X Factor 2022, quarto live: le pagelle di Lucia e Michele Monina

Una puntata caratterizzata dalla presenza di un ex importante. Alessandro Cattelan, perchè?


INTERAZIONI: 321

PAGELLE DI MICHELE

FRANCESCA MICHIELIN 2

Da qualche parte, scritto in piccolo, come le fregature nei contratti, deve esserci scritto che far quella che dovrebbe essere super partes ma in realtà è dalla parte dei concorrenti in quanto ex concorrente, e quindi vai con l’emozione, il tifo, anche una sorta di ribellione a certi meccanismi che possono apparire disumani, sia cosa buona e giusta. Perché altrimenti non si spiega come una che non è in grado di tenere su un programma che cade palesemente a pezzi, che si perde al primo problemino dovuto all’essere in diretta, che parla con una ignobile cadenza regionalista (non ignobile in quanto di quella regione, ignobile perché uno che presenta un programma dovrebbe saper parlare italiano correttamente), che sta al ritmo quanto una suite di Philip Glass, quando Philip Glass decide di fottersene del ritmo, è lì, a presentare il programma. E infatti non si spiega. Pessima. Ah, Glass si pronuncia Glass, anche Sky Glass, non Gless. Chiedilo a Cattelan, che almeno l’inglese lo conosce.

STOCAZZETTO 3

In genere, per una sorta di sindrome di Robin Hood, per quell’essere cresciuto in un quartiere socialmente più elevato del mio, per quella ineluttabile caratteristica di essere uno portato sempre a difendere i più deboli dalle angherie dei più forti, quando vedo qualcuno messo sotto dal branco non posso che prendere le sue difese, a rischio di finire per essere io quello che le prende. Nel caso di X Factor, però, non riesco proprio a farmi entrare in simpatia colui che, è indubbio, veste i panni della vittima sacrificale del gruppo di giudici. Del resto, si dice in questi casi, sa benissimo difendersi da solo. Ah, no, ma va bene lo stesso.

DARGEN D’AMICO 5

Ok, lo abbiamo capito. La faccenda del perculare costantemente il suo datore di lavoro, per cui scrive da anni canzoni delle quali, e posso pure capirlo, si vergogna non poco, è tutta una finzione. Parte del gioco. Come del resto è parte del gioco star lì a far finta, male, di interessarsi dei concorrenti in gara, dietro quegli occhiali è evidente la grande voglia di essere altrove a fare altro. Peccato, perché si sperava in lui per non dover ricorrere al liquido contenuto nel diffusore di essenze che si trova proprio sotto la mia televisione, liquido che sto bevendo per provare a far passare più velocemente il tempo, mai come durante X Factor lento e dilaniente.

RKOMI 4

Fermarsi in uno di quei banchetti che solitamente si trovano fuori dalla stazione  Centrale, quello dove tre o quattro truffatori, uno nelle parti del biscaziere, uno o due dei vincitori, uno dello spettatore, provano a infinocchiarti con il gioco delle tre carte, fermarsi ben sapendo che è una truffa, una truffa conclamata, che va avanti da sempre contando su polli che abboccano come niente fosse di fronte a questi trabocchetti, fermarsi sapendolo e nonostante questo fermarsi, iniziare a vincere, e poi, zac, di colpo perdere tutto e incazzarsi come se quella non fosse una truffa, ma un gioco vero e proprio, ecco, Rkomi che sta lì risentito verso X Factor è così, un pollo che ha puntato sulla carta sbagliata e se la prende nonostante sapesse sin da principio come sarebbe andata a finire. Vederlo che fa il patatino con Beatrice Quinta, nelle clip settimanali, lo trasforma da colui che si voleva rivendere come Pennywise, la street crediblity, il torso nudo, quelle robe lì, e invece si scopre Krusty il Clown. La stessa street credibility di Vanilla Ice. Frienzonato in prima serata, fortuna che nessuno è davanti allo schermo.

AMBRA 4

Vi sarà capitato, immagino, di parlare con qualche persona con un dettaglio del proprio aspetto particolarmente evidente, che so?, uno strabismo accentuato, una sesta di seno, un naso adunco. Peggio, vi sarà capitato di conoscere qualcuno di cui avete scoperto un dettaglio fisico solitamente tenuto nascosto, non voglio entrare nello specifico, che di colpo vi è diventato noto. Ecco, non sarete stati in grado incontrando questa persona, pur ripetendovi che era assolutamente la cosa da evitare, di fissare insistentemente il dettaglio in questione, o nel caso del dettaglio nascosto, di pensarci, lì a fissare quello strabismo, nello specifico chiedendovi tutto il tempo quale dei due occhi guardare, quella sesta di seno, quel naso adunco. Errore madornale, certo, ma inevitabile. Conosco Ambra personalmente, e non ravviso aspetti fisici di tale fatta, né sono a conoscenza di dettagli nascosti, sia chiaro, ma è un fatto che da che ho ascoltato la canzone che ha fatto con Tiziano Ferro, Ambra/Tiziano, indicata non a caso da altri come la più brutta canzone dell’anno, non posso guardare Ambra in tv senza pensare a quella cosa inascoltabile, provando un vago senso di disagio. Assai peggio, per intendersi, che se guardandola lì seduta sullo scranno del giudice di X Factor io dovessi pensare al suo culo, faccio un esempio. Solo una domanda mi resta fissa in testa, ma perché circoscrivere solo all’anno in corso la faccenda della canzone in questione. A me sembra proprio la più brutta e basta.

ALESSANDRO CATTELAN N.C.

Perché?

GIORGIA 9

Esattamente cosa gli si può dire a Giorgia? A parte che è una interprete come ce ne sono poche al mondo, capace di elevare allo stato angelico anche canzoni che, in bocca a altri, risulterebbero magari irrilevanti e che è una artista che anche col suo starsene fuori dal mercato per così tanto tempo, fuori dai giri giusti per così tanto tempo, risulta sempre pressoché perfetta? Niente. È perfetta, appunto. Canta e passa questa voglia di drogarsi che altrimenti ti attanaglia per tutta la puntata, lei è davvero un dono di Dio.

BEATRICE QUINTA 8

Ribadiamo il concetto già espresso settimana scorsa. Preso atto che non è di talento che si parla quando si parla di X Factor, di talenti da queste parti ne sono transitati pochi, negli anni, e quei pochi che vi sono transitati sono quasi sempre usciti presto e male, o sono passati inosservati, costretti a sembrare omologati ai non talenti per poter andare avanti nella gara. Preso atto che quindi è il carisma, al limite, inteso come capacità di bucare lo schermo, quel che si cerca, certo, aiutato dal lavoro di regia e autori, ma ci dovrà pure essere qualcosa per cui uno spicca e uno no. Ecco, preso atto di tutto questo, il trash elevato all’ennesima potenza che Beatrice Quinta sforna a ogni esibizione, quella sessualità poco sensuale, quella voglia di urlarci contro anche se noi siamo amanti del silenzio assoluto, è la cosa che più ci si avvicina. Certo, la musica è altra cosa, ma non stiamo mica parlando di musica, qui.

PS

Anche io ho pensato tutto il tempo a Rkomi, potere della suggestione.

TROPEA 3

Quando una società di calcio non ha abbastanza economie per cambiare allenatore, nonostante la squadra non vinca manco quando le avversarie schierano i pulcini, e benché non vinca mai si ostina incontrovertibilmente a schierare sempre la medesima formazione, sbagliando i ruoli, gli schemi, anche i cambi, quando necessari, ecco, viene da pensare che il problema non sia tanto la rosa, quanto proprio l’allenatore. Qui, invece, il problema è sia l’allenatore, Ambra, che canna sempre i brani, che la rosa, perché i Tropea sarebbero pure una buona squadra, ma giocano a basket, mentre il campionato sarebbe quello di calcio. Prova ne è che quando fanno l’inedito, ormai troppo tardi, funzionano bene. Non benissimo, intendiamoci, ma bene, toh, benino, dai, hanno un buon titolo, la canzone continua a far cagare.

LINDA 2

Da giovane ho fatto qualche torneo di volley. Non perché fosse uno sport che mi affascinava. Né perché fossi particolarmente portato per. Ero bravino, atletico quanto lo può essere un giovane magro, sì ero magro, che passava buona parte del suo tempo libero a giocare a calcio o suonare. Giocavo con i miei amici, gli stessi con cui giocavo a calcio e suonavo, e lo facevo prevalentemente perché d’estate i tornei di volley erano organizzati in luoghi fighi, al mare, all’epoca non c’era il beach volley, e a vederci c’erano tante ragazze. Non mi sono però mai appassionato di questo sport, neanche quando l’Italia ha avuto successi mondiali. Forse perché dello spirito patrio me n’è sempre fregato meno che del volley. Tutto questo per dire che non ho mai capito perché, nel volley, c’è in campo uno che indossa una divisa diversa dagli altri. Non come il portiere nelle squadre di calcio, lì la divisa diversa è dovuta al fatto che può prendere la palla con le mani, è ovvio. C’è ‘sto tizio, o ‘sta tizia, vestito/a in maniera diversa, inspiegabilmente. Ecco, Linda è dentro questo X Factor la tizia che veste diversamente dagli altri, ma a differenza di quel che capita nel volley, lei veste diversamente perché fa sempre e soltanto una stessa cosa, meccanicamente, canta la sua disperazione. Nello specifico, poi, Linda è quella che veste diversa perché, in quanto rappresentante della comunità LGBTQ+, le fanno incontrare la fidanzata a beneficio di camera, tanto per non discriminarla, unica a farlo. La canzone si intitola Fiori sui balconi, ma è talmente brutta che la avrei intitolata Fiori sui coglioni, tanto sono diventati vasti ascoltandola, infatti, ho cominciato a piantarceli io durante l’esibizione. Patetica, ma non come quella vera.

SANTI FRANCESI 7

“In quanto a eleganza non ce lo mette in culo nessuno, dico bene signora”. Leggenda vuole che sia così che si espresse decenni fa in quel del Teatro delle Muse di Ancona Paccalosse, portuale che era finito, per motivi incredibili, all’opera a fianco di nobildonne locali. Un modo non proprio coerente con quel che si voleva esprimere. Ecco, l’eleganza dei Santi Francesi mi sembra un po’ posticcia. Certo, non volgare come Paccalossa, il cui nome era una crasi tra paccare, cioè spaccare, rompere, e ossa, perché oltre a non essere elegantissimo, evidentemente, era anche un filo violento, ma stucchevolmente finta, di facciata, patinata. Li aspettiamo al prossimo concorso con un altro nome, dopo The Jab a Musicultura e Santi Francesi a X Factor. Bravini, ma ripetendomi, non ci vivrei.

LUCREZIA 2

Montalbano. Ho provato più volte a vedere lo sceneggiato tratto dai libri di Camilleri, interpretato dallo Zingaretti che non fa il politico, credo Luca. Ma dopo pochi minuti ho sempre cambiato canale, perché non mi piaceva. Di più, non riuscivo proprio a capire cosa ci fosse di interessante. Certo, i posti erano belli, Vittoria, Modica, il siracusano. Certo, Zingaretti è pure bravo e così gli altri protagonisti e anche i caratteristi. Ma è proprio l’idea di quel tipo di film lì, dove in un posto inculato succede sempre di tutto, che non mi attrae. Non mi attraeva neanche la Signora in giallo, per intedersi. Ecco, Lucrezia non mi piace. E non la capisco. E lei non ha neanche Zingaretti, i caratteristi, i luoghi o quel che è che mi faccia dire “non so perché ma non mi piace”. È proprio chiaro perché non mi piace. È irrilevante artisticamente e emotivamente. Come il suo singolo, un plagio fatto molto male di Il posto più freddo de I Cani. Stando al risultato finale non è solo a me che non piace, ma anche agli altri quattro gatti che guardano il programma, giudici inclusi.

PS

La sua versione di Teardrop dei Massive Attack è finita sulla Treccani come illustrazione della voce “rottura di coglioni”, a ragione.

OMINI 5

Uno dice, è vabbeh, ma stai vedere che anche stasera gli Omini se ne staranno nella loro comfort zone, parola che dopo questa edizione di X Factor farà nel mio immaginario la stessa fine di resilienza, apericena o narrazione, sarà bandita per sempre. E grazie al cazzo, è il loro singolo, mica uno fa un singolo andando a frequentare il campo d’azione di qualcun altro. Poi invece gli Omini fanno Matto, scritto per loro da Appino, che evidentemente odia X Factor, e di colpo capiamo che il motivo per cui gli Omini avevano sempre cantato in inglese, oltre che per come dicono “Stay Tuned”, in bocca a loro Steituned, perché in Italiano fanno cagare. O forse è la canzone che fa cagare, credo. Anzi, ne sono certo. Peccato.

JOELLE 3

Quando d’estate fa particolarmente caldo il vapore crea sull’asfalto quei giochi di luce che, fossimo nel deserto, potremmo chiamare miraggi. C’è questa specie di effetto pixellaggio che scontorna i dettagli, rende tutto nebbioso, poco decifrabile. Joelle è un po’ così, scontornata, inafferrabile senza però il fascino del misterioso, impalpabile come un ectoplasma. In pratica una Casper prestata alla forma canzone, e manco tanto prestata. Non fosse che lì era un uomo, anche piuttosto dotato, una sorta di donna invisibile di Crepax, che però sembra non provocare piacere in nessuno. La canzone non sarebbe male, non fosse che la interpreta il grande nulla col bel sorriso.

DISCO CLUB PARADISO 0

Ora possiamo dirlo, dopo quattro live e i passaggi vari alle varie audizioni, ogni volta che i Disco Club Paradiso passano dentro la nostra televisione ci viene voglia di scendere in strada, fermare una macchina a casa e picchiare a sangue il conducente, nella speranza che in qualche cosa somigli a uno qualsiasi dei membri di questa band, possibilmente il cantante o il sassofonista, quanto di peggio ci è capitato di vedere dalla prima edizione in questo programma, e non solo in questo programma. Li ascolti e hai una esperienza di premorte, e comunque è meglio che ascoltare loro.

PAGELLE DI LUCIA

FRANCESCA MICHIELIN 2

Per i primi secondi iniziali ho sperato ci fosse un ritorno di Cattelan, ho sperato la redazione si fosse resa conto della pessima scelta di aver preso lei, ma purtroppo non è andata così, e ci siamo sorbiti un’altra pietosa conduzione di Francesca Michielin.

FEDEZ 5

A me non piace, dopo anni di pagelle direi che lo sanno tutti, forse pure lui, ma oggi è stato l’unico, oltre a Dargen, a aver dato qualche giudizio sincero e pensato e non aver fatto il paraculo come a suo solito e come solito degli altri. Oltre a questo come al solito inutile e noioso. La cosa che però mi fa più ridere, è che quando inquadrano lui viene ripresa sempre Chiara Ferragni dietro, mi piace come i tempi evolvano finalmente, un tempo la donna veniva affiancata all’uomo, in questo caso possiamo trovare un lampante esempio del contrario.

RKOMI 4

L’unica cosa positiva di Rkomi era che almeno dava giudizi sensati, a tratti, duri e sinceri, anche cattivi, se serviva, ma oggi, non so se è stata la friendzone a livello nazionale da parte di Beatrice Quinta, o l’aria natalizia che si avvicina, ma ha deciso di essere buono con tutti, ma neppure sincera, improvvisamente tutti sono diventati bravissimi, dei cantanti strabilianti che lo fanno emozionare e lo lasciano senza parole,sembri gli stessi artisti che settimane fa aveva paragonato a clown e aveva distrutto in tutti modi possibili. Rkomi capisco che vestito in quel modo dimostri di non saperne molto di conquiste femminili, ma non penso sia questo il modo di raggiungere il cuore della sua amata Beatrice.

DARGEN D’AMICO 

Dargen a me non dispiace come giudice, non ha paura a dire la sua, tiene testa, fa battute, ovvio, penso non sia persona da giudice di Xfactor, ma tra gli scempi fatti dai colleghi, possiamo accontentarci direi. E poi ripeto, io lo seguo solo perché insulta Fedez.

AMBRA 4

Ambra, ti ho sempre dato la sufficienza, perché mi stai simpatica, nonostante tu abbia oggettivamente la squadra più scarsa e nonostante non ne capisca nulla di musica e sia chiaro ormai a tutti, ma oggi non ne hai fatta giusta una. Oltre, come al solito, a dare solo giudizi positivi, palesemente falsi, ma non puoi non accettare critiche ai tuoi concorrenti, uno perché non sei loro, quindi dovresti prenderla meno sul personale e in secondo luogo, perché lo scopo dei giudici e della gara è anche questo, non capisco dopo tanti anni di televisione come non faccia a capirlo.

BEATRICE QUINTA 8

Lo sapevo che lei mi avrebbe conquistata, dovevo solo darle il giusto tempo per tirare fuori la sua furia sul palco, la sua confidence e il suo sex appeal, ma non fraintendetemi. Non parlo di bellezza, parlo di un sex appeal artistico, del suo personaggio, della sua presenza scenica, che a parer mio è assurda per essere la prima volta in televisione. La canzone a me è piaciuta, la vedo adatta a lei e penso funzioni bene, ma non solo, penso me la ascolterei fuori, anzi, me la ascolterò fuori, senza il penso.

TROPEA 5

Loro non fanno schifo, ma sono una di quelle band che vedi alle fiere di paese per intrattenere i vecchietti che dopo un piattone di polenta e salsiccia si andranno a scatenare con i balli di gruppo, nessuno sa le canzoni, nessuno sa chi siano, nessuno li ascolta veramente, anche perché hanno quasi tutti l’apparecchio acustico ma va bene così. Detto questo il pezzo non mi piace, ma c’è di peggio.

LINDA 5

Prima di parlare dell’inedito vorrei soffermarmi sul video presentazione, perché mi preme di più chiedervi c’era bisogno di sfruttare l’omosessualità e la relazione di questa ragazza? No, perché parliamo molto di normalizzare, ma poi ci ritroviamo sempre a giocare sulle differenze e sofferenze di terzi, solo perché fa audience e solo perché dovete dimostrare che siete aperti, questa è la dimostrazione che aperti non si è, e che in Italia dalla normalizzazione siamo ancora ben distanti, ma questa non è minimamente colpa di Linda, ovviamente, ma della redazione. A parte questo, Linda è una lagna, è pesante, mi aveva già stufata la seconda puntata, la canzone è monotona e prevedibile, quindi per me è un no.

SANTI FRANCESI 8

Loro, lo ripeterò allo sfinimento, sono i più bravi lì dentro, sanno cantare, la voce è splendida, ma soprattutto sono gli unici che sono degli artisti già fatti e finiti, hanno un loro stile ben definito, hanno un’armonia insieme, sanno stare sul palco, come fossero a casa propria, non avranno problemi fuori di qui. Non do un voto maggiore non perché non mi siano piaciuti, anzi, la canzone è splendida, ma speravo di ascoltarmi qualcosa di nuovo.

LUCREZIA 4

Mi fa ridere che ogni volta che qualcuno da un parere negativo su Lucrezia, in una qualsiasi puntata, o Ambra o la Michielin, decidono che non è utile, non è necessario, e li bloccano, quello che mi chiedo io allora è, cosa è venuta a fare Lucrezia ad Xfactor se nessuno la può giudicare? Ma soprattutto chi è Lucrezia per non essere giudicata da nessuno? Detto questo la canzone fa cagare, ed è oggettivo, non è sua, sembra una cover, lei non ha un timbro suo, non ha uno stile suo, non ha un personaggio suo e non ha neppure un brano suo, perché ci si mettono due secondi a capire che non è nulla di nuovo. È stato bello, ciao.

OMINI 6.5

Loro mi piacciono, hanno talento, energia, sono bravi, stanno facendo un percorso di tutto rispetto, poi è vero, sono giovani, hanno ancora molto da imparare, ma a me piacciono, e mi sono piaciuti anche oggi, la voce è bella, la musica pure, l’hanno suonata bene e sono felice, finalmente, di aver ascoltato un pezzo anche in italiano, che era da un po’ che volevo sentire, peccato che il brano si sentiva non fosse scritto da loro, l’ho trovato un po’ noioso, sono certa avrebbero potuto portarci di meglio, ma nonostante ciò meritano il posto alla semifinale, essendo tra i pochi con talento lì dentro.

JOELLE 5–

Concordo con Dargen, che si vede che è pura, e questa cosa mi piace di lei, sembra proprio simpatica, vera, molto genuina, ma a livello musicale non ci siamo, e purtroppo lei è in questo programma per questo motivo, non per altro. Il brano era un qualcosa di trito e ritrito, niente che mi lasci qualcosa di speciale o mi dica chi è veramente Giorgia, sia come persona che a livello musicale, e questo è un problema.

DISCO CLUB PARADISO 4

Questa canzone partiva anche bene, sia musicalmente, che come testo, simpatico, poteva diventare una hit, rimanere in testa, magari anche passare d’estate nei locali, ma la parte rap rovina tutto, prende un possibile tormentone leggero e ironico in una cagata trash. E questo giudizio è mirato solamente a questa canzone, ovviamente, perché se dobbiamo giudicare loro in generale, il loro percorso, le loro performance, sappiamo tutti cosa ne penso e cosa ci sarebbe da dire. Ambra l’ha giudicati dicendo “caciara pop”, in modo affettuoso, ma la verità è proprio questa, fanno solo caciara, casino, non piacevole, non armonioso, non sensato, non artistico. Non penso ci sia molto altro da dire.

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