L’altro volto di Francesco Vitiello, Diego Giordano di Un Posto al Sole (intervista)

Cosa si nasconde dietro il volto di Diego Giordano di Un Posto al Sole? Ecco la nostra intervista a Francesco Vitiello


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Francesco Vitiello è per noi tutti Diego Giordano di Un Posto al Sole. Chi ha seguito la soap italiana sin dall’inizio sa bene che l’attore è arrivato sul set ancora quindicenne e oggi, a quasi trent’anni da quel giorno, è uno dei protagonisti più amati. Ma Francesco Vitiello nella vita ha avuto modo di fare altro, si è dato al teatro, alla produzione, con una sua piccola società, e anche al cinema e ad altri ruoli in tv. E nella vita privata? Abbiamo avuto modo di intervistarlo conoscendo il suo lato nascosto di ‘mammo’ della sua bambina ma anche il suo modo di essere un po’ contradditorio facendo convivere il suo essere curioso e pigro allo stesso modo. Ecco cosa ha raccontato ai nostri microfoni.

Dopo quasi trent’anni quanto c’è di Diego Giordano dentro di te e viceversa dopo questa vita in simbiosi?

Avendo iniziato a quindici anni a lavorare ad Un Posto al Sole la mia formazione è venuta di pari passo con quella di Diego Giordano. Io ho imparato come Francesco Vitiello a relazionarmi con la vita, con il mondo degli adulti e con i genitori anche attraverso le esperienze che viveva il mio personaggio nella soap. Poi negli anni gli stessi autori, che sono stati sempre attenti a conoscere e familiarizzare con gli attori, hanno fatto in modo di cucirmelo addosso, è stata una contaminazione reciproca e adesso formano una sorta di unica entità.

Quante volte hai provato a scucirtelo di dosso o te lo sei sentito stretto?

All’inizio, intorno ai venti anni, dopo cinque/sei anni di Un Posto al Sole, chiaramente ero stanco e volevo provare altre esperienze e per questo ho fatto altro ma anche in quei frangenti, quando ho fatto per esempio Distretto di Polizia, mi rendevo conto che Diego era sempre lì, le persone che mi fermavano per strada mi dicevano ‘Diego ora fai il poliziotto’. Adesso sono contento quando mi chiamano Diego, per me va bene, finché mi chiamano così vuol dire che sto lavorando e va tutto bene.

Cosa vorresti fare da grande?

Devo dire che davvero questo lavoro mi ha conquistato sempre di più e prende gran parte della mia vita, gli dedico tante ore della mia giornata e non solo come attore. Ho una piccola società di produzione e non importa cosa faccio all’interno di un progetto, per me è importante sviluppare delle storie, sono molto curioso ma anche un po’ pigro, e quindi attraverso le storie conosco la vita e un po’ me stesso. In questo modo apro le finestre sul mondo. Mi piace partecipare alle storie come produttore, regista o attore, non importa quale sia il mio ruolo.

A proposito di storie, cosa ne pensi dell’avvento delle piattaforme streaming e dei diversi contenuti sempre disponibili?

Durante il lookdown sono stati una salvezza per tutti ma dopo una prima grande abbuffata, adesso sono un po’ saturo. Prima di iniziare una nuova storia, lunga o corta che sia, ho bisogno di essere sicuro di spendere bene il mio tempo. Mi informo e poi mi butto, non guardo tutto come prima, mi scelgo le cose in modo molto mirato.

Vorresti diventare uno di questi ‘contenuti’ un giorno?

Sarebbe una bellissima consacrazione quella di poter finire su una di queste piattaforme anche se, per quello che di italiano ho visto, non c’è un progetto per il quale sono impazzito.

Come vivi la svolta del Napoli e le ultime vittorie, specie quella con la Juve?

Piedi ben piantati per terra ma grande euforia e soddisfazione in questo periodo. Il Napoli negli anni è riuscito a diventare un’eccellenza sia come gestione dell’azienda sia come crescita atletica conservando un po’ di italianità rispetto ad altre società. Grande soddisfazione.

Molti colleghi hanno un rapporto conflittuale con i social e con gli haters, qual è il tuo?

Ho un rapporto tranquillo con i social, non sono un fruitore ossessivo, lo uso come un quarantenne, cerco informazioni e stimoli, cose di questo genere, sono molto riservato e non posto molto a riguardo, lo uso più per lavoro. Mi fa piacere condividere l’inizio, la fine o l’uscita di un progetto con i fan ma non la mia vita privata.

Cosa bolle nella pentola di Francesco Vitiello?

Ci sono molte cose in via di sviluppo, quella che potrebbe arrivare presto è la pubblicazione di un cortometraggio che abbiamo prodotto ad un regista che si chiama Lucio Cremonese.