Che Fine ha Fatto Sara 3? chiude l’assurda soap-thriller di Netflix: la chiave è nel personaggio di Jean Reno

Che Fine ha Fatto Sara 3? è disponibile su Netflix con una new entry di peso per l'ultima stagione, l'attore francese Jean Reno

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Che Fine ha Fatto Sara 3? è arrivata su Netflix il 18 maggio, per chiudere definitivamente una delle soap in salsa thriller dalla trama più assurda e inverosimile mai vista in un prodotto destinato al mercato internazionale. La serie messicana, vista da oltre 55 milioni di account Netflix nel primo mese dal debutto, era partita come un thriller corale intorno ad una misteriosa morte, solo apparentemente accidentale, e si è trasformata nel corso di due stagioni in una soap opera che attinge a piene mani dall’universo narrativo della telenovela sudamericana, come ammesso dallo stesso creatore José Ignacio Valenzuela.

Che Fine ha Fatto Sara 3? si incarica, quantomeno, di mettere fine all’incomprensibile sequenza di colpi di scena, uno più irrazionale dell’altro, che ha portato al termine della seconda stagione a scoprire che non c’è stato alcun omicidio nell’incidente al lago che ha dato vita alla storia. E la chiave di tutto è in un personaggio interpretato da una new entry di tutto rispetto, l’attore francese Jean Reno.

In Che Fine ha Fatto Sara 3? Reno interpreta uno spietato psichiatra che è il principale responsabile della sparizione di Sara: la sua morte è stata simulata solo perché la ragazza potesse far parte di un esperimento psichiatrico guidato dal dottor Reinaldo, il cosiddetto progetto Medusa. Il personaggio diventa così l’asse di questa terza ed ultima parte, perché non solo ha approfittato della schizofrenia di Sara per sottoporla ad esperimenti scientifici lautamente finanziati, ma ha anche tirato le fila dei rapporti tra il giovane Alex e la Famiglia Lazcano, oltre a gestire la gravidanza di Sara, incinta del patriarca Cesar.

Che Fine ha Fatto Sara 3? giunge a suo modo ad un lieto fine che consuma la vendetta di Alex e premia i pochi personaggi positivi della storia, punendo invece i principali responsabili di questo macchinoso piano di sfruttamento e profitto. Si conclude così un melodramma/thriller che nonostante la scarsissima qualità di scrittura e l’interpretazione degna di un prodotto da emittente locale è stata capace di affermarsi come la migliore première in lingua non inglese nella storia di Netflix in gli Stati Uniti in termini di visualizzazioni. 

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