Piero Pelù contro i mondiali in Qatar, l’appello sui social: “Boicottiamo”

"Io non seguirò questo calcio sporco di sangue e denaro": anche Piero Pelù prende posizione contro i mondiali in Qatar

piero pelù contro i mondiali

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Un teschio con una grande sfera da calcio al posto del cranio: questa la copertina scelta nell’appello di Piero Pelù contro i mondiali in Qatar pubblicato sui social nelle ultime ore.

Il dissenso di Dua Lipa

La presa di posizione di Piero Pelù arriva dopo la nota pubblicata da Dua Lipa in cui la popstar ha smentito la sua partecipazione alla cerimonia di apertura dei mondiali di calcio. Dua Lipa ha spento i rumor che parlavano di un suo concerto, e nel farlo ha ricordato che il Qatar avrà una sua visita quando i diritti umani saranno estesi a tutti, ma fino a quel momento “tiferò Inghilterra da lontano”.

I temi più discussi oggi sono i diritti della comunità LGBTQ+ e quelli dei migranti, in un Paese che ha ancora tanto da lavorare per garantire sicurezza ed eguaglianza al suo popolo. Recentemente altri artisti di fama internazionale hanno aderito alle proteste. Tra gli artisti italiani troviamo Piero Pelù.

Piero Pelù contro i mondiali in Qatar

Con il messaggio di Piero Pelù contro i mondiali in Qatar ritroviamo l’attivista prima dell’artista. Da sempre il frontman dei Litfiba si è battuto per i diritti umani, contro la mafia, contro il razzismo e contro l’omofobia, oltre a sottolineare a più riprese la sua posizione antifascista.

Recentemente, inoltre, i tifosi romanisti della Curva Sud hanno esposto uno striscione con la scritta: “Migliaia di lavoratori morti, devastazione ambientale, Qatar 22 vergogna mondiale.

Anche Rosario Fiorello, durante Aspettando Viva Rai2, ha dichiarato: “Avete sentito cosa hanno detto degli omosessuali?”, riferendosi all’esternazione dell’ex calciatore Khalid Salman che in un’intervista ha parlato dell’omosessualità come danno mentale.

Ecco l’appello di Piero Pelù:

“Sono felice che già molti artisti della musica e anche il nostro Rosario Fiorello si stiano schierando contro il governo del Qatar, come anche federazioni calcistiche, associazioni non governative e gli stessi ultras con i loro striscioni nelle curve degli stadi di tutto il mondo. Questo perché per realizzare le strutture dell’imminente Mondiale di calcio, il Qatar ha schifosamente calpestato i minimi diritti della dignità umana (‘LGBTQ+ sono dei malati’) e dei lavoratori che sono stati schiavizzati per anni.
Dal 2010 ad oggi, secondo un’inchiesta del Guardian, sono ben 6500 i lavoratori migranti morti nei cantieri qatarioti destinati ai Mondiali e almeno 100.000 quelli sfruttati e vittime di abusi, a detta di Amnesty International. Io non seguirò questo calcio sporco di sangue e denaro“.

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