La storia della bidella pendolare sbugiardata dai prezzi degli abbonamenti Trenitalia: quanto costa Napoli-Milano

Pur di non pagare 650 euro una singola a Milano, preferisce pagare l'abbonamento del treno. Ma qualcosa non torna nella storia della bidella pendolare

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La storia della bidella pendolare fa il giro del web ma qualcosa non torna agli utenti più attenti. Lei, Giuseppina, ha 29 anni e un posto come bidella in una scuola di Milano. Denuncia il caro affitti e lamenta di non poter pagare una camera singola una cifra che si aggira intorno ai 650 euro. Preferisce quindi essere una pendolare e viaggiare tutti i giorni tra la sua città Natale, Napoli, e la città in cui lavora, Milano. A LE IENE LA VERITA’ SULLA BIDELLA PENDOLARE.

Una bella sfacchinata, che Giuseppina è disposta a compiere tutti i giorni – dal lunedì al sabato – pur di non pagare 650 euro di affitto per una camera singola a Milano. Ma quanto costa effettivamente un abbonamento Trenitalia tra Napoli e Milano che consenta di viaggiare con la frequenza di Giuseppina?

Su Twitter non si parla d’altro e basta una banalissima ricerca sul sito di Trenitalia per conoscere i prezzi degli abbonamenti mensili per la tratta in questione.

Viaggiare tra Napoli e Milano costa da un minimo di 847 euro mensili ad un massimo di 1381 euro mensili. Per 847 euro si acquista un abbonamento valido per viaggiare dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 17.00, in seconda classe. Giuseppina, però, racconta di mettersi in treno alle 5 del mattino e di viaggiare anche il sabato, non è quindi questo l’abbonamento che ha sottoscritto dal momento che non includerebbe i viaggi prima delle 9.00 e dopo le 17.00 e non permetterebbe alla lavoratrice di spostarsi il sabato.

Come è possibile, dunque, che Giuseppina dichiari di risparmiare se un abbonamento mensile costa più dei 650 euro per una camera singola a Milano? Un prezzo sicuramente alto per vivere in un appartamento condiviso, intendiamoci, ma – dati alla mano – sembra essere comunque più basso di svariate centinaia di euro di un fantomatico abbonamento che la protagonista della storia avrebbe sottoscritto.

Dichiara di accumulare molti punti Cartafreccia, con i quali acquista biglietti premi, e di muoversi in largo anticipo con le prenotazioni (acquisterebbe, quindi, biglietti singoli per spostarsi tutti i giorni?). La storia puzza di bufala sui social ma la giornalista autrice dell’articolo ha già fatto chiarezza.

L’ipotesi, allora, è che la bidella pendolare sia figlia di lavoratori di Trenitalia o affini e che quindi viaggi gratis su tutte le tipologie di treno per un tot di chilometri, o almeno con uno sconto sostanzioso che le permetta – sul serio – di restare nel budget dei 400 euro che dichiara.