Digiuno intermittente: una dieta intelligente o una moda del momento?

Importante approfondire un tema come quello del digiuno intermittente, stando a quanto raccolto in giornata

Digiuno intermittente

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Secondo uno studio recentemente condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in occasione del World Obesity Day 2021, ben il 50% degli adulti e il 30% dei bambini su scala mondiale sono sovrappeso. A livello nazionale, invece, gli individui che sforano il limite del normopeso sono il 35,5%, ovvero una persona su dieci. Di questi, ben 5 milioni sono classificati come obesi patologici. Sarà forse la dieta intermittente ad aiutare il nostro pianeta a tornare in forma?

È oramai innegabile: nell’era moderna, lo stato di sovrappeso ha raggiunto livelli epidemici e le motivazioni possono essere le più svariate: l’incremento degli impieghi da ufficio negli ultimi 50 anni, gli stili di vita particolarmente sedentari, causati da un aumento del numero di autovetture pro capite, così come il diffondersi di condizioni depressive, che possono spesso condurre a sfogare il disagio interiore sul cibo.

Per questo motivo, sono sempre di più le diete che spopolano tra quelli che decidono di tornare in forma e di liberarsi dal peso dei chili di troppo: la dieta Scarsdale, che si basa su una quasi totale eliminazione dei carboidrati; la Cronodieta, che permette l’assunzione di diversi nutrienti solo in specifiche fasi della giornata; o anche la dieta Cromatica, che prevede il consumo esclusivo di alimenti di uno stesso colore durante la giornata.

Negli ultimi tempi, ha invece guadagnato particolare notorietà il cosiddetto intermittent fasting o digiuno intermittente. Si tratta di un sistema che per molti risulta particolarmente agevole da seguire, dal momento che non richiede alcuna misurazione degli alimenti, né l’eliminazione in toto di macronutrienti fondamentali, come carboidrati e grassi. Ciò che conta in questo tipo di dieta è piuttosto la fase del digiuno, che può variare considerevolmente in base alla tipologia di intermittent fasting che si decide di seguire. Attualmente, sono ben 6 le sottocategorie di digiuno intermittente, che sono state elaborate nel corso degli ultimi 10 anni da dietologi provenienti da ogni parte del mondo. Tra queste, la variante più estrema è diffusamente considerata quella dell’EAT STOP EAT, che prevede ben due digiuni completi della durata di 24 ore a settimana.

La tipologia di digiuno intermittente più popolare e più seguita a livello globale è invece quella del modello 16:8, la quale si basa su un protocollo di 3 pasti giornalieri, che dovranno essere consumati nell’arco di 8 ore. Durante il resto della giornata, invece, ci si dovrà accontentare di acqua e tisane! Secondo questo modello, dunque, se si deciderà di iniziare la giornata consumando la colazione alle 7 del mattino, la cena non dovrà avvenire più tardi delle 15:00.

Com’è noto, la maggior parte delle diete dimagranti si basa sulla “logica dello spuntino”; trattasi di un regime che si articola su tre pasti principali, intervallati da due snack leggeri a metà mattina e metà pomeriggio. Secondo i difensori di questo sistema, il consumo di piccoli pasti nel corso della giornata stimolerebbe un’accelerazione metabolica, facilitando la perdita di peso, mentre le diete mima-digiuno ne causerebbero, all’opposto, un rallentamento, oltre a un abbassamento delle difese immunitarie e un aumento dei livelli di stress, insieme a un calo della concentrazione.

Sul punto, è interessante citare la posizione del Ministero della Salute che nello Studio sulla sicurezza ed efficacia delle varie forme di digiuno nella dietoterapia finalizzata alla perdita della massa grassa, specifica che “I periodi di restrizione energetica sufficienti a causare l’esaurimento delle riserve di glicogeno nel fegato innescano un cambiamento metabolico. Le cellule e gli organi si adattano a questa sfida, rafforzando la resistenza allo stress e le difese antiossidanti, mentre l’autofagia si attiva per rimuovere le molecole danneggiate e riciclare i loro componenti,” concludendo dunque che “Il mantenimento di un regime a digiuno intermittente, in particolare se combinato con l’esercizio fisico regolare, si traduce in molti adattamenti a lungo termine che migliorano le prestazioni mentali e fisiche e aumentano la resistenza alle malattie.”

Sembra dunque che l’efficacia e la sicurezza di un regime di dieta intermittente siano oramai comprovati. La buona notizia è che non si tratta di una tipologia di dieta che richiede l’acquisto di costosi integratori o specifiche tipologie di alimenti. Di conseguenza, chi deciderà di seguirla potrà facilmente fare affidamento sul volantino lidl anteprima che grazie alla sua vasta gamma di offerte convenienti, permette di costruire un piano alimentare vario e bilanciato a prezzi moderati.

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