Gian Marco Tognazzi, “C’era una volta il crimine” al cinema e la supercazzola al Ricciardi

Andate al cinema, anche questo gesto è una forma di ribellione contro chi vuol far fallire tutte le attività commerciali


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GIAN MARCO TOGRAZZI esplosivo: "C'era una volta il crimine" al cinema e la supercazzola al Ricciardi

Mi sono collegato con GIAN MARCO TOGNAZZI, mio amico e fratellino, perché sapevo che era appena uscito nelle sale il film “C’era una volta il crimine”. Mai mi sarei immaginato un suo così veemente sfogo, in seguito a un tweet di tal Ricciardi, consulente del ministro della Salute, che criticava una foto pubblicata dove stava presentando il film in un cinema col regista Massimiliano Bruno senza mascherina. Era un post di felicità nel rivedere nuovamente un cinema pieno di gente. Il Walter Ricciardi aveva criticato:

“Se vi metteste tutti le mascherine sarebbe meglio e potremmo continuare a farlo”.

Gian Marco ha risposto, twitter si è scatenato tanto che la discussione è andata in tendenza ai vertici della classifica. Poi ha posto la pietra tombale su tutta la discussione quando ha scritto:

“Con rispetto le faccio presente che le regole e le norme le avete valutate e gestite voi, dicendo spesso tutto e il suo contrario, e comunque ci siamo sempre adeguati. Ora la prego di non fare l’ennesima supercazzola proprio a me, che sono il figlio di colui che l’ha resa celebre”.

Questa battuta finale ha portato lo scontro fuori dai social e sui giornali con titoli come:

Tognazzi senza mascherina e scatta la ramanzina di Ricciardi. Ma l’attore lo umilia: “Fa la supercazzola a me?”

Tognazzi sotterra Ricciardi sulle norme Covid: “Non faccia la supercazzola, l’ha inventata mio padre”

Ricciardi bacchetta Tognazzi sulle mascherine, l’attore lo mette ko: “Non faccia la supercazzola”

E tanti altri.

Io non ero a conoscenza della portata di questa polemica e non ne avrei neppure parlato con Gian Marco, ma un post di uno spettatore ha scatenato Gimbo (questo il suo soprannome) che si è lanciato in uno strepitoso “J’accuse”. Alla fine ha detto di aver rifiutato tutti gli inviti delle televisioni per andare a parlare di questo e che con me aveva preferito raccontarlo per esteso perché sapeva di avere la libertà di parlare senza interruzioni.

Il suo intervento è andato a favore soprattutto delle sale cinematografiche, vessate e bistrattate. Sì, perché gli attori continueranno a lavorare (lui sta girando anche una serie per Amazon e ha un altro film in uscita in questi giorni) perché TV e network produrranno sempre film. Sono le sale a soffrire. Ecco perché si è infervorato dopo il tweet del Ricciardi.

Alla fine sono riuscito a portare Gian Marco sul vero motivo del collegamento: il film “C’era una volta il crimine”, terzo episodio della saga, dove accanto a lui ci sono: Marco Giallini, Giampaolo Morelli e Carolina Crescentini.

L’idea del film, che racconta un viaggio nel tempo per rubare la Gioconda ai francesi nel 1943, è divertente.

Gimbo è spettacolare.

Andate al cinema, anche questo gesto è una forma di ribellione contro chi vuol far fallire tutte le attività commerciali che siano gestire da artigiani in nome delle super potenze di internet.

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