Pippo Baudo ricorda Maurizio Costanzo: “Con lui la mia prima intervista importante”

Pippo Baudo ricorda Maurizio Costanzo e quella prima intervista nel 1960

Pippo Baudo sta male

Andrea Pellegrini - Wikimedia commons


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Pippo Baudo ricorda Maurizio Costanzo, nel giorno della sua scomparsa. Il mondo della televisione è a lutto: oggi il giornalista si è spento all’età di 84 anni, lasciando un grande vuoto. A lui si deve la prima intervista importante rilasciata da Pippo Baudo nel lontano 1960.

“Di lui ci resta il lavoro come servizio per il Paese”, ricorda il conduttore.

“Appena arrivai a Roma, la prima intervista importante me l’ha fatta Maurizio: era il 1960, l’anno delle Olimpiadi a Roma, lui scriveva allora sul settimanale Grazia. E’ il primo personaggio che ho conosciuto, da lì è nata una relazione di grande amicizia e rispetto”, le parole di Pippo Baudo nel ricordo del professionista – e amico – scomparso il 24 febbraio.

Il volto Rai per eccellenza da un lato, il volto Mediaset per eccellenza dall’altro. “Ma nessuna rivalità”, assicura Baudo. Sono dichiarazioni che rilascia all’agenzia di stampa Ansa, che lo interpella nel giorno della scomparsa di Costanzo. Tra i due c’è sempre stata solo profonda stima reciproca, nessuna rivalità, nessuna ostilità, anzi, per Baudo Maurizio è sempre stato uno stimolo, una fonte d’ispirazione.

“Certo, per me è stato sempre uno stimolo, intelligente e acuto, ma in fondo tutti gli dobbiamo qualcosa. Il Costanzo show è stata un’invenzione enorme, eccellente: ha raccontato l’Italia. Ci sarò stato almeno venti, trenta volte. E in ogni occasione Maurizio regalava un gadget a tutti, una conchiglietta portafortuna… Ne ho una collezione”, prosegue Pippo Baudo all’Ansa.

Uno show che ha raccontato il Paese intero, un appuntamento fisso che non dimenticheremo. Se ne va uno dei più grandi della TV.

“Ha raccontato molto bene il Paese. Non dimentichiamo che ha avuto una vita molto difficile, vissuta a 360 gradi e con tanti pericoli, come dimostra l’attentato subito da parte della mafia. Una personalità poliedrica, un artista e un creatore a 360 gradi”, ricorda Pippo Baudo. Di lui resta la professionalità, l’amore per la televisione e per il giornalismo, la passione che metteva nel raccontare le storie, sempre al servizio del Paese.

“Cosa ci resta di lui? L’attaccamento al lavoro, il lavoro come servizio per il Paese”, conclude Baudo.