela Madunina

storia di o mia bela madunina

Ph: José Luiz Bernardes Ribeiro/Wikimedia


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Dietro la storia di O Mia Bela Madunina c’è il lavoro di un pianista che nel 1935, passeggiando lungo la Galleria del Corso, scelse di rispondere alle carrellate di canzoni romane e napoletane che venivano portate sul palco del Teatro Trianon. In quel tempo la città meneghina era una delle mete più battute dalla classe operaia del meridione d’Italia, e inevitabilmente le culture e la loro musica entrarono a far parte dei calendari degli spettacoli.

Milano e i lombardi non avevano ancora un brano folk che raccontasse la loro identità, per questo Giovanni D’Anzi, pianista del Pavillon Dorè, si pose l’obiettivo di rispondere alle canzoni popolari delle regioni del sud d’Italia. Lo fece quasi per scherzo, e l’idea gli venne mentre passeggiava presso la Galleria del Corso. Come racconta Aleteia da un estratto del libro di Giancarla Moscatelli, dalle parole di D’Anzi:

“Tutte le sere, prima di scendere al night, davo un’occhiata allo spettacolo e pensavo: ma guarda questi qui, cantano le bellezze di Napoli e Roma, ma per fare qualche soldo devono venire a Milano”.

D’Anzi scrisse il testo da solo, per la prima volta senza affidarsi al suo paroliere Alfredo Bracchi, in un quarto d’ora. Propose l’esecuzione alla cantante Linda Pini, una “mezza matta come me”, per fare “uno scherzo ai napoletani”. Una sera a teatro andò in scena O Mia Bela Madunina per la prima volta, con D’Anzi seduto tra il pubblico per vedere le reazioni dei presenti. Una volta terminato il pezzo, arriva un timido applauso. Poi gli applausi aumentano e D’Anzi nota con piacere che i presenti hanno colto l’ironia. Il 21 ottobre 1935 O Mia Bela Madunina viene depositata alla SIAE, e da quel momento entra ufficialmente a far parte della musica leggera italiana.