Il formaggio fa male? Ecco i nutrizionisti che smentiscono questa teoria

Diversi studiosi esaltano le proprietà nutritive del formaggio e ribaltano le convinzioni secondo cui questo alimento sia causa di malattie


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Il formaggio è uno degli alimenti tipici della cucina italiana, un prodotto che dallo Stivale viene esportato in tutto il mondo, ma che in molti ritengono poco sano.

Dagli Stati Uniti, invece, arriva un vero e proprio elogio di questo cibo, sia dal punto di vista del gusto che della nutrizione. Secondo il Washington Post, riportato dall’Agi, gli americani sono ghiotti di formaggio al punto da consumarne in media più di 18kg a persona in un anno.

La professoressa di nutrizione Lisa Young, della New York University, esalta il formaggio perché “ricco di sostanze nutritive come proteine, calcio e fosforo” e afferma che “può servire a uno scopo salutare nella dieta”. Inoltre, al contrario di quanto si dica “non farà necessariamente ingrassare o procurare un infarto” ma ha anche funzioni “protettive”.

Il servizio del Washington Post riporta che dietologi e nutrizionisti statunitensi, per anni, “hanno affermato che mangiare latticini a basso contenuto di grassi è la cosa migliore perché i prodotti a base di latte intero contengono grassi saturi, che possono aumentare i livelli di colesterolo Ldl (quello cattivo), notoriamente un rischio per le malattie cardiache”. Per molti il formaggio è anche causa di aumento di peso e problemi legati alla digestione. Oggi però scopriamo che queste convinzioni potrebbero essere frutto di equivoci. In particolare la vecchia scuola della nutrizione si è soffermata ad analizzare le singole sostanze presenti nei cibi, mentre oggi si pone l’attenzione “sull’intero alimento e su come la sua struttura, i nutrienti, gli enzimi e gli altri componenti interagiscono tra loro”.

Nel 2018 uno studio basato su 164 individui che hanno mangiato per sei settimane la stessa quantità di grassi del latte sotto forma di formaggio o burro, poi cambiate a metà della ricerca, ha dimostrato che “il grasso saturo nel formaggio non ha aumentato i livelli di colesterolo Ldl nella stessa misura del burro”.

Emma Feeney, assistente professore presso l’Institute of Food and Health dell’University College di Dublino, invita a guardare oltre i grassi saturi del formaggio. “Alcuni studi – afferma la ricercatrice – dimostrano che il contenuto di minerali nel formaggio, specie il calcio, può legarsi con gli acidi grassi nell’intestino e eliminarli dal corpo”.

Adam Brock, vicepresidente per la sicurezza alimentare, la qualità e la conformità normativa per Dairy Farmers del Wisconsin, aggiunge che, in quanto alimenti fermentati, “sia i formaggi crudi che quelli pastorizzati contengono batteri buoni che possono essere utili per il microbiota intestinale umano”. I batteri buoni presenti maggiormente nei formaggi stagionati “aiutano ad abbattere il cibo, sintetizzare le vitamine, impedire ai batteri che causano malattie di prendere piede e rafforzare l’immunità”.

Il consiglio è comunque non consumare quantità eccessive di formaggio, ma abbinarlo a una sana dieta mediterranea, ricca di frutta fresca, verdura e cereali integrali.