Rock Down – Altri cento di questi giorni, la ripartenza

Un diario che sta per diventare un evento da Guinness dei Primati, settantadue ore di reading che vedrà quasi trecentocinquanta persone alternarsi al microfono


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Sembra quasi una cosa buffa da dire, ma è difficile trovare le parole giuste per raccontare quello che sto qui a raccontarvi. E sembra una cosa buffa perché quello che sto qui a raccontarvi è la storia, ancora da scrivere, di un lunghissimo diario che prende vita e da diari intimo di uno scrittore diventa un’opera corale e collettiva.

Andiamo con ordine.

Era il 24 febbraio del 2020 quando ho cominciato a scrivere, qui, il diario di quella che sembrava una situazione fuori dall’ordinario, le scuole chiuse in tutta la Lombardia per due settimane, una cosa inaudita, mai vista prima, ma comunque una situazione fuori dall’ordinario ma destinata a durare un numero anche circoscritto di giorni. L’idea, l’intuizione, chiamatela come vi pare, che mi è venuta, subito, visto che la chiusura delle scuole comportava per me, padre di quattro figli, avere appunto di colpo casa piena, io che per mestiere mi ero abituato a passare le giornate in casa da solo, l’idea che mi è venuta è stata quella di tenere un diario, più che altro qualcosa di narrativo, facendo in qualche modo il verso al Boccaccio del Decameron. Dieci giorni di diario, mi ero detto, dieci novelle che prendessero spunto dalla musica, il mio mondo, tanto per fermare su pagina quel che ci stava accadendo. Mai avrei creduto che quelle dieci novelle sarebbero diventate altro, sicuramente non più novelle, più un diario, appunto, che provasse a raccontare cosa succedeva dentro casa mia, una piccola comunità composta da sette persone, io, mia moglie Marina, i nostri quattro figli, Lucia, Tommaso, Francesco e Chiara, mia suocera Franca, e poi quel che succedeva intorno, a Milano e in Lombardi, la paura, lo spaesamento, i vari passaggi di quella che di lì a breve sarebbe passata da essere una epidemia all’essere una pandemia, le zone rosse, gli assalti ai supermercati, la Amuchina introvabile, via via, passando i giorni, le settimane, i mesi, andando a raccontare almeno quattro differenti linee di storie. A fianco al racconto di quel che capitava in casa nostra, infatti, si è andata intessendo la trama di quel che accadeva nella nazione, presto divenuta il Vietnam del Covid, guardata da tutto il mondo con gli occhi solidali e preoccupati di chi guarda a qualcuno che si trova in evidente stato di difficoltà, andando quindi a provare a intrecciare il tutto con la Storia, i racconti che col il Covid provavano a non avere a che fare, o non ci avevano a che fare in quanto destinati a parabole più alte, meno terrene, penso alle morti di personaggi centrali come Raffaella Carrà e Franco Battiato, quanto a quelle di Diego Armando Maradona e Pablito Rossi, e proprio parlando di calcio penso alla vittoria dell’Italia agli Europei, ma anche a quella di George Floyd, con il movimento Black Lives Matter, penso al fenomeno della cancel culture, come all’arrivo arrembante della schwa nella nostra lingua, ai tanti accadimenti, grandi e piccoli, che in qualche modo hanno davvero punteggiato questi due anni passati nostro malgrado come imballati.

Tutto questo mio dire, un diario che ha sfiorato i nove milioni di battute, in parte finito qui, come diario online, in parte rimasto dentro il mio computer, è poi diventato un libro, rivisto e corretto per l’occasione. Un libro gigantesco, parlo di numero di pagine, circa cinquemilacinquecento, che però non era stato scritto per finire in libreria, non era stato scritto con questo scopo. Avevo la sensazione, piuttosto radicata, di aver vissuto e di star vivendo una situazione unica, un momento fondante della nostra storia di uomini e donne nati nel Novecento e nel nuovo millennio, e non ho potuto far altro che assecondare questa sensazione mettendo tutto quel che ho provato e sentito e visto dentro una marea di parole.

Un diario fa questo, in genere, ferma il momento nella pagina.

Circa nove milioni di battute. Provate a pensarle. Nove milioni di volte che ho digitato sulla tastiera del mio PC, un po’ ogni giorno per due anni di fila. Due anni passati in buona parte chiuso in casa, prima in lock down, poi impossibilitato a muovermi, poi di nuovo in semilock down, le zone colorate, il coprifuoco, il mio settore, quello nel quale lavoro, il mondo dello spettacolo, tenuto al freno impedendomi comunque di avere posti dove andare. E dire che pochi giorni prima di quel 24 febbraio ero a Sanremo, per il Festival, in mezzo a oltre quaranta persone dentro Attico Monina, una specie di versione spensierata di una bolgia infernale.

Proprio questo stare isolato, lontano da tutti seppur costantemente circondato dai miei cari, mi ha spinto a iniziare a pensare a cosa avrei voluto fare di tutte queste mie parole. Perché un diario è pur sempre qualcosa destinato, prima o poi, a essere letto o riletto. Così, prima parlandone con mia moglie Marina, poi provando a trovare interlocutori giusti, ci è venuta l’idea di trasformarlo in un momento di reale ripartenza, ma anche di punto e a capo rispetto a tutto quello che questi due anni hanno comportato.

Ho così preso iniziativa e sentito Claudio Trotta, promoter di tante follie visionarie lungo tutta una vita votata agli spettacoli e al pubblico. Sapevo che per fare una cosa folle serviva un promoter folle, e infatti questo Claudio mi ha detto: “Caspita, tutti dicono che sono matto, ma tu sei molto più matto di me, facciamolo.”

Cosa?

Questo: un reading di tutto il diario della pandemia. Un modo reale per salutare il recente passato e lasciarcelo dietro le spalle. Ma un reading che trasformasse quel diario personale in qualcosa di collettivo, di corale. Il tempo di fermare l’intuizione che ecco il progetto Rock Down- Altri cento di questi giorni, settantadue ore di fila di lettura pubblica del diario.

Bella idea, ci siamo detti, come facciamo a farla?

Ecco che Claudio coinvolge il Comune di Milano, nella persona dell’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. Anche qui, il tempo di proporlo che arriva il “sì, facciamolo”. E due.

A quel punto tutto ha iniziato a allinearsi. Slow Music, il movimento da Trotta fondato, cito tra virgolette, dedicato alla Bellezza, all’eccellenza e al rispetto e alla cooperazione in ambito musicale” si sarebbe incaricato della produzione e organizzazione, l’Assessorato alla Cultura di Milano ci ha proposto come location il Teatro Elfo Puccini, un luogo carico di cultura e di storia, che a sua volta ha sposato la nostra iniziativa. Abbiamo fissato le date: 13, 14 e 15 aprile, da mezzanotte a mezzanotte, tanto per essere precisi. Il Comune di Milano ha dato il patrocinio, seguito a breve giro da quello di Ancona, con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura dorico, Paolo Marasca, da anconetano in esilio a Milano la mia città natale è stata spesso presente nel mio diario, impensabile non tirarli dentro. A quel punto sono ovviamente arrivati i problemi organizzativi, quelli logistici, quelli artistici, perché nessuno aveva mai organizzato a teatro un reading di settantadue ore, e neanche fuori dal teatro, a dirla tutta. Infatti la cosa ha subito preso la forma di una performance da Guinness dei Primati, il reading di un’opera unica più lungo al mondo. E siccome ci piace fare cose belle ma complesse, ecco che è arrivata anche la collaborazione di IBM Studios Milano, che si è messa a disposizone come seconda location, per alcuni slot di lettura durante due delle tre giornate, e che ha coinvolto i dipendenti IBM Italia come lettori. Sì, perché per fare un reading di settantadue ore, ovviamente, ci vogliono centinaia e centinaia di lettori, tanti da riempire quelle settantadue ore delle parole del mio diario, dal momento in cui ogni lettore sarebbe salito sul palco a leggere non più mio.

Abbiamo aperto le iscrizioni come lettori, semplicemente pubblicandole sui nostri social e, miracolo vero, sono iniziate a arrivare candidature. Non solo dal mondo dello spettacolo, il nostro, ovviamente presente, ma anche da quello delle scuole, la Primaria Bacone di Milano ha aderito con alcune sue classi, le Scuole Civiche di Milano, che hanno proposto il progetto ai loro insegnanti e ai loro studenti, varie scuole di teatro in città, e tanti, tantissimi cittadini che sono arrivati a noi nei modi più disparati possibili. Oltre trecento persone si sono iscritte, stiamo scivolando verso i trecentocinquanta. Ognuno pronto a interpretare le mie parole, farle proprie, esattamente come si fa con un canzone quando si decide di cantarla. Un lavoro enorme, gigantesco, che non sarebbe stato ovviamente neanche pensabile senza Claudio Trotta e Stefano Bonagura di Slow Music, con tutti i loro sodali, senza il Comune di Milano e anche quello di Ancona, che per l’occasione terrà aperto per settantadue ore di fila Spazio Presente, proiettando per i miei conterranei tutto l’evento, senza il Teatro dell’Elfo Puccini e senza IBM Studios Milano, senza il CPM e senza la Mirò Music School che hanno messo in campo le loro forze per darci una mano nella realizzazione della parte logistica, oltre che come lettori. Senza soprattutto i lettori, tantissimi, che hanno aderito con entusiasmo a un progetto che puntava all’unicità e anche all’irripetibilità. Il libro, torniamo da dove siamo partiti, infatti, non sarà disponibile in libreria. Edito in una sola copia da Edizioni Undeground, un esemplare unico lavorato in maniera unica, sarà messo all’asta nei giorni successivi alla fine della performance che porta lo stesso titolo, Rock Down Altri cento di questi giorni. L’idea che la performance fosse qualcosa di artistico, una performance, appunto, ci ha spinto all’idea di rendere unico anche il libro. Chi vuole leggerlo può ascoltare il reading, o provare a prendersi l’unica copia, come se fosse parte della performance artistica, tirata in una sola copia.

Manca qualcosa?

Certo. Il tutto verrà trasmesso in streaming, e anche qui vi lascio pensare a che tipo di complicazioni può avere provare a mettere su lo streaming di un evento così lungo e particolare. Dopo tanti studi, faticosi perché non ci è stato possibile guardare a quanto fatto da altri per provare a imitarli, abbiamo optato per una diretta su YouTube, su un canale RockDown (lo trovate qui https://www.youtube.com/channel/UCMoEyFUaAv8-wz1QVDjPZMg/videos), consci che sarà un’impresa epica ma del tutto intenzionati a portarla a termine. Il tutto sarà poi registrato, diventerà un video di settantadue ore, prossimamente su Vimeo, e diventerà anche un podcast e un documentario, con la collaborazione del mio vecchio pard Mattia Toccaceli e anche, vedi un po’ tu, di mia figlia Lucia e della sua collega Noemi Bifronte. Il video, tanto per non farci mancare niente, diventerà una istallazione che porterà questo evento in giro per l’Italia e non solo.

A impreziosire il tutto, andando in qualche modo a ricreare parte della squadra che proprio a Attico Monina si era saluta prima di entrare in clausura, anche qui ci sono io, c’è Mattia Toccaceli e Rosa Bulfaro, ecco che Roberto Prosdocimo, Federico Lanzani e Ester Elmaleh, di F31 e Reparto 21,  immortaleranno tutti i lettori in ritratti a loro volta unici.

E siccome ormai da oltre dieci anni non c’è progetto che io metta in piedi che non veda la partecipazione di valide cantautrici, la sera del 14, collateralmente al nostro evento, al Garage Moulinski alcune delle cantautrici che poi verranno a leggere all’Elfo Puccini in quella che sarà a tutti gli effetti una sorta di “Notte Rosa”, che brutto termine, animeranno una edizione speciale di Because the Night, il format che da anni Marian Trapassi porta avanti con passione e dedizione.

Insomma, difficile anche ricordare tutto quel che c’è da ricordare, figuriamoci raccontarvelo.

Un’idea nata chiacchierando con mia moglie Marina, senza la quale, non credo serva specificarlo, nessuna delle mie idee pazze si incanalerebbe nella via della comprensibilità per il resto del genere umano, figuriamoci per quella della realizzazione, sta per diventare un evento da Guinness dei Primati, settantadue ore di reading che, a partire dalla mezzanotte tra il 12 e il 13 aprile partirà dal Teatro Elfo Puccini di Milano e, arricchito anche dalla location degli IBM Studios Milano, vedrà quasi trecentocinquanta persone alternarsi al microfono. I lettori, tutti quelli iscritti fin qui, li trovate qui sotto. Noi ripartire ripartiamo, poi non dite che sono anni che non succede mai niente…

I lettori di Rock Down- Altri cento di questi giorni:

Elena Ballabio, Massimo Bernardini, Francesco Baccini, Gianfelice Facchetti, Porfirio Rubirosa, Lucia Monina, Luciano D’Abbruzzo, Salvatore Michele Goffredo Picardi, Stefano Bonagura, Gemma Viola Fantini, Antonino Muscaglione, Federica Perilli, Alexa Avitabile Leva, Nadia Gaffurini,  Emiliana Murgia, Chiara Bergamelli, Amedeo Abbate, Simona Vella, Anita Zocca, Raffaella D’Alessio, Francesca Lareno Faccini, Antonio Re, Valentina Natali, Matteo Tosi, Carlotta Maranesi, Marcella Del Vecchio, Michele Monina, Marina Bastianelli, Dadà, Claudia Racchetti, Paola Provenzano, Samia Kassir, Isabella Cremonesi, Laura Penati, Andrea Mirò, Lucia Ciarabelli, Giovanni Caccamo, Edoardo Bravosi, Giorgio Tosi, Simona Zagaria, Manuela Regattieri, Leandro Barsotti, Rudy Marra, Adriano Adrien Viglierchio, Jasmine Avitabile Leva, Lorenzo Zucchi, Grazia Orlando, Irene Slaviero, Nina Atzeni, Davide Beduzzi, Ettore Casati, Chiara Combattente, Mattia Ariel Dookhurrun, Ludovico Bottari, Antoneth Flores, Alice Clara Gomarasca, Giovanni Lazzarini, Giorgia Massa, Sofia Matarazzo, Evaluna Melli, Zeth Zymon Monakil, Chiara Monina, Vittorio Pisoni, Anita Rutigliano, Gianluca Pietro Salama, Lorenzo Taje’, Lucrezia Tritapepe Allodi, Giuditta Vitagliano, Michela Bacchetti, Simona Elli, Matteo Borghi, Carlo Boemondo Calabrese, Alice Chiusani, Yassin Elame, Hugo Fedrizzi, Maia Franchi, Elia Guzzi, Sebastiano Iannotta, Jiang You Xuan, Viola Libassi, Angela Malacalza, Jeremias Mavelia, Giselle Rivera Mayorga, Francesco Monina, Allegra Pagliai, Maria Squillace, Camille Tique, Damla Topal, Beatrice Tosi, Filippo Livio Zanotto, Simona Molinari, Pippo Kaballà Rinaldi, Vincenzina Cirillo, Elisa Erin Bonomo, Virginio Simonelli, Marco Ferradini, Roberto Trinci, Mauro Panigada, Morgana Stell, Giusy Daniele, Matteo Scortegagna, Marco Montanari, Alessandro Pentella, Laura Stella, Valentina Arru, Roberta Giallo, Marian Trapassi, Rossella Gallo, Elena Farina, Stefano Gnasso, Gaia Gentile, Don Andrea Florio,Grazia Sambruna, Carla Maria Anesi, Simonetta Carli, Maria Antonietta Colaprico, Suela Elezi, Matias Elezi, Claudia Donzelli, Romina Falconi, Marta Charlotte Ferradini, Alberto Fortis, Saul Beretta, Angelica Doni, Pierdavide Carone, Giorgia Bazzanti, Monica Tagliabue, Guglielmo Rutigliano, Chiara Oliviero, Eleonora Villa, Ruggero “VivaVerba” Andreozzi, Chiara Liccese, Daniele “Sheffer” Pecoraro, Gabriel Bagini, Clemente Mezzacapo, Nicole Codispoti, Simone Tuccio, Sofia Scafficchia, Giulia Losito, Miriana Circulallo, Silvia Palmieri, Giuliano Gabriele, Silvia Iafrate,
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Qui trovate il link per chi volesse venire come spettatore all’Elfo Puccini