Nostalgia, OM intervista in esclusiva Francesco Di Leva

Nove minuti di applausi al Festival di Cannes per Nostalgia, il nuovo film di Martone liberamente tratto dal libro di Ermanno Rea. Al centro una Napoli viscerale del quartiere Sanità e i Napòlidi. OM intervista in esclusiva l’attore Francesco Di Leva, coprotagonista del film insieme a Pierfrancesco Favino

Francesco Di Leva e Pierfrancesco Favino (foto di Mario Spada)

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OM intervista in esclusiva Francesco Di Leva, attore del nuovo film di Mario Martone “Nostalgia”.

Il film ora in sala, sta riscuotendo successi di critica e pubblico. Nostalgia è tratto dall’omonimo romanzo di Ermanno Rea (Feltrinelli – 2016), l’anno della scomparsa del grande narratore.

Felice Lasco, interpretato da Pierfrancesco Favino, torna a Napoli dopo aver vissuto molti anni a Beirut e poi al Cairo, per rivedere l’anziana madre che aveva lasciato quando aveva solo quindici anni. Nel suo rione Sanità che impara a riconoscere, si ritrova nelle parole di una lingua dimenticata, poi sempre più familiare mentre viene rapito da una strana malìa. Quando è chiaro che oscuri segreti dovrebbero spingerlo a tornare il più presto possibile da dove è venuto, viene inchiodato dalla forza invincibile della nostalgia.

Ad ascoltare quei segreti, come uomo oltre che come confessore, c’è Don Luigi, interpretato da Francesco Di Leva. Don Luigi non è un prete qualsiasi, si interpone con la forza dei suoi convincimenti e con tutto il proprio corpo in azione tra gli abitanti del rione Sanità e i clan della camorra parassitaria.

Da sinistra Di Leva, Favino, Martone (foto di Mario Spada)

Francesco Di Leva, il suo prete anticamorra del quartiere Sanità è molto diverso da quello ad esempio del film di Capuano, Pianese Nunzio 14 Anni a Maggio, con Fabrizio Bentivoglio. Come si è preparato a questa interpretazione?

Volevo mettermi a nudo, esprimendo quella parte di me che poche volte mi hanno concesso di raccontare, quel me stesso che molti hanno imparato a riconoscere nel lavoro che faccio ad esempio nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, con i ragazzi e i talenti del NEST (Napoli Est Teatro). Ecco penso a quel Francesco un po’ come il personaggio di Don Luigi, animato dai migliori sentimenti, ma con un carattere deciso, utile a ottenere il meglio per il proprio quartiere. Inoltre ho seguito per tre mesi padre Antonio Loffredo, parroco del quartiere Sanità a cui il personaggio è liberamente ispirato senza necessità di volerlo a tutti i costi rappresentare. A volte l’ho visto da vicino, mangiando e passando il tempo assieme,  altre volte ho spiato da lontano come l’uomo si muoveva nel quartiere, il modo di rapportarsi con i fedeli e gli abitanti”.

Nostalgia è tratto dall’omonimo romanzo di Ermanno Rea. Lei ha recitato in altri film tratti da romanzi come Certi Bambini e Pater Familias che fotografano un certo lato di Napoli e di chi la abita, forse molto diverso da quello che stiamo vedendo al cinema in questi ultimi anni. Pensa che il cinema ha cambiato la sua rappresentazione della città?

Più che cambiare il cinema, devono cambiare gli interpreti che raccontano Napoli. Sicuramente c’è stata un’evoluzione. Molti dei protagonisti che hanno raccontato la città sono cambiati o hanno cambiato il proprio sguardo su Napoli. Condivido profondamente una frase di Martone su questo argomento: -Non è tanto raccontare Napoli, ma è importante raccontare quel che parte da Napoli-. Sono le parole perfette per descrivere questo momento storico. Ci sono momenti e momenti. Ad esempio, quando è stato proiettato Certi Bambini, abbiamo “scoperto” le baby gang, come esistono in tutto il mondo, circa un decennio prima che diventassero protagonisti della stampa, della cronaca e delle fiction. Credo che al centro di questi altri film sopracitati, Pater Familias, Pianese Nunzio, c’è anche moltissima attenzione alle famiglie. L’attenzione pubblica invece si concentra molto sugli adolescenti, dividendoli a torto in buoni e cattivi, mentre forse ci si concentra poco sulle famiglie e sul vissuto di questi ragazzi”.

E il Don Luigi di Nostalgia come si rapporta con i ragazzi del suo quartiere?

“Con la forza delle idee, interponendo il corpo, ma soprattutto con l’ascolto e anche la preghiera. Personalmente ho pregato moltissimo nel periodo in cui è stato girato il film. Quando lo fai, ti metti in connessione e al netto delle considerazioni che ognuno può fare, senti un legame forte, maggior consapevolezza, un nesso con il regista Mario Martone e con tutto il cast con cui è stato bellissimo lavorare. Con Pierfrancesco Favino poi, davvero tutto è diventato semplice. Favino prima di essere un grande artista, è una grande persona. Ho avuto modo di conoscerlo bene, prima che i nostri personaggi si trovassero, Don Luigi e Felice, si sono trovati i due uomini. Ci siamo voluti veramente bene e spero che in qualche modo si possa scorgere sullo schermo”.

Francesco Di Leva e Pierfrancesco Favino (foto di Mario Spada)

A differenza del personaggio interpretato da Favino, il vero Francesco Di Leva, così come il personaggio di Don Luigi in Nostalgia, ha scelto di restare a Napoli e non è mai andato via. Cosa consiglia alle nuove generazioni di attori del sud Italia?

“Guardo i fatti degli ultimi anni e vedo artisti che tornano dalla capitale verso le proprie città, ne conosco tanti di nomi che hanno compiuto questo percorso ed è un processo ancora in atto. Napoli e i suoi artisti ad esempio sono al centro del cinema in questo momento. Poi ovviamente c’è tanto da fare per portare risorse affinché le produzioni napoletane e non solo continuino a girare. Anche i partner istituzionali hanno un ruolo che non va sottovalutato da questo punto di vista. Si può investire di più, ma guardo i risultati di proiezioni come ad esempio Nostalgia al Festival del cinema di Cannes che mostra una Napoli che fa venir voglia di scoprire i suoi quartieri. E così tanti artisti stanno raccontando la città. Alle nuove generazioni quindi dico “Dove scappate?”. Non voglio ovviamente semplificarla, ma c’è bisogno di una riflessione più profonda quando si decide di partire. Ai ragazzi dico sempre di non credere che non esistano problemi nelle altre città, se restiamo invece, possiamo costruire quel piccolo esercito che vuole combattere per il bene comune”.

Quale sarà il prossimo film di Francesco Di Leva?

“Il 16 Giugno sarà proiettato in sala Come Prima, un film dove mi troverò in tutt’altra veste, sempre una produzione MAD Entertainment, dove recito con Antonio Folletto. Ecco lì scorgiamo ancora un’altra visione, quella del regista francese  Tommy Weber e scopriremo un altro tipo di Napoli e di Procida, oggi finalmente capitale italiana della cultura”.

Nostalgia di Mario Martone è ora al cinema.