Il figlio di Gino Santercole racconta Celentano a Oggi è Un Altro Giorno: “Ecco cosa succedeva nella via Gluck”

"Ogni giorno in via Gluck era un festival", ecco il racconto di Simone Santercole sul Clan di suo padre Gino e Adriano Celentano

celentano a oggi è un altro giorno

Ph: Nikita Kozyrev/Wikimedia


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La musica di Adriano Celentano a Oggi è Un Altro Giorno è un perfetto viaggio nel tempo. Lo racconta Simone Santercole, figlio del grande Gino Santercole del famoso Clan del Molleggiato. Insieme vissero nella via Gluck, insieme respirarono ciò che succedeva nelle periferie e nei quartieri popolari, ma soprattutto dalle loro mani e la loro voce nacquero canzoni immense alle quali ancora oggi dobbiamo rendere grazie.

Simone svela tanti aneddoti sui brani che hanno reso Celentano uno dei cantanti più importanti della scena italiana. Il primo riguarda Una Carezza In Un Pugno, che Gino scrisse in un periodo in cui ascoltava Frank Sinatra. Fu proprio The Voice a ispirare la melodia della ballata più bella di Celentano, ma dietro la storia del Clan c’era di più.

Come detto in apertura, Celentano e Santercole erano cresciuti nella via Gluck e lì “venivano trattati come terroni”, racconta Simone. “Fate troppo casino con quelle chitarre”, dicevano ai due ragazzi. Con queste basi nacque il Clan, nome mutuato dalle grandi etichette statunitensi che poi divenne un punto di riferimento di buona parte della discografia italiana. “La via Gluck era un festival tutti i giorni”, racconta Simone per sottolineare quanto suo padre e Adriano Celentano fossero votati interamente alla musica.

Celentano è ancora rock’n’roll, anche quando ne Il Ragazzo Della Via Gluck si concede un folk acustico malinconico, ma nelle sue note c’è tensione e innovazione. Nel 1966 quel brano fu presentato al Festival di Sanremo ma non arrivò alla finale. Due giorni dopo l’esclusione, Il Ragazzo Della Via Gluck fu proposta su altre reti e da quel momento iniziò il successo del Molleggiato.

In studio anche Gianni Dall’Aglio, già batterista dei Ribelli, che racconta di quel primo incontro con Adriano Celentano quando il Molleggiato gli disse quella frase entrata nella memoria collettiva: “Sei forte, eh”, un complimento meritato dopo una jam session di cover di Little Richard, la monumentale Tutti Frutti.

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