DAZN. Da Diletta a Disdetta. La rivolta social contro l’aumento del calcio in tv. Basta con queste esclusive. Tutelare lo sport popolare

Restituire lo sport più popolare ai tifosi. Il calcio deve esser popolare: un prezzo equo e condizioni tecniche di visione adeguate. E basta spezzatini

Da Diletta a disdetta DAZN

Diletta Leotta volto simbolo di DAZN


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DAZN è finita in fuori gioco. La comunicazione delle nuove tariffe e condizioni d’uso dell’abbonamento a DAZN ha scatenato la rivolta social degli abbonati che annunciano disdette di massa dalla pay tv. Non è la prima volta che DAZN finisce nel tritacarne mediatico e social. Ma stavolta la rivolta degli utenti, ed ex utenti, di DAZN sembra davvero molto difficile da contenere.

Il clima contro DAZN è sempre stato molto rovente e non basta certo il sorriso di Diletta Leotta, volto simbolo della pay-tv, a placare l’ira dei tifosi da salotto (leggi di più). I motivi di protesta sono inconfutabili. I tifosi per seguire tutte le gare del campionato di serie A sono costretti ad avere un doppio abbonamento sia a DAZN che a Sky alla quale è stato accordato dalla Lega il diritto a trasmettere una quota parte di match.

DAZN ha poi scatenato l’ira degli abbonati per la scarsa qualità tecnologica del servizio. Spesso e volentieri nei momenti decisivi delle gare appariva al centro dello schermo paralizzato una beffarda rotellina. Nel mirino, infine, degli utenti anche la qualità editoriale e giornalistica di un prodotto che a molti è apparso inadeguato all’importanza dell’evento e dei soldi sborsati a DAZN per acquistarne la visione.

Insomma il fuoco covava sotto la cenere ed è divampato immediatamente non appena DAZN ha annunciato che dalle prossime settimane chi vorrà continuare ad usufruire dei propri servizi già tanto contestati non solo dovrà pagare di più ma avrà anche una minore disponibilità di accesso ai devices.

Una vera e propria tempesta si è abbattuta sulle vacanze di Diletta Leotta il cui fascino difficilmente convincerà gli infuriati utenti di DAZN a cambiare idea. Si invoca contro il nuovo tariffario e regolamento d’uso l’intervento della Lega Calcio, della Federazione, del CONI, del Governo e dei Caschi Blu dell’ONU. Il calcio è lo sport più popolare del nostro paese. Se è giusto pagare per guardarlo in televisione è altrettanto giusto che il prezzo sia accessibile e la visione garantita da una buona qualità tecnica ed editoriale.

Si apre dunque un caso politico e commerciale contro DAZN che è anche una sorta di rivolta contro il calcio moderno, dello spezzatino, delle partite ad ogni ora del giorno e della notte. Una rivolta popolare il cui esito potrebbe cambiare per sempre la visione in televisione dello sport più amato dagli italiani.

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