Sarebbe coerente partire con tre puntini di sospensione e un cosciente: “Noi compresi”, perché anche un testo come questo nasce dall’esigenza di seguire un trend e argomentare il topic del momento. Elisa Esposito, i 1300 euro di un comune lavoratore; due fronti che si incontrano nell’ennesima uscita della “prof. del ‘corsivo'” – non un titolo, quanto una key correlata necessaria al posizionamento – che come ogni influencer che si rispetti, cerca un contenuto in ciò che non c’è creando la video reaction – anche questo è tendenza – ai commenti degli hater.
La Esposito tuona:
“Sono sempre stata zitta di fronte a questi commenti ma oggi ci tengo a rispondere, e mi riferisco anche a chi mi dice che la mia carriera qui non andrà avanti per sempre. Dietro a questi commenti ci vedo tanta cattiveria e soprattutto tanta invidia“.
A proposito di tendenze, la parola “invidia” è fra queste: se dici che i Maneskin non sono piacevoli, sei invidioso; se dici che Fedez e Chiara Ferragni si espongono troppo, sei invidioso. È un mondo di adulatori inconsapevoli di cui proprio gli influencer si nutrono e grazie ai quali ricorrono alla parola “invidia” per etichettare chiunque si permetta di muovere un minimo di critica verso i loro contenuti.
La “prof del ‘corsivo'” vittima della feroce invidia continua, e spara la sua cartuccia: “Se voi guadagnate, con uno stipendio normale, 1300 euro al mese la colpa è vostra, non è mia”. Certo, qualche barra più in là la Esposito esprime rispetto per “quelli che guadagnano quei soldi”, ma il corto circuito è già in atto.
“Il linguaggio vi fo**e, vi trafora”, diceva Carmelo Bene di fronte a un Teatro Parioli grondante pubblico in una storica puntata del Maurizio Costanzo Show, ma a proposito dell’abuso delle parole possiamo citare anche il Nanni Moretti di Palombella Rossa che ad una intervistatrice inopportuna grida: “Le parole sono importanti!”. Abbiamo anche i Depeche Mode che in Enjoy The Silence cantano: “Le parole sono banali”. Perché scomodare, però, lo spessore degli artisti quando parliamo di Elisa Esposito? Per fare i radical chic che mettono lo stampatello dentro il corsivo?
In parte sì, e avere una cultura non è certo una colpa. Non ce ne vorrà la “prof”, che oggi incolpa l’Italia e gli italiani per i problemi dell’Italia e degli italiani, talmente lapalissiano da dire che da un’influencer che dovrebbe influenzare ci si aspetterebbe di più, ma anche qualcosa di meno. Tipo un video in meno, una parola in meno, uno scalino più in basso e un po’ di silenzio.