Sono serviti molti anni e lunghe trattative, ma alla fine gli stati membri delle Nazioni Unite sono riusciti a trovare un accordo per proteggere l’Alto Mare. Gli Oceani sono un bene prezioso, ad alto rischio, che rappresenta quasi la metà del pianeta.
L’accordo, denominato High Seas Treaty, può essere riassunto con la formula 30×30, ovvero raggiungere la protezione del 30% degli oceani entro il 2030.
La presidente della conferenza Rena Lee, presso la sede delle Nazioni Unite a New York, ha annunciato l’accordo tra gli applausi, affermando: “La nave ha raggiunto la riva“.
Per Alto Mare si intende la zona oltre le 200 miglia nautiche dalla costa, ovvero circa due terzi dell’oceano. Si tratta di un’area al di fuori delle acque nazionali, quindi fuori dalle giurisdizioni statali. Tutti i Paesi hanno il diritto di navigare, pescare, effettuare ricerche in questa area, che è particolarmente importante per preservare la biodiversità e favorire l’habitat di molte specie. Si stima che ad oggi tra il 10 e il 15% delle specie marine sia in via di estinzione. Alto Mare gioca inoltre un ruolo importante nel contrastare la crisi climatica.
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