La nutrizione di cani e gatti ha un impatto sull’ambiente. Le diverse tipologie di cibo, umido o secco, causano emissioni di gas serra differenti. Un team di ricercatori dell’Università di San Paolo, in Brasile, guidato da Marco Brunetto, ha effettuato uno studio proprio su questo argomento, e ha stabilito qual è alimento per animali che contribuisce meno all’inquinamento dell’atmosfera
Analisi su oltre 938 tipi di alimenti per animali domestici
Gli studiosi hanno analizzato 618 tipologie di alimenti per cani e 320 per gatti, suddivisi per regimi alimentari differenti: secco e umido. L’equipe di studiosi ha poi esaminato i 212 ingredienti contenuti nei prodotti. Infine hanno stimato l’impatto ambientale di ciascun prodotto, considerando le emissioni di gas serra, zolfo e fosforo derivate da produzione, lo sfruttamento delle terre e il consumo di acqua.
I risultati dello studio
La ricerca ha riscontrato che il cibo umido ha un impatto ambientale di molto superiore rispetto a quello secco. Nello specifico è stato stimato che un cane di 10 chili consuma in media 534 calorie al giorno. Per soddisfare il suo fabbisogno alimentare con i croccantini l’impatto ambientale è di 828 kg di emissioni di anidride carbonica l’anno. Per nutrirlo con cibo umido l’impatto sarà di 6.541 kg di CO2, ovvero di quasi 8 volte superiore.
Perché il cibo secco è più sostenibile di quello umido?
La spiegazione al minor impatto ambientale del cibo secco rispetto all’umido è data da vari fattori. Innanzitutto nel cibo secco vi è un minor contenuto di acqua. A pesare di più, però, è il fatto che nel cibo umido il 90% delle proteine presenti è di origine animale, dato che nei croccantini scene al 45%.
La soluzione per rendere il comparto del petfood più sostenibile, secondo gli studiosi, sarebbe utilizzare proteine alternative. Puntando sugli insetti, ad esempio, si stima che l’intera filiera avrebbe un impatto di 10 volte inferiore. “È necessario considerare l’impatto ambientale del cibo per animali domestici – spiegano i ricercatori – poiché è significativo e la popolazione di animali domestici tende ad aumentare. Questa espansione della popolazione di animali domestici aumenta la domanda di prodotti di questo segmento, compresi gli alimenti”. Basta pensare che solo negli Stati Uniti ci sono circa 76,8 milioni di cani e 58,2 milioni di gatti domestici. Tra i primi tre Paesi al mondo per presenza di animali da compagnia ci sono anche Brasile (52,2 milioni di cani e 22,1 milioni di gatti) e Cina (27,3 milioni di cani e 53,1 milioni di gatti).