Al Bano ricorda Ylenia Carrisi: “Diceva di appartenere alle acque”, il racconto straziante della scomparsa

La scomparsa di Ylenia Carrisi nelle parole di Al Bano: "Romina non l'ha mai voluto accettare", ma fa chiarezza sulla fine del matrimonio. Ecco il suo racconto

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Ph: Outisnn/Wikimedia


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Sono parole di un padre addolorato, quelle con cui Al Bano ricorda Ylenia Carrisi. Sua figlia scomparve nel gennaio 1994, quando fu vista l’ultima volta il giorno 6 da un guardiano notturno su una banchina di legno accanto al fiume Mississippi. Oggi il cantautore di Cellino San Marco ripercorre quei tragici giorni in cui la famiglia perse i contatti con la 24enne mentre quest’ultima si trovava a New Orleans.

La crisi con Romina Power

Lo fa, Al Bano Carrisi, in un’intervista rilasciata al Corriere Della Sera. L’artista ripercorre tutte le tappe più importanti della sua vita, dal padre Carmelo all’incontro con Romina Power. Sulla sua ex moglie, ad esempio, sfata un mito rincorso troppe volte dal gossip e da alcuni organi di stampa. Si è vociferato a lungo, infatti, circa una correlazione tra la scomparsa di Ylenia e la crisi con Romina Power.

Il giornalista gli chiede: “Fu la scomparsa della vostra primogenita, Ylenia, a far finire il matrimonio?”, e Al Bano risponde con sicurezza: “No. Da tempo lo sguardo di Romina non era più quello”. Poi il racconto straziante sulla scomparsa.

La scomparsa di Ylenia Carrisi

Il 1° gennaio 1994 Ylenia e la famiglia si sentirono per l’ultima volta. La primogenita chiamò casa dall’hotel LeDale di New Orleans, dove Ylenia alloggiava con Alexander Masakela, un trombettista di strada. La figlia di Al Bano e Romina Power lasciò l’albergo il 6 gennaio intorno a mezzogiorno e non vi fece mai ritorno. L’ultima persona ad aver visto la ragazza viva fu Albert Cordova, guardiano notturno Audubon Aquarium of the Americas, che rivelò di aver visto la ragazza su una banchine di legno alle 23:30 di quello stesso giorno.

Al Bano ricorda Ylenia con queste parole:

“Ho interrogato l’ultima persona che l’ha vista, il guardiano del porto. Era seduta in riva al fiume, lui la avvisò: non puoi stare qui. Ma Ylenia non se ne andava. Il guardiano insistette, allora lei gli disse: ‘Io appartengo alle acque‘, e si tuffò nel fiume, nuotando a farfalla. Lì capii che il guardiano stava raccontando la verità, perché Ylenia diceva quella frase da bambina prima di tuffarsi, e nuotava a farfalla. Ma il Mississippi non perdona. Romina non l’ha mai voluto accettare. Ma è andata così”.

Cordova riferì che la ragazza sedeva “con le gambe penzoloni” e raccontò tutto nei dettagli:

“Le ho gridato di tornare indietro ma è come se non volesse sentirmi. Continuava a nuotare sicura verso il centro del fiume, senza paura. Quando ho visto che si allontanava sempre di più, sono corso a chiamare un agente della polizia fluviale. Insieme, abbiamo continuato a urlare, inutilmente. Poi d’improvviso, forse per un crampo provocato dal freddo, ha cominciato a dibattersi, a chiedere aiuto: è andata giù una prima volta, una seconda. Un barcone di passaggio ha creato una specie di mulinello. La ragazza è andata giù di nuovo, ma questa volta non è riemersa. L’abbiamo cercata per ore, con tre motoscafi della polizia e due elicotteri. Non c’è stato niente da fare”.

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