Aborto Usa, la Corte Suprema sancisce la fine del diritto all’aborto

La sentenza sull'aborto fa discutere e dividere gli Stati Uniti e non solo


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La storia è stata riscritta nel peggiore dei modi oggi con la decisione sull’aborto Usa. La Corte Suprema ha sancito la fine del diritto all’aborto con una sentenza che sta già facendo discutere e che è destinata a dividere e creare non poco scompiglio. La decisione è arrivata nel caso “Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization“, in cui i giudici hanno confermato la legge del Mississippi che proibisce l’interruzione di gravidanza dopo 15 settimane.

Questo significa che la sentenza che tutelava il diritto delle donne a interrompere una gravidanza non c’è più e quello che sembrava un diritto fondamentale è venuto meno con un colpo di spugna destinato a cambiare la vita delle donne americane. La Corte Suprema ha annullato la storica sentenza Roe v. Wade con cui proprio nel lontano 1973 aveva riconosciuto il diritto della texana Norma McCorvey di interrompere la gravidanza.

Il primo a gioire per i voti a favore è proprio Donald Trump che ha nominato 3 dei 9 giudici presenti nella Corte: “È la volontà di Dio. La decisione vuol dire seguire la Costituzione e restituire i diritti”. Dalla parte contraria si è schierato Joe Biden che ha definito la sentenza un ‘tragico errore’ che metterà a rischio la vita di decine di donne che per abortire adesso si rivolgeranno a persone non qualificate.

Da oggi in poi, i singoli Stati sono liberi di applicare, o meno, la Sentenza, lasciando che l’aborto Usa sia disciplinato da ciascuno Stato. In oltre la metà l’aborto era considerato reato, in più di 10 Stati era legale solo se costituiva pericolo per la donna oppure in caso di stupro, incesto o malformazioni fetali. Da adesso in poi gli Stati cammineranno in ordine sparso mentre centinaia di donne sono già sul piede di guerra così come le associazioni che da anni difendono i loro diritti.