E’ una vittoria politica quella della Kalush Orchestra all’Eurovision Song Contest 2022. Non c’era stato neanche bisogno di ascoltare le canzoni in gara all’Eurovision. La Kalush Orchestra era stato già deciso che vincesse l’Eurovision per evidentissime ragioni politiche. L’ascolto dei brani in gara ha confermato che la vincitrice “Stefania” non fosse certo la migliore delle canzoni in gara all’Eurovision di Torino. Ma il misterioso algoritmo del televoto ha decretato l’unico risultato possibile per l’Eurovision: la vittoria dell’Ucraina (leggì di più)
Dico misterioso perché al pubblico viene palesata l’elaborazione di un algoritmo non un voto reale. L’Eurovision song contest è uno show, non dimentichiamolo. Ed in questo momento l’Ucraina riesce ad accendere i riflettori e l’interesse dei media, del pubblico, degli sponsor della trasmissione. Le regole dello show business sono chiarissime: premiare chi fa guadagnare denari ed ascolti. E l’Eurovision ha avuto la ghiotta occasione di applicare questa regola inossidabile di marketing.
La vittima di questa strategia è stata la competizione canora. Sarebbe stato più giusto e sensato assegnare un premio speciale all’Ucraina ribadendo così la piena solidarietà nei confronti di un popolo in guerra ma al tempo stesso preservando la regolarità della gara. Se l’esempio dell’Eurovision dovesse diventare contagioso l’Ucraina vincerà, d’ufficio politico, tutte le prossime competizioni internazionali: il torneo di Wimbledon, i Mondiali di Doha 2022 e persino il SuperBowl della NFL .
Io credo che lo sport, la cultura, l’arte debbano certo lanciare messaggi solidali e praticare i valori della solidarietà tra i popoli. Ma proprio per questo motivo sono contrario a verdetti pilotati come quello dell’Eurovision 2022. Credo che gli stessi artisti ucraini si siano resi conto di aver ottenuto una vittoria che va ben oltre il loro indiscutibile talento artistico. Le canzoni sono belle o brutte, non russe o ucraine. Le vittorie sul palco ed in campo bisogna meritarle con la voce intonata ( merce rara ormai anche all’Eurovision 2022) e l’abilità agonistica. Per questo sono contrario anche all’esclusione di atleti russi dalle competizioni. Anzi la loro presenza sarebbe il modo migliore per ribadire l’universalità della musica e dello sport a prescindere dalle bandiere e dalle nazionalità.
Continuiamo a leggere Optimagazine: Sport ed attualità, Musica e spettacoli, Cinema e serie tv, tecnologie (leggi di più)
.
La guerra tra Russia ed Ucraina ha colpito il mondo intero. Ci sono stati schieramenti verso l’una o l’altra nazione, pochi a favore della prima e molti per la seconda a dire il vero, ma una cosa è certa: l’essere umano tende a mostrare benevolenza per le vittime e non per i carnefici. Nonostante la tanta solidarietà, già manifestata in svariati modi per gli ucraini, però, si è deciso di “tirare in ballo” anche la musica e lo sport per favorirli, cosa che non mi trova assolutamente d’accordo perché “in campo” si deve scendere alla pari, altrimenti le competizioni non hanno ragione di esistere…