Sanremo 2023, seconda serata: le pagelle di Lucia e Michele Monina

I migliori: Levante, Rosa Chemical, Paola e Chiara. I peggiori: la conduzione e Angelo Duro


INTERAZIONI: 339

PAGELLE MICHELE

AMADEUS 2

Uno che fa il 62,2% di share alla prima serata ha ovviamente ragione. Ma a me della ragione frega davvero pochino. Anche perché ragione mi dovrebbe portare, e soprattutto dovrebbe portare i tanti che a quei numeri hanno brindato o si sono inchinati (poco, in genere chi si è sdilinquito vive inchinato), a dire che quel 62,4 % di share con 10 milioni e 757mila spettatori è sì un +8% rispetto ai dati del 2022, ma è molto simile agli spettatori del 2019, ultimo dei due Sanremo targati Baglioni, che però toccò solo il 49,5% coi suoi 10 milioni e 86mila spettatori, solo che nei quattro anni di Sanremo di gente davanti alla tv ce n’è sempre di meno, anche per colpa dello stesso Amadeus, onnipresente, oserei dire. Comunque ragione  o non ragione, il Festival che dura così tanto e ha una canzone ogni mezzora di rotture di coglioni mi fa dire senza se e senza ma che Amadeus è un uomo che odia l’umanità tanto quanto ama la stampa, chiedere ai miei sedicenti colleghi che si trovano lontani dall’Ariston, sempre meno, senza manco il bar (figuriamoci che si lamentavano perché era finito lo Spritz, anni fa). Insomma, speriamo che questi altri tre anni passino presto.

GIANNI MORANDI 4

Un signore anziano, entusiasta, positivo, sempre col sorriso in bocca, la buona educazione, ma comunque un signore anziano che sta su un palco che mostra un parterre prevalentemente di giovani e giovanissimi. Non seguendo esattamente una logica. Come tutto a Sanremo. Vederlo vacillare quando Amadeus ha ricordato come domani ci saranno tutte le ventotto canzoni una dopo l’altra, però, ha fatto ridere.

FRANCESCA FAGNANI 5

Brillante è brillante, e almeno, a differenza di Chiara Ferragni non si inceppa ogni due minuti, ma magari un corso di dizione, specie per una che di lavoro scassa la uallera a chiunque facendo la puntigliosa, potrebbe essere utile.

AL BANO, GIANNI MORANDI, MASSIMO RANIERI N.C.

Che gli vogliamo dire a questi tre giganti? Niente, appunto. A parte che vedere che avevano il gobbo, confesso, mi ha ammantato di malinconia, cazzo, dopo cento anni ancora il gobbo? Le prime file, quelle coi dirigenti e le personalità e i personaggi di mamma Rai, che cantano in coro, tenendosi per meno, invece, mi hanno ammantato di mestizia.

FRANCESCO RENGA E NEK N.C.

Spesso mi capita di essere accusato di fare favoritismi ai miei amici, di parlar sempre bene di loro e male di altri miei presunti nemici. Premesso che non ho nemici, figuriamoci se spreco energie per chi fa brutta musica, tendo a non fare poi troppi favoritismi, limitandomi, al limite a non scrivere se un mio amico tende a fare qualcosa che trovo non esattamente bellissimo, a fuoco. Francesco è stato uno dei miei primi amici nel mondo dello spettacolo. Nek no. Passiamo oltre.

FEDEZ 2

“È il ritorno del coglione sulla traccia, quello a cui nessuno lo dice in faccia”. Il free style di Fedez comincia così, facendo il verso a Neffa. Ecco, qualcuno, però, gliel’ha detto, eccome. E in ottima compagnia. Il fatto che non sia stato concordato con la RAI, come ovviamente sottolineato da colui a cui nessun avrebbe mai detto coglione in faccia, concede ampi spazi a continuare a farlo. Detto questo, ha senso far queste gig su una nave in cui l’età media dei naviganti sarà ottant’anni? Mah.

ANGELO DURO 2

Attenzione, del perbenismo, il politicamente corretto, la buona educazione, le convenzioni non me ne frega un emerito cazzo. E scrivere cazzo, qui, non è un voler essere politicamente scorretto, sconveniente o quel che è, ma semplicemente la dimostrazione che sia la cosa più scontata del mondo. Cazzo, toh, l’ho scritto un’altra volta. Ecco, non è per questo che dico che Angelo Duro non fa ridere manco per l’anima del cazzo. Ma proprio mai. Venti minuti di pura noia, condita di risate di chi solo la sera prima fischiava Blanco, che a questo punto diventa il mio idolo, almeno lui ha fatto sì qualcosa di anticonvenzionale. Un vero coglione, per dirla con parole sue.

WILL 5

Anche stasera la quota corsivo è salva, ci pensa Will. Che presenta un brano pop carino carino, senza pretendere di voler entrare nella storia della musica, ma anche senza rischiare di finire nel pattume. Certo, l’età anagrafica mi fa restare con la stessa faccia che ho quando vedo ragazzini e ragazzine entusiasmarsi per Khaby Lame, ma questo forse è più un problema mio (problema mio che, essendo però io quello che dà i voti, adesso diventa un po’ anche un problema suo).

MODÀ 6,5

I Modà, credo di averlo detto in ogni luogo e in ogni lago, non sono la mia tazza di the, ma apprezzo il tentativo di Kekko di mettere in musica la propria depressione, trattandola come se si trattasse una storia d’amore e odio. Una canzone difficile da scrivere, immagino, e anche da portare su quel palco, suppongo, proprio in virtù di quello che racconta e che rappresenta. Massimo rispetto, anche perché almeno è un uomo adulto che non fa finta di essere un adolescente. 

SETHU 6,5

Sethu ha tappezzato Milano, e anche Sanremo, forse anche il resto di Italia, di manifesti con su la sua faccia, con pettinatura da paggetto, e la scritta “Chi è Sethu?”, riproponendo, immagino, il refrain che si sarà sentito ripetere, anche perché non sapendo nessuno chi è Sethu uno glielo ha potuto ripetere anche senza rischiare di offenderlo. Nei fatti è uno dei giovani approdati dai BIG. Bravo? Sì. Forse schiacciato nel ruolo di BIG di fianco a quei BIG lì, ma con una canzone che, a partire dal dire merda in prima serata, non spicca ma neanche sparisce del tutto. Di fatto il migliore di quelli arrivati qui da Sanremo Giovani. La domanda, però, ancora resta senza risposta.

ARTICOLO 31 7,5

A volte ritornano. Era il titolo di un libro di racconti di Stephen King, roba di paura. Stavolta, invece, sono tornati gli Articolo 31, e sono tornati da adulti, con una canzone che parla proprio di come a volte ci si ritrovi, nella vita, dopo essersi allontanati, la loro storia, e di come nel mentre l’approccio alla vita sia cambiato, non si voglia più morire giovani, perché c’è la famiglia, e più che altro tutto prenda una nuova prospettiva. Bentornati, zii.

LAZZA 7

Ho prima scritto che i Modà non sono la mia tazza di the. Ecco, Lazza più che la mia tazza di the non è il mio sdraps, intendendo con questo un qualche tipo di alimento alieno, come dire che non ha nulla a che fare con me, sotto tutti i punti di vista. Però portata una canzone con una ottima base fatto da Dardust, e anche una linea melodica che ti si pianta nel cervello, come certi alieni, appunto, di quelli che ti si infilano su per il naso, alla brutta per il culo, e ti divorano da dentro. Capissi anche una parola di quelle che canta Lazza, potrei commentare anche il testo, ma purtroppo, alieno, parla una lingua diversa dalla mia. Bravo Dardust, qualcuno regali una serie di sedute dal logopedista a questo ragazzo, però.

GIORGIA 9

Non credo serva sottolineare il già sottolineato, e anche evidenziato con uno Stabiloboss fluorescente, e magari con qualche notazione a margine, un disegnino da qualche parte, insomma, non credo serva sottolineare come Giorgia, quando canta, dimostri molto più di Pascal o chicchessia, l’esistenza inconfutabile di Dio.

COLAPESCE E DIMARTINO 8

Difficile far dimenticare un passaggio iconico come quello di Musica leggerissima, canzone che ha proiettato il duo Colapesce e Dimartino prima nel mondo dei duo, poi anche in quello del mainstream, una canzone diventata amatissima, la più amata di un’edizione che ha visto comunque altri vincenti. Ma Colapesce e Dimartino sono geniali, quindi tornano con una canzone che, pur rimanendo decisamente alla Colapesce e Dimartino, suona assai diversa da quella. Pensate a Battisti, ma al Battisti anni 80, e metteteci però la presenza dei due artisti in questione, e anche l’ironia dei due artisti in questione, il gioco è fatto. Una nuova perla.

SHARI 6,5

Brano interessante, Egoista di Shari, nonostante una voce così caratterizzante che potrebbe rischiare di oscurarla, addirittura di sovrastarla. Niente a che vedere con Salmo, all’ascolto, seppur sia annoverato tra gli autori, anzi, sottolineato con tutta l’enfasi del caso. Comunque bel brano, da riascoltare. E oufit degno di finire tra i migliori insieme a Paola e Chiara.

MADAME 8,5

Parliamo di musica, e la musica che Madame propone è il top di gamma. Una canzone, Nel bene e nel male, che ti avvinghia e ti rapisce, volendo ti prende anche in ostaggio. Veramente una mina.

LEVANTE 9,5

Insieme a quello dei Coma_Cose, e anche a quello di Giorgia, il testo più interessante di questo Festival. No, scusate, indubbiamente il testo più interessante di questo Festival. Su una base electropop che è l’incarnazione musicale di quella voglia di allontanare l’ombra, di tornare alla vita, al corpo, anche alla sessualità. Una vera perla. Interpretato alla grandissima.

TANANAI 7

Tananai ha studiato canto, è evidente. E finalmente canta bene. La canzone è però forse un filo troppo sanremese per quello che è diventato chi è diventato cantando, a cazzo, di sesso occasionale. Belli alcuni versi, come quello che gioca sui Police e la police e poi coi jeans, dentro i quali una lei sparisce. Un alternativo che è diventato classico, ma lo è diventato con stile.

ROSA CHEMICAL 8

Volevo dedicare questa canzone a chi almeno una volta nella vita si è sentito sbagliato, invece era solamente diverso. Rosa Chemical, annunciato da polemiche di varia natura, arriva sul palco e spiazza, perché è educato, elegante,  poi parte a cantare un ritmo latineggiante che diverte e fa pensare. Speriamo che in tanti si scandalizzino, seppur così, senza un motivo preciso per farlo. Bel testo, ironico, e intelligente.

LDA 6,5

Non ho mai visto una puntata di Amici in vita mia, quindi non conoscevo LDA, se non di nome. L’ho intervistato poco prima che salisse sul palco e l’ho trovato spigliato, intelligente, anche un po’ paraculo, ma comunque già a suo agio in un ambiente che evidentemente conosce bene, ma che in fondo frequentata da titolare da non troppo tempo. La canzone è una brano pop ben scritto e ben cantato, niente a che vedere con chi ci si sarebbe potuto aspettare. Bravo, LDA.

PAOLA E CHIARA 9,5

Sono eterosessuale. Ho una relazione monogama da trentacinque anni una donna, quattro figli, niente di rilevante da raccontare, a riguardo. Ecco, sento Furore, e vedo Paola e Chiara sul palco, e benché Paola e Chiaro siano due belle donne, glitterate e coi ballerini poi, levate proprio, due popstar affascinanti, per questi tre minuti la mia eterosessualità vacilla. Molto. Noi pazze, del resto, siamo fatte così. Ecco la nuova Festival, preparatevi a ballare tutta l’estate.

PAGELLE LUCIA

AMADEUS & GIANNI MORANDI 3

Vi prego basta. Chiedo umilmente pietà. Non ce lo meritavamo.

FRANCESCA FAGNANI 8

La Fagnani oggi, sul palco dell’Ariston, ci ha mostrato con una semplice, raffinata, elegante presenza come si fa un monologo, come si sta sul palco, come si può lasciare spazio a qualcun altro pur essendoci tu lì sopra, avrebbe dovuto dare una lezione alla Ferragni. Fagnani ci mostra una realtà che spesso non vogliamo vedere e lo fa con tutta la sua classe e la sua cultura. L’ho davvero apprezzata, brava.

ANGELO DURO 0

Alle elementari c’era un bambino che mi chiamava mozzarella all’olio Monini, perché mi chiamo Lucia come la mozzarella e il mio cognome è Monina, simile all’olio, non faceva ridere nessuno, eccetto lui. Ecco, Angelo Duro è quel bambino delle elementari, non so chi gli abbia spezzato il cuore, dato il monologo orripilante su quanto faccia cagare il matrimonio e l’amore, ma ce lo potevamo risparmiare, grande Amedues.

WILL 6-

Will per la prima volta sul palco di Sanremo devo dire che non mi è dispiaciuto, una canzone dolce, accompagnata da una voce dolce e un viso dolce. C’è sicuramente molto lavoro da fare, ma in potenza lo vedo un Benji e Fede ma solista, e non so se è il suo obbiettivo, ma per me funzionerebbe bene.

MODÀ 6-

Devo essere sincera ho scoperto l’argomento della canzone, la depressione, solo perché l’ho letto, e mi ha incuriosito parlassero proprio di un argomento così delicato, ma purtroppo non si percepisce troppo bene dal testo. Una canzone in perfetto stile Modà, se dovessero chiedermi come immaginavo la canzone dei Modà avrei risposto così.

SETHU 7

Sethu mi stava simpatico già prima di salire sul palco, lo avevo visto in 40 mila pubblicità, sui social, nei manifesti e con una trovata di marketing dietro geniale, ovvero: chi è Sethu? Che effettivamente funziona, perché prima di questa sera ce lo siamo chiesti un po’ tutti. Ma invece ci ha stupiti, canzone vivace, ballabile, che entra in testa e con uno stile che si distingue bene dalle altre, lui si distingue in generale, anche grazie al suo look. Quindi sì Sethu sa farsi conoscere.

ARTICOLO 31 8

Non ascoltavo gli Articolo31, anche perché sono di un’altra generazione, quindi non ho vissuto l’emozione di rivederli insieme, come magari i loro fan, ma devo dire che vederli sul palco è stato proprio un bello spettacolo, bravi, belli da vedere, in sintonia e armonia, che non è scontata, per nulla. Testo bello, profondo, che ha molto da dire e niente di banale. Bella, una canzone che riascolterò con piacere.

LAZZA 7

Io non sono fan di Lazza, perché non è il genere di musica che sento più mio. Ma sta sera l’ho ascoltato con piacere, ha cantato bene, la canzone era bella, ma soprattutto DARDUST GENIO ASSOLUTO, come al solito ci ha lasciato una base incredibile, da brividi, che fa 70% del lavoro. Per farvi capire quanto la musica sia varia, sia vasta, sia complessa, che non basta a volte solo una bella voce o un bel testo.

GIORGIA 7

Giorgia ha una voce meravigliosa, una delle voci più dolci e delicate del panorama italiano e su questo non le si può dire niente, la performance canora è stata bellissima, davvero da lasciare senza fiato. Ho trovato, però, poco azzeccata la canzone, poco valorizzante per una voce di questo calabro.

COLAPESCE & DIMARTINO 9

GENIALI.

Penso il testo più geniale in gara, profondo ma leggero, tutto alleggerito con la lor ironia, che è tutt’altro che stupida o banale, ma anzi. Non penso ci sia qualcosa da aggiungere, se non l’ha ascoltata vai ad ascoltarla, subito.

SHARI 6

Shari una piacevole scoperta che faccio attraverso Sanremo, non la conoscevo prima di questa sera. Ma non sono rimasta affatto dispiaciuta, anzi, la voce l’ho trovata molto bella e piacevole da ascoltare, me la immagino già per certe hit, la canzone mi è piaciuta un po’ meno, la trovo perfetta per qualche colonna sonora di una serie tv italiana, non mi ha fatto particolarmente impazzire, ma lei è riuscita comunque a stupirmi, e non è una cosa da poco partendo come concorrente emergente di Sanremo Giovani con una canzone che non la valorizza al massimo.

MADAME 8+

Madame è una delle donne più brave nel cantautorato italiano, giovanissima, in circolazione solo da qualche anno, ma che è sempre riuscita a dare un tocco di colore e originalità nelle sue produzioni e anche oggi ha portato sul palco un qualcosa che solo Madame sa cantare. Davvero bella, una papabile hit.

LEVANTE 9.5

Decisamente il testo più bello in gara. Levante rivoluzionaria si presenta sul palco e ci racconta la sua storia, una storia che hanno vissuto e vivono molte donne post partum, ci racconta il sesso, la sua riscoperta, l’esplorazione di sé e del corpo dopo aver messo al mondo una vita. Un argomento non scontato, anzi, quasi sconosciuto in musica, un tema quasi nascosto, forse per paura, forse per vergogna, forse per ignoranza, ma Levante ce la racconta, con un’energia incredibile, con una femminilità ancora nuova e una luce consapevole e inebriante. Levante mi ha conquistata e dovrebbe conquistare tutti voi.

TANANAI 7

Bravo! Ammetto che avevo paura, perché lui stesso aveva dichiarato di aver preso lezioni di canto, essendo consapevole di non essere questo portento a cantare e ricordandosi le steccature di Sesso Occasionale (che comunque a me era piaciuta), però.

ROSA CHEMICAL 10

Togliendo il genio dietro la canzone, i dettagli, le unghie, ma solo Rosa Chemical poteva portare il sesso italiano sul palco dell’Ariston.

LDA 7-

La canzone non è il mio stile, ma bravo è bravo e la canzone è bella. Perfetta per Sanremo, soprattutto per un esordio, di un giovanissimo come lui, di soli 19 anni. Ha mostrato una dimestichezza e scioltezza sul palco, in cui era totalmente a suo agio. La canzone mi ha ricordato molto Ed Sheeran, come d’altronde si dice già in giro, ma non è necessariamente una cosa negativa, semmai un passaggio nel cercare la propria strada.

PAOLA E CHIARA 9

Non vedo l’ora di ballarla al Toilet di Milano. Devo dire il divano umano di ballerini l’ho apprezzato particolarmente. Loro brave, energiche, vivaci, con due voci incredibili. La canzone funziona, perfetta per ogni festa, per le discoteche, per l’estate, trasmette una vivacità pazzesca, vien voglia di ballarla appena la senti e rimane impressa. Bravissime.
Ma poi gli outfit pazzeschi?

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