Shrinkflation, che cos’è? Consumatori tratti in inganno da stesso prezzo ma a quantità inferiori

Stesso prezzo ma occhio alle quantità con lo shrinkflation non si scherza


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Shrinkflation, che cos’è? Potrebbe essere una vera e propria truffa ai danni dei consumatori o solo l’appiglio al quale attaccarsi per fare un po’ di polemica politica, ma di cosa si tratta in realtà e cosa indica questo termine un po’ complicato anche da scrivere o da dire? Si chiama “Shrinkflation” e si legge inflazione occulta, così possiamo definire questa sorta di pratica messa in atto dalle multinazionali per prendersi gioco dei consumatori, magari non proprio in malafede (vogliamo darli il beneficio del dubbio).

Shrinkflation, che cos’è?

Più in particolare con il termine Shrinkflation si mettono insieme le parole contrazione e rincaro e nella pratica si traduce nel fatto che alcune grandi marche hanno deciso di lasciare invariato il prezzo dei loro prodotti diminuendo però la quantità all’interno della confezione.

Anche in questo caso in molti si nascondono dietro lo spettro della guerra in Ucraina, del rincaro dei prezzi delle materie prime e dei costi di produzione e così ecco che dilaga il fenomeno che fa vendere allo stesso prezzo la medesima confezione di un prodotto ma senza avere la stessa quantità di prima, spesso con il consumatore ignaro di questo giochetto perché poco attento.

Il fenomeno dello Shrinkflation è arrivato fino in tv dove Antonella Borrometi di Altroconsumo, ospite di Rai News, ha spiegato alcuni “trucchetti” per non cadere nel tranello a cominciare proprio dal controllo più attento delle confezioni e finendo al calcolo del costo al chilo o al litro dei prodotti che si acquistano. Un’altra soluzione è quella di optare per aziende locali o considerare marche diverse che possono permettere un risparmio senza dover per forza rinunciare alla quantità desiderata.

Un occhio di riguardo, infine, è necessario nel momento in cui si opta per offerte di maxi confezioni o del famoso 3×2, a quel punto la ‘truffa’ potrebbe addirittura essere più dannosa. Chi fermerà questo ennesimo scempio ai danni dei consumatori?