X Factor 2022, secondo live: le pagelle di Lucia e Michele Monina

Ma per quale cazzo di motivo in questa edizione di X Factor tutti piangono, non fosse che per il programma che stanno mettendo in piedi, mi sfugge


INTERAZIONI: 110

PAGELLE MICHELE

FRANCESCA MICHIELIN  2

Qualcuno deve aver fatto notare che l’età media di chi guarda la televisione è di sessant’uno anni, come del resto anche l’età media della nazione tutta, e che continuare a chiamare questo ipotetico sessantunenne, sempre che ci sia in effetti un sessantunenne che guarda X Factor, o meglio, che ci sia qualcuno che guarda X Factor, anche quest’anno i numeri sono da lezioni di fisica alle due di notte su RAI3, mentre sulle rete private andava di scena Selen o Maurizia Paradiso, continuare a chiamare questo ipotetico sessantunenne “regaz”, forse, superava le soglie del ridicolo e scivolava inesorabilmente nel patetico. Per questo l’ha mollato per strada, passando a una sequela di Wow, Adoro, Figata e Mi viene da piangere che ha subito rotto il cazzo, così, senza bisogno di crescere nel tempo.  Questa cosa del pianto, poi, è davvero assurda. Piange sempre, per motivi non comprensibili, e dire che potrebbe piangere per quel che sta facendo sul palco, se solo fosse un pò lucida. Del resto continua anche a fare dischi nonostante non è che la sua carriera su quel fronte sia stata esattamente costellata da hit né da dischi guardati con favore dalla critica (parlo della critica vera, non di quella di gente quali i Pool Guys, che stando a quattro zampe non riescono a scrivere perché a differenza di un Daniel Day Lewis in Il mio piede sinistro, si ostinano a farlo, male, con le mani, nel loro caso per altro dovrebbero imparare a farlo infilandosi un qualche cosa in bocca, e con questo digitando sui tasti del pc, o visto quello che solitamente scrivono nel culo, ma questi sono dettagli tecnici). Il risultato è comunque una conduzione che fa apparire il tipo che l’anno scorso ha sostituito Cattelan, coso lì, Tersigni, una sorta di Jimmy Fallon, e fa diventare i nostri testicoli qualcosa di simile a quelle sfere di non so cosa che si compravano un tempo da Lush, quando andare da Lush era figo perché era una novità, le buttavi nella vasca e si gonfiavano a dismisura.

STOCAZZETTO 3

Quando Lucia, che con me condivide queste pagelle, che per altro sono il solo valido motivo per cui vedere X Factor, anche se le si potrebbe benissimo leggere senza vedere X Factor, forse anche scrivere senza vedere X Factor, comunque, quando Lucia, che con me condivide queste pagelle, faceva le scuole medie, aveva un’insegnante di Inglese che credo potrebbe serenamente rientrare nella categoria borderline, una di quelle, a dirla tutta, che quella borderline l’aveva attraversata da tempo, e si lasciava andare a tutta una serie di comportamenti non esattamente deontologicamente corretti, al punto che di lì a breve venne allontanata non solo dalla scuola, ma dall’insegnamento tutto. Nella medesima scuola di mia figlia, ma un paio d’anni più piccolo, c’era un tipo, un ragazzino, che era solito vessare i bambini delle elementari, quelli più piccoli di lui. Capelli lunghi e neri, magliette heavy metal, sembrava un po’ un serial killer da piccolo in un film di Rob Zombie, e i più piccoli ne erano letteralmente terrorizzati. Un giorno la professoressa borderline, lasciandosi andare a quella che nella sua testa, probabilmente, era razionalità, ha preso il ragazzino e ha ripetutamente sbattuto la sua testa sul banco, fino a farlo sanguinare. Chiaramente quello fu il passo per il suo allontanamento, ma anche quello per la fine della storia da bulletto del ragazzino, da lì in poi divenuto quello che le aveva presa dalla professoressa. Questo per dire che Stocazzetto, qui, vuole passare per il cattivo di turno, quello che ha le battute affilate, che organizza strategie nelle quali gli altri giudici cascano come allocchi, e grazie al cazzo, parliamo di questi giudici qui, ma finisce per passare per un cattivo da film della Disney, solo molto più antipatico, uno che se mai incontrasse una qualsiasi professoressa ne uscirebbe fuori con la testa sanguinante, altro che cattivo. Credibile come un costume comprato su Amazon di Halloween all’ultimo momento.

DARGEN D’AMICO 5

Credo che solo Renga a Amici abbia palesato con altrettanta costanza il disagio di trovarsi dentro un talent di cui, evidentemente, non gli fregava nulla. E credo che le battutine che si fanno sempre più acidelle, stavolta a tema fisso “i rave”, i giudizi dati anche un po’ alla cazzo di cane, quei refrain che facevano forse sorridere durante le audition ma che al secondo live suonano banali come giusto una hit estiva dei Boomdabash sono l’evidenza di una scelta sbagliata, la sua e forse anche quella di chi ha selezionato i giudici, sempre che la selezione non l’abbia fatta direttamente l’altro giudice, quello cattivo, che si è portato dietro amici e parenti. Il fatto che non conosca gli Snow Patrol mi sembra attesti che a volte ci facciamo certi film, sul tasso di cultura di certi personaggi, ma poi basta una scoreggia fatta a favore di camera perché tutto svanisca. Noiosamente annoiato.

RKOMI 5

Uno che ha provato a costruire la propria carriera sulla credibilità, non potendo certo contare su doti canore, e magari anche un po’ sull’aspetto, Rkomi da Calvairate, semiperiferia di Milano da cui è arrivato anche Costantino Vitagliano, stesse camice lasciate costantemente sbottonate su un petto implume, di colpo diventa un gattino puccioso che illanguidisce gli occhi chiari, commuovendosi e poi tirando fuori perle di banalità che fanno apparire le sue trovate liriche, se possibile, stiamo parlando per paradossi, poetiche. Certo, in quel contesto appare come la famosa Cindy Crawoford della nota barzelletta, perché almeno palesa un minimo di umanità, seppur infarcendola di sfrondoni grammaticali e di stucchevolezza. Come si diceva una volta, in tempo di guerra ogni buca è trincea, anche se si parlava d’altro, ecco, Rkomi è la nostra buca, almeno per ora. La perla rkomiana di questa sera è il rischio di non rischiare, al pari con il dire che Chasing cars sia piatto, cioè l’autore di La coda del diavolo ha detto che Chasing cars è piatta, dai, che bello.

AMBRA 4

Ho la vaga impressione, zappingando tra qui e Rete4, che questo non sia esattamente il periodo migliore di Ambra, almeno televisivamente parlando. Forse è arrivata su quel tavolo con una decina d’anni di ritardo, e nell’edizione dello sbaraccamento, per di più. Il risultato è quello che possiamo vedere (se come immagino non lo state vedendo ve lo descrivo ora qui, mi pagano anche per sollevarvi da certi patemi), un continuo provare a fare l’empatica che risulta credibile come una Margherita Buy che di colpo si trovasse a fare al cinema il ruolo di una particolarmente calma e affatto nevrotica. L’aver messo in piedi la peggiore squadra di sempre in questo talent, per altro, sicuramente non aiuta il suo autodefinirsi grande esperta di musica. La sola consolazione sta nel fatto che X Factor tra cinque settimane sarà finito, e di tutto questo non resteranno altro che lacrime nella pioggia. È tempo di morire.

MORGAN N.C.

Mi ha sempre fatto molto ridere l’espressione “stai sputando nel piatto in cui hai mangiato”. Perché se ci hai già mangiato, penso, nel piatto ci potresti anche cagare, e perché, volendo, il mondo della musica in questo offre buoni spunti, c’è gente che caga o fa cagare anche nei piatti in cui ancora deve mangiare, figuriamoci sputare. Morgan, veniamo a lui, ha detto di X Factor ogni male, fino a ieri, ma stasera decide di calcare di nuovo quel palco, dove lui, parole sue, ha fatto meglio di chiunque altro. Se va bene a Simon Cowell e a Fremantle non sarà sempre chi ha sputato a tirarsi indietro. Almeno qualcuno che con MTV abbia avuto a che fare su quel palco ci è finito, e senza neanche dire “che figata” o altre amenità del genere. Detto questo Morgan si mangia gli altri giudici, parla, straparla, fa Morgan, è Morgan. Lo senti dire che le Gymnopedie di Eric Satie, francese, hanno buttato le basi di tutto il pop inglese, così, senza fornire altre spiegazioni, e subito ti coglie un senso di nostalgia per quando almeno qualcuno che ci provava a parlare di musica da quelle parti c’era. Resta il dubbio amletico su un altro fatto, che però con X Factor c’entra poco, credo, ma magari sbaglio. Da diciannove anni a questa parte Morgan si ritrova a eseguire come sua hit Altrove, brano notevolissimo, intendiamoci, ma pur sempre e solo Altrove. Un po’ come Antoine quando cantava Mi tirano le pietre. Non è arrivato davvero il momento di tirare fuori n disco nuovo?

BEATRICE QUINTA 6

Non ho mai particolarmente amato Tutti i miei sbagli dei Subsonica, né come canzone in sé, né per quel fatto di aver portato per la prima volta sul palco del Festival di Sanremo un mondo, quello dell’underground che era rappresentato dal Tora! Tora!, andando in qualche modo a fare da incipit alla rovinosa fine del concetto di indipendenza, col risultato che oggi ci troviamo in circolazione gente come Tommaso Paradiso o gli Psicologi. Trovavo che i Subsonica avessero fatto di meglio, e che di meglio sarebbero poi tornati a fare. Sentita però questa versione, meno tamarra e per una volta senza quel tasso di erotismo alla Karin di Boris che fin qui Beatrice Quinta ha sempre infuso in ogni sua esibizione, posso dire che Tutti i miei sbagli ha un suo perché. Per stavolta sul pezzo, ma sappiamo che la zarra che è in lei scalpita per uscire.

TROPEA 2

Avete visto tutti, non fate finta di no, avete anche zoomato con le dita, le immagini in topless di Madonna, in questi giorni. Non esattamente qualcosa che renda onore alla Madonna che fu, e non sto certo facendo body shaming, Madonna è per sua natura oltre il semplice concetto di corpo. Ecco, la cover di Ray of Light dei Tropea, band che avrebbe anche tutti gli ingredienti giusti per farcela, ma evidentemente vuole palesare la propria poca stima nei confronti di Ambra andando a fare ogni volta la mossa sbagliata, è una delle cose più brutte che mi siano capitate sotto orecchio negli ultimi tempi, e di cagate ne sono uscite parecchie, eh, come un topless siliconato di colei che, con un solo fare l’autostop a pelo di fuori, aveva letteralmente mandato fuori di testa un intero pianeta e oggi è diventata il fantasma di se stessa.

I SANTI FRANCESI 6,5

Creep è Creep. Un capolavoro che ha fatto capitolare, nei risultati artistici, magari non in quelli commerciali, anche Vasco. I Santi Francesi, però, hanno gusto, e alla fine della fiera tirano fuori quella che risulta essere la cover migliore della serata. Intendiamoci, stiamo parlando di un giocatore professionista che va a vincere una partita di calcio in un campetto di periferia, non esattamente della gara più combattuta di sempre. E ricordiamo che quando diciamo che sono i migliori stiamo parlando di nani che sono appena più alti degli altri nani. Però Creep fatta da loro gira. E già è qualcosa.

DADÀ 6.5

Io tifo Dadà, di cui conosco la produzione precedente a X Factor, fatta col producer di Dargen D’Amico, Fish. Quel mix tra electropop e tradizione, soprattutto orale, napoletana. Stasera Dadà ha il Covid, e si esibisce mestamente sottoforma di ologramma, eseguendo una Toxic di Britney Spears in chiave brass band che non lascia grandi segni e non facendo, come avrebbe mai potuto fare altrimenti?, la cosa migliore mostrata fin qui. Però lei è un talento, e il fatto che abbia fatto tutto da sola lo dimostra, e di talenti da queste parti, negli anni, se ne sono visti davvero pochi, per cui il voto è più a quel che potrebbe fare che a quel che ha fatto.

MATTEO ORSI 2

Uscito di scena l’omonimo di Rocco sta a Matteo Orsi il compito di farci emozionare fino alle lacrime. Scegliere un cult come il brano degli A-Ha potrebbe anche essere una scelta azzeccata, non fosse che confrontarsi coi cult, se non si è in grado di proporre qualcosa di quantomeno originale, è rischiosissimo. Infatti la Take on me di Matteo risulta insipida, fastidiosa, scialba, qualcosa in sostanza che raggiunge il risultato sperato, farci piangere, ma non attraverso la strada giusta, come uno che per arrivare in un determinato posto imbocca un viale controsenso, sotto lo sguardo vigile delle telecamere e della polizia. Detto in tre parole: una cagata pazzesca.

LINDA RIVERDITI 4

Che gli Snow Patrol siano in effetti uno degli undici artisti titolati per omaggiare la MTV Generation mi sembra cosa discutibile, ma forse è solo che ero troppo vecchio nel 2006 per seguire ancora gente come Giorgia Surina o il Nongiovane, del resto hanno affidato a Matteo Orsi una canzone uscita dodici anni prima di quando MTV sbarcasse in Italia e la sigla la hanno affidata a una canzone del 1979, quando MTV non era nata neanche negli USA, l’ignoranza dei giudici di X Factor di quest’anno è forse pari solo allo scarso livello dei concorrenti. Linda canta bene, è indubbio, ma canta tutte le canzoni come fossero Coraline dei Maneskin, il che è come dire che un bomber segna tutte le partite, ma segna facendo un tiro di punta da un metro a porta vuota, convinto di aver fatto una rovesciata da centrocampo come Ibrahimovic in nazionale. Diciamo che prometteva più di quanto non abbia mantenuto. Kurt Cobain diceva che era meglio bruciare che spegnersi lentamente, ma non credo parlasse di X Factor.

IAKO 3

Volevo fare il figo. Ma ho cinquantatré anni, ho passato le ultime settimane a scorrazzare su e giù per l’Italia e soprattutto ho un subconscio che mi adora al punto da rimuovere tutto quel che di brutto incontro, come quei ragazzi che durante le partiti di basket dell’NBA corrono in campo con lo spazzolone e lo straccio per rimuovere l’umido del sudore in terra, ogni volta che un giocatore cade. Per questo non posso fare il figo. Perché volevo star qui a dire che Iako è in sostanza il corrispettivo di questa edizione 2022 del tizio pelato, con già qualche disco indipendente alle spalle, che l’anno scorso ha imperversato a X Factor, sembrando sempre, costantemente, fuoriluogo e finendo al termine di quella rovinosa edizione nel dimenticatoio, almeno mainstream, nel quale in effetti non poteva che finire. Peggio, perdendo forse un po’ di credibilità presso il proprio pubblico, fatto che in effetti si potrebbe tradursi, metaforicamente o anche solo praticamente, in una bella inculata. Solo che non mi ricordo il nome del tizio, vedi il subconscio appunto, quindi mi tocca semplicemente dire qualcosa a effetto, tipo “Iako è bravo, ma non ci vivrei”, manco fosse Venezia. Bjork, invece, è davvero intoccabile. Lo sanno anche i sassi, ma non Rkomi. È stato breve, e basta.

Ps
Per quale cazzo di motivo in questa edizione di X Factor tutti piangono, non fosse che per il programma che stanno mettendo in piedi, mi sfugge.

DISCO CLUB PARADISO 0

Salirò, brano che ci ha fatto divertire e anche muovere a tempo (ballare è forse troppo), è notoriamente una canzone che tratta, con la sagacia e il talento che Daniele Silvestri possiede in ampie dosi, il tema della depressione. Questo, credo di poter dire con la medesima sicurezza con cui Red Ronnie ci parla di reincarnazione e dell’omicidio voluto dai poteri forti di Jimi Hendrix, i Disco Club Paradiso non lo hanno capito, per questo hanno tirato fuori una versione alla Gruppo Italiano, quelli di Tropicana, con tutto il rispetto per il Gruppo Italiano, che in confronto sembrano i Beach Boys di quando i Beach Boys mandavano fuori di testa Lennon e McCartney. Lui per altro è stonato come una campana, servisse una aggravante. O magari è tutta una operazione surreale, dove questi scappati di casa volevano far deprimere noi, per farci vivere la medesima esperienza che Daniele Silvestri descrive, non fosse che la depressione è una cosa serissima, mentre questa è solo e semplicemente la versione di una canzone eseguita a X Factor che più di ogni altra mi ha fatto cagare.

LUCREZIA 2

Alessio Caraturo, anni fa, ha tirato fuori una versione lancinante di Goldrake, la ricorderete tutti. Niente di particolarmente originale, serie TV come Grey’s Anatomy, che nel mentre fortunatamente è tornata dentro la nostra televisione, con la diciannovesima stagione, si basano anche su versioni malinconicissime di canzoni che in natura erano pimpanti, danzerecce, anche spensierate, oltre a basarsi sulla genialità assoluta di Shonda Rhyme e degli altri autori. Quindi prendere un canone, e Barbie Girl degli Aqua è a suo modo un canone, e rovesciarlo, almeno per intenzione, non è cosa così geniale come magari Ambra ha pensato. Se poi non si ha neanche il coraggio di farlo del tutto, addio. Per altro se lei è un ninja io sono magro e pettinato. Il risultato è orribile, come quasi tutto quel che questa ragazza ci ha proposto, del resto è stata scelta al posto di Talea, che invece di talento ne esprimeva a iosa, forse palesarsi come scialba è un po’ un essere onesta intellettualmente. Per un frammento di secondo, poi siamo tornati tutti in noi, siamo tutti stati un po’ Rkomi che gli ha sbroccato contro, evocando ancora una volta la sola canzone ben fatta fin qui, Teardrop dei Massive Attack.

OMINI 8

Scelta azzeccata, sulla carta, quella di affidare i Beastie Boys a un gruppo basico quale gli Omini, tre ragazzini tutti pop-punk e brufoli. Il risultato ripaga. Un po’ di sano crossover antelitteram eseguito con la maestria di questi tre vecchi rockettari ospitati dentro i corpi di tre ragazzini tutti cazzima e brufoli. Diciamolo chiaramente, insieme a Dadà e i Santi Francesi gli Omini sono i soli che potrebbero sopravvivere fuori di lì, cioè dove in effetti un pubblico c’è, non come davanti alla televisione a guardare X Factor. Per altro Omini, Dadà e Santi Francesi là fuori si stanno già muovendo da tempo, incomprensibile l’essere finiti in quel cesso.

JOELLE 3

L’unico motivo per cui stasera è stata affidata a Joelle, bel sorriso e tutto, ma dai, anche meno, e poi le note vanno tenute, non solo prese, Destinazione paradiso di Gianluca Grignani, è che da giorni sui siti di gossip si vocifera di una lieson del cantautore lombardo con Ambra. Lieson che per altro richiama a una vecchia lieson, ai tempi dell’esordio del nostro. Altrimenti non si spiega. Solo che sacrificare Joelle sull’altare del gossip non è esattamente la mossa migliore, se ci si vuole far passare per buona l’idea che Joelle sappia cantare. Infatti non abbocchiamo, mica siamo nati ieri. Piccola notazione a margine, capire cosa si sta cantando, parlo di testo, e provare a dare senso alle parole, non guasterebbe, si parla di suicidio e a cantarla come fosse qualcosa di leggero non è proprio sensato (qualcuno quindi lo spieghi a Rkomi, cui sono bastati un sorriso e i ventuno anni per giustificare l’aver reso innocua una canzone che è un concentrato di disperazione).

PAGELLE LUCIA

FRANCESCA MICHIELIN 4

Oggi i regaz sono stati limitati, forse dai troppi commenti sui social che ha ricevuto la volta scorsa, detto questo i commenti che ha apportato a questo programma sono stati sempre i medesimi 2/3, “wow”, “mi viene da piangere”, “sei incredibile”, questo è il suo enorme contributo. Oltre a rimpiangere, ovviamente, Cattelan, persino Ludovico Tersigni, il presentatore dello scorso anno, con il suo inglese discutibile, lo trovo più indicato. La cosa più divertente, però, è che è stato più presentatore Morgan, quei 10 minuti che è stato ospite sul palco, parlando da solo, perché lei non era minimamente capace di tenere testa, piuttosto che lei.

FEDEZ 4

Appena scappato da un matrimonio per venire a fare il giudice ad Xfactor (unica spiegazione possibile al suo smoking). Detto questo ho deciso di fare mutismo selettivo nei suoi confronti, perché sono tanca dopo tutti questi anni di subirmelo, quindi la mia sarà una protesta silenziosa nella speranza di non vederlo più.

DARGEN D’AMICO 8

Anche oggi l’unico giudice che sono riuscita ad apprezzare, l’unico che ha dato giudizi concreti musicalmente e l’unico che anche nelle critiche ha portato ironia, senza cattiveria e senza le solite due frasi clichè. Dargen perché sei arrivato solo all’ultima edizione ad Xfactor?

RKOMI 6

Questa volta gli alzo il voto. Mi sono ritrovata d’accordo in quasi tutti i giudizi dati, nei vari attacchi a Fedez e nei vari attacchi a determinati concorrenti (quali Disco Club Paradiso e Lucrezia). Non riesco ancora a inquadrarlo, come dicevo la scorsa volta e per questo non riesco a dargli fiducia come giudice e simpatia, però chissà magari scopro di trovarmi davanti una persona diversa da quella che avevo immaginato inizialmente.

AMBRA 6

Ambra penso ci descriva perfettamente il perché si trova lì, ovvero il suo trascorso televisivo e non le sue nozioni musicali, questo ci pare evidente per la sua pessima squadra e il continuo ballottaggio dei suoi concorrenti, che per essere solo alla seconda puntata ha un che di comico. Commenti totalmente insensati e poco veritieri, ma io continuerò a darle la sufficienza perché Ambra è Ambra e la sua simpatia ci serve, e poi T’appartengo.

BEATRICE QUINTA 7

L’idea degli abiti dell’ex fidanzato l’ho trovata un’idea originale e mi ha colpito, quindi sono partita a seguire l’esibizione già più incuriosita e questo è un punto a suo favore. La canzone era bella e azzeccata a quello che voleva trasmettere. Nella presentazione video ha detto che non ha problemi a mettersi a nudo fisicamente ma ha molti problemi a mettersi a nudo emotivamente, io in questa performance non l’ho pensato neppure un secondo, perché mi ha trasmesso, l’ho vista completamente emotivamente a nudo, quindi per me è riuscita nell’intento, non posso che darle un voto positivo questa volta.

TROPEA 5

La scorsa volta mi erano piaciuti, i bambini dell’asilo che facevano casino li avevo apprezzati, sta volta li ho trovati noiosi, niente che mi trapassi un qualche tipo di emozione, che mi faccia intrattenere o che mi faccia venire una qualche voglia di ascoltarli, quindi no, preferivo la strada intrapresa la volta scorsa.

SANI FRANCESI 9

Il coraggio per un artista è essenziale, e a volte oserei dire che è quasi tutto, se uno ha talento ma per paura se ne sta chiuso nella sua stanza non arriva a nessuno, non ci prova nemmeno, se uno invece si butta di testa può fallire, o può sorprendere incredibilmente e folle, questo è essenziale per un artista. Loro hanno decisamente talento, ma soprattutto coraggio, portare una canzone del genere era una scelta difficilissima e parecchio rischiosa, invece hanno fatto alzare l’intero pubblico. A livello canoro non c’è bisogno che dica nulla, andateveli ad ascoltare.

DADÀ  6

L’esibizione per me sarebbe insufficiente, ma non penso sia giusto darle un voto troppo negativo, non tanto per la questione Covid, che purtroppo ovviamente ha influito, ma perché un’esibizione in video e senza prove non è paragonabile alle altre performance. Nonostante ciò il mio giudizio sarebbe stato comunque negativo perché per me questa non era Dadà, non voglio giudicare l’esibizione canora in se, ma proprio il personaggio, la coerenza e ciò che funziona e trasmette e questa non è Dadà, non ascoltare Rkomi che di musica non mi è mai sembrato una cima, la pizza non la paragonerei mai al tofu.

MATTEO ORSI 4

No. Ecco il coraggio dei Santi Francesi, applicato a questa esibizione è stata un tuffo da un trampolino verso una piscina di cemento. Canzone stravolta in maniera pessima, si poteva evitare.

LINDA 5

Non fraintendiamoci, non è male, né lei né l’esibizione di oggi. È che la prima volta va bene, la seconda ci può stare, la terza ha rotto. Ecco, sarà brava, ma deve trovare un’altra chiave, perché ha già stancato. Questa canzone poi io la riconduco a Grey’s Anatomy, quindi ascoltarla in questa versione è stato un po’ un trauma per me.

IAKO 5

Decisamente peggio della volta scorsa. Non so se è stata la scelta della canzone, le varie note steccate, ma questa performance non solo non mi è piaciuta affatto, ma l’ho anche trovata noiosa, mi sono distratta facilmente, e questa è una cosa pessima, per essere solo alla seconda puntata, ci dovrebbe tenere con occhi puntati, soprattutto perché la scorsa volta non era stato male, chissà, per il momento è un no. Certo, torna a casa, ma sicuramente i Disco Club Paradiso o Matteo Orsi avrebbero meritato di farlo molto prima di lui.

DISCO CLUB PARADISO 3

Penso che il mondo si divida in due enormi metà: chi mentre si fa la doccia canta come se avesse un pubblico enorme e stesse facendo una performance che Adele spostati, e chi è troppo noioso e si fa la doccia senza tutto il teatrino annesso, io faccio parte dei primi. La mia esibizione stonata e imbarazzante sotto la doccia però sarebbe più indicata di questa buffonata che hanno portato loro oggi sul palco.

LUCREZIA 5

Sofia Viscardi, che oggi festeggiava il compleanno a suon di critiche, non mi piace, non mi è piaciuta la scorsa volta e non mi è piaciuta neppure oggi, la voce, il suo trasmettermi poco, il fatto che se c’è o non c’è poco cambia a questo programma, nonostante ciò non ho capito troppo bene la scelta del pezzo con il personaggio, che ho trovato poco azzeccato, ma sinceramente non penso sia questo il problema. Per me è no.

OMINI 7.5

Giovanissimi e impressionati. Pezzo perfetto per loro e portato sul palco alla perfezione. Sono tra i pochi che fuori di qui riesco a immaginarmeli con un possibile pubblico e un possibile futuro nel mondo della musica, nonostante siano i più piccoli, perché sono tra i pochi che portano una coerenza nel gruppo, nei pezzi e sul palco, e come ho sempre detto la coerenza nel percorso penso sia fondamentale per portarsi avanti un pubblico affezionato.

JOELLE 5

Brano totalmente stravolto, in negativo però. Grignani è difficile da portare secondo me, e lei già la scorsa volta non ha mostrato di sprizzare chissà quale talento, ma con questa scelta si è scavata la fossa da sola, o gliel’ha scavata Rkomi con questo brano. Il problema è la voce, la presenza scenica e i sentimenti che non trasparono minimamente. Ripenso a Irama, quando quest’anno a Sanremo ha portato un brano di Grignani e nonostante abbia messo anche lui del suo, ha trasmesso esattamente quello che aveva fatto ai tempi Grignani senza rovinare un brano splendido.