Le canzoni di Mario Merola, le sceneggiate e l’amore per Napoli conquistarono anche Bono Vox

Le lacrime al funerale di un'ammiratrice, le sceneggiate, le canzoni, la Casa Bianca e l'inchino di Bono Vox: questo era Mario Merola, la voce di Napoli nel mondo

canzoni di mario merola

Ph: Antonio Cruz/ABr via Wikimedia


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Non basterebbero le canzoni di Mario Merola per dipingere una delle città più belle del mondo. Lui, il Re della sceneggiata, ha saputo raccontare Napoli in tutte le sue sfumature, dalla più drammatica e romantica a quella più dura e spietata, ma sempre con la passione che è tipica soltanto di un artista a tutto tondo.

Il Re della sceneggiata

Raccontare Mario Merola in poche righe è impossibile, perché parliamo di un uomo che ha saputo esportare l’arte napoletana in tutto il mondo attraverso le sue interpretazioni, le canzoni e il suo carisma. Soprattutto, Merola aveva un cuore che ancora oggi pulsa fortissimo al centro della Terra.

È il caso de Il Mammasantissima, film di Alfonso Brescia del 1979. Merola aveva già pasteggiato il suo successo a partire da So Nnato Carcerato, canzone ispirata a un vero fatto di cronaca; dal 1964 aveva conquistato il Festival di Napoli regalando al pubblico pezzi memorabili come Doce è ‘O Silenzio e Abbracciame; nel 1977 venne ricevuto alla Casa Bianca insieme a Luciano Pavarotti e anche lì sfoderò il suo immenso repertorio di canzoni napoletane.

Nel 1978 Mario Merola stava girando Il Mammasantissima e sul set arrivò una donna che aveva espresso il desiderio di assistere alle riprese. La stessa donna, quella sera, morì una volta tornata a casa. Mario Merola partecipò e pianse al suo funerale.

Con Il Mammasantissima Merola diventò il Re della sceneggiata, nomea confermata con Zappatore (1980), Carcerato (1981) e Lacrime Napulitane (1981), che lo resero il volto più prestigioso ed emblematico di Napoli.

Le canzoni di Mario Merola

Quando era giovanissimo scoprì il calcio, ma la musica era più forte: So Nnato Carcerato è soltanto un esempio, perché tra le canzoni di Mario Merola non si possono dimenticare le esibizioni al Festival di Sanremo come ospite, nel 1981 con Chiamate Napoli 081 e nel 1983 con Facitela Sunna, brani con i quali verrà identificato insieme a Zappatore e Guapparia.

Nel 1994 partecipò per la prima volta al Festival di Sanremo come concorrente insieme al supergruppo Squadra Italia (che includeva, tra gli altri, Nilla Pizzi) con il brano Una Vecchia Canzone Italiana.

Determinante fu la collaborazione con un giovanissimo Gigi D’Alessio nel brano Cient’Anne, e la sua popolarità era ormai scritta nella storia di Napoli, dell’Italia e del mondo, come dimostra lo storico inchino di Bono Vox degli U2 al Festival di Sanremo 2000: il frontman notò Merola che applaudiva tra il pubblico, gli si avvicinò e si inchinò in segno di rispetto.

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