Quella brutta notte di Kurt Cobain a Roma: il Roipnol, la corsa all’Umberto I e il presagio | Memories

Il 4 marzo 1994 Kurt Cobain fu trasportato d'urgenza al Policlinico Umberto I di Roma dopo un'overdose di Roipnol

kurt cobain a roma

Ph: Mark Seliger via Polly Herzeleid/Flickr


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Nella stanza con Kurt Cobain, a Roma, c’erano anche la moglie Courtney Love e la loro figlia Frances Bean. Kurt aveva da poco compiuto 27 anni e forse non immaginava – o forse sì? – che in quei primi 3 mesi trascorsi dallo scoccare dell’annus horribilis 1994 era entrato nel vortice delle ultime volte.

L’ultima volta in studio fu il 30 gennaio, quando registrò la bellissima You Know You’re Right. L’ultima volta sul palco fu a Monaco, al Terminal 1, insieme ai suoi Nirvana. L’ultima volta a Roma iniziò il 2 marzo, quando Kurt Cobain scelse di trascorrere qualche giorno di vacanza nella Città Eterna, che indebolisce anche l’animo più cinico con il suo fascino. E Kurt era tutt’altro che cinico, visto che già nel 1989 Roma fu teatro di un tentativo di scioglimento dei Nirvana a seguito di una crisi esistenziale molto forte.

Quel 2 marzo Kurt volò a Roma e prenotò una suite all’Hotel Excelsior, nella via Veneto di Federico Fellini. Tempo prima, in Spagna, aveva telefonato alla moglie con la voce strozzata dal pianto. Stava male, la depressione lo stava divorando. Quelle vacanze romane volevano essere un tentativo di depurarsi da tutto ciò che il gossip diceva sulla sua famiglia, per questo Courtney lo raggiunse insieme alla piccola Frances Bean. C’era anche un insidioso mal di gola che gli impediva di cantare, dunque un po’ di riposo si rivelò necessario.

Il 3 marzo gli sposi ordinarono la cena in camera con tanto di bottiglia di champagne. Alle 5:30 del mattino del 4 marzo Courtney si svegliò e trovò Kurt sul pavimento, privo di sensi e con il naso grondante sangue. La frontwoman delle Hole chiamò la reception che mandò subito un’ambulanza.

Kurt Cobain fu portato d’urgenza al Policlinico Umberto I, dove entrò in coma. Si decise quindi di trasportarlo a Rieti – ricorda il discografico Marco Cestoni a Stone Music – ma poi si optò per il ben più discreto American Hospital. “50 fo**ute pillole”, avrebbe raccontato tempo dopo Courtney Love a Rolling Stone.

Sì, perché quella notte Kurt aveva ingerito una dose massiccia di Roipnol e alcol, per questo Courtney è sempre stata convinta che quello fosse un disperato presagio della sua morte. Quando tornò a Seattle, infatti, Kurt si sparò un colpo di fucile dritto sulla faccia, il 5 aprile 1994.

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