La testimonianza di Fedez sulla strage di Corinaldo al tribunale di Ancona: cos’ha detto in aula

Fedez ha rilasciato la sua testimonianza al tribunale di Ancona per la strage di Corinaldo. Ecco cos'ha detto

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Dopo due rinvii, questo venerdì 24 marzo è stato il giorno della testimonianza di Fedez sulla strage di Corinaldo. Il rapper e imprenditore digitale è arrivato al tribunale di Ancona a bordo di un van con i vetri oscurati ed entrando da un ingresso secondario.

La testimonianza di Fedez sulla strage di Corinaldo

Federico Leonardo Lucia ha iniziato a parlare alle 10:48 per rispondere alle domande dei pubblici ministeri Paolo GubinelliValentina Bavai, ma anche a quelle dei legali della difesa e della parte civile. Il suo coinvolgimento nella tragedia era indiretto: Fedez è stato chiamato a testimoniare in quanto nel 2016 aveva presenziato alla Lanterna Azzurra, il locale dove si è consumata la strage, per un DJ-set.

In quell’occasione erano stati staccati 586 biglietti, come ricorda Corriere Adriatico. Fedez è stato dunque convocato per discutere sulle condizioni strutturali della discoteca. Il rapper e marito di Chiara Ferragni ha specificato:

“Se non ho un ricordo specifico di quella serata penso di essere abbastanza tranquillo nell’asserire che fosse stata una data tranquilla, perché ho avuto esperienze di date gestite male e quella della Lanterna non rientra tra quelle critiche”.

Quindi ai pm ha riferito la sua considerazione sulla strage. Corriere Adriatico riporta la sua dichiarazione:

“Se vendo un dj set a 20-30 mila a un locale con una capienza di 500 persone chi sta gestendo la data è consapevole che il proprietario del locale deve riempire il locale a tappo. Non dico prevedere una tragedia ma problemi di qualche tipo. Almeno uno svenimento ci sarebbe stato”.

Prima di entrare in aula, Fedez si è intrattenuto in una stanza privata con i familiari delle vittime. Alle 11 è arrivato Sfera Ebbasta insieme al suo manager DJ Shablo.

La strage di Corinaldo

La strage di Corinaldo ebbe luogo nella notte dell’8 dicembre 2018 presso la discoteca Lanterna Azzurra. In quella serata era atteso Gionata Boschetti, nome all’anagrafe di Sfera Ebbasta, per un concerto. Poco prima che l’artista salisse sul palco un gruppo di persone spruzzò dello spray al peperoncino e subito dopo si scatenò il panico.

Nel fuggi-fuggi incontrollato le persone si ammassarono verso un’uscita sul retro e uscirono su un ponticello che dava su un fossato all’esterno della discoteca. La balaustra cedette e molte persone rimasero schiacciate o calpestate da altri presenti. Le vittime furono 6 di cui cinque minorenni e una mamma di 39.

Secondo gli investigatori, quella sera nel locale erano presenti circa 1400 persone contro una capienza di 469 unità. Per la strage furono arrestati sei ragazzi, indicati come la banda dello spray.

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