Unlimited Love dei Red Hot Chili Peppers, ecco dove eravamo rimasti tutti (recensione)

I Red Hot Chili Peppers sono tornati e ci spiegano cosa dobbiamo sapere della loro evoluzione. Ecco la nostra recensione di Unlimited Love

unlimited love dei red hot chili peppers

Ph: Sven Mandel/Wikimedia


INTERAZIONI: 6

Unlimited Love dei Red Hot Chili Peppers è ben lontano dalle esplosioni funk rock degli anni d’oro del quartetto di Blood Sugar Sex Magik – per citare un esempio a caso, ovviamente – ma non è affatto distante dagli stessi Red Hot Chili Peppers. Ciò che rimane dopo 17 brani di pura sincerità è che abbiamo appena assistito a una rimpatriata. John Frusciante ha ancora tanti riff nel cassetto, e lo capiamo con i bellissimi brani di apertura Black Summer e Here Ever After, e sa ancora stupirci quando insegue Flea in The Heavy Wing illudendoci che incontreremo la stessa sequenza alterata dal fuzz nei minuti che seguiranno l’intro. Ciò non succederà, e a noi andrà benissimo.

Chad Smith è ancora Chad Smith, e di Anthony Kiedis scopriamo che seppur non sia mai stato un cantante memorabile, è pur sempre il frontman di cui i Red Hot Chili Peppers non possono fare a meno. Ognuno di questi ragazzi è l’anima della band, e in Unlimited Love non ci sono protagonismi. Ecco, dopo la sviolinata si arriva al dunque: con Unlimited Love ci accorgiamo che eravamo fermi a Stadium Arcadium e non a The Getaway, perché in quest’ultimo non abbiamo trovato un’Aquatic Mouth Dance – Flea, quel basso – né una She’s A Lover, che hanno quel sapore disco-funk anni ’70 che ci piace tanto.

Unlimited Love
  • Audio CD – Audiobook
  • Warner Records (Publisher)

17 tracce, quindi, in cui la sincerità è di casa. I Red Hot Chili Peppers esplorano l’indie rock – The Great Apes, These Are The Ways – e ce la mettono tutta, quasi quanto quella volta in Easily. Il funk RHCP-iano che troviamo in Unlimited Love è più o meno lo stesso di Hump De Bump, con tutte le dovute evoluzioni che ogni artista vive e riporta. Sì, in Unlimited Love dei Red Hot Chili Peppers c’è tanta sperimentazione e ben poca figaggine Navarriana o Kilinghofferiana, anche se avevano comunque un loro perché.