Tosca canta Bella Ciao a Propaganda Live per ricordare Mahsa Amini

Tosca incanta il pubblico di Propaganda Live cantando Bella Ciao in lingua farsi, una dedica struggente a Mahsa Amini

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Tosca canta Bella Ciao, e non è la prima volta in cui la cantautrice sceglie di interpretare il canto dedicato alla Resistenza Italiana in diretta televisiva.

L’occasione, nella puntata di Propaganda Live andata in onda ieri, venerdì 25 novembre, è stata la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. Uno degli esempi più ricorrenti in questo periodo storico è l’uccisione di Mahsa Amini, arrestata il 13 settembre a Teheran dalla Polizia Morale perché non indossava correttamente il velo.

Gli agenti, come ha testimoniato il fratello Kiarash, l’hanno percossa fino a costringerla al ricovero nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Kasra, dove si è spenta il 16 settembre a soli 22 anni. Il suo caso ha sollevato l’indignazione da ogni parte del mondo, con donne che sono scese in piazza per protestare contro leggi assurde che condannano a morte una persona per il solo fatto di indossare il velo in modo diverso rispetto alle scritture.

Tosca, del resto, è sempre sensibile all’argomento della dignità e dei diritti delle donne. Per questo ha scelto un canto sulla libertà, ma soprattutto ha deciso di cantarlo in lingua farsi, ovvero il persiano che è la lingua ufficiale dell’Iran, dell’Afghanistan e del Tagikistan, ma viene parlato anche in Uzbekistan.

Una scelta, quella di Tosca, che sicuramente è nata dalla volontà di far comprendere le parole ai popoli interessati. Il momento è stato intenso, con la cantautrice accompagnata da un’orchestra composta da fiati, chitarre classiche, archi e riverberi. Bella Ciao è così diventato un canto disperato per ricordare Mahsa Amini e tutte le donne vittime di violenza, in una giornata di importanza mondiale.

Nel 2021 Tosca ha cantato Bella Ciao a DiMartedì, riuscendo a commuovere Pier Luigi Bersani. La versione in farsi prende ispirazione da quella pubblicata da una ragazza iraniana dopo la morte di Mahsa Amini, un gesto di protesta diventato virale sui social.

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