Mogol canta Lucio Battisti con Pierluigi Diaco, da La Canzone Del Sole a I Giardini Di Marzo

Mogol ricorda Lucio Battisti a Bella Ma' con Pierluigi Diaco. Insieme rendono omaggio all'artista sulle note de I Giardini Di Marzo e La Canzone Del Sole

mogol canta lucio battisti

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Visibilmente commosso, la voce rotta dall’emozione e un coro che eleva a favore di telecamera le note più belle della musica italiana: così Mogol canta Lucio Battisti accompagnato da Pierluigi Diaco alla chitarra in diretta su Bella Ma’, Rai 2.

Mogol canta Lucio Battisti

Senza Mogol non avremmo buona parte della musica leggera italiana. Per questo Giulio Rapetti – questo il nome di battesimo del paroliere – è ancora oggi uno degli esempi più alti della scena degli ultimi 60 anni, dal momento che la sua penna ha firmato i più grandi capolavori di Mina, Adriano Celentano, Lucio Battisti e tanti altri.

Quando si parla di Mogol, quindi, non si può non citare il cantante di Poggio Bustone, ancora vivo per la sua grande lezione di stile oggi ereditata dai cantautori contemporanei. Il richiamo alla memoria è d’obbligo, per questo il conduttore Pierluigi Dialogo imbraccia la chitarra acustica a intona insieme al pubblico e al paroliere due delle canzoni più belle portate al successo da Battisti: I Giardini Di Marzo e La Canzone Del Sole.

Mogol si lascia scappare qualche sorriso commosso, gli occhi si fanno lucidi e il resto lo fa la musica immortale di Battisti.

Il ricordo di Mogol

Quello tra Mogol e Battisti non fu un semplice sodalizio artistico. I due erano legati anche da una profonda amicizia di cui Rapetti ricorda uno dei momenti più intensi. Poco prima di scrivere Emozioni, nel 1970, lui e il cantante di Poggio Bustone montarono in sella ai loro cavalli e insieme viaggiarono da Milano a Roma:

“Ricordo che ci fermammo a Marina di Massa per vedere i Mondiali e lasciammo i cavalli legati a un pino. Passavamo lungo le montagne, non ci vedeva quasi nessuno. Ovviamente, transitando nei paesi, la gente ci riconosceva e ci salutava”.

C’è, poi, la parte mistica: Mogol dichiara di essere molto credente e ricorda la scrittura de L’Arcobaleno, brano contenuto nell’album Io Non So Parlar D’Amore di Adriano Celentano e dedicato proprio a Lucio Battisti. Mogol sostiene che due persone che non si conoscevano mi hanno mandato lo stesso messaggio, anche se “la storia è troppo lunga”.

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