Cateno De Luca e Grazia Di Michele, Invisibili: una canzone e un video per la baraccopoli di Messina e le favelas in tutto il mondo

Invisibili è un vero capolavoro di scrittura, musica e recitazione, con un video eccezionale


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Cateno De Luca e Grazia Di Michele “Invisibili” per la baraccopoli di Messina e di tutto il mondo.

Ieri, giorno di San Valentino, CATENO DE LUCA si è dimesso da Sindaco di Messina perché concorrerà alle elezioni di Governatore della Sicilia. Era l’occasione perfetta per pubblicare un progetto che ha creato insieme a GRAZIA DI MICHELE: “Invisibili”. La coincidenza è che avevo Grazia in studio perché era venuta al Premiato Circo Volante del Barone Rosso per mostrare il video del mantra “Lasciati amare” e cantare Marisa Sannia, a cui sta dedicando uno spettacolo teatrale. Così ci siamo collegati con Cateno De Luca nel giorno in cui stava salutando tutti i suoi concittadini e le istituzioni. Alla fine Rosalia De Sousa, cantante brasiliana, era commossa dopo aver visto il video.

Ma cos’è “Invisibili”? Un vero capolavoro di scrittura, musica, recitazione e video.

La prima volta che ho incontrato Cateno De Luca, Sindaco di Messina, eravamo all’ARS di Palermo e me l’ha presentato il Presidente Gianfranco Micciché. Cateno mi ha detto che il sogno era di andare a cantare al Festival di Sanremo, Gianfranco gli ha ricordato che il suo primo obiettivo era quello di smantellare le baracche dove 80.000 persone vivevano sotto tetti di amianto, dopo il terremoto del 1908. Sì, erano passati più di 110 anni e nessun sindaco aveva fatto nulla. Ma lui l’aveva promesso durante le elezioni che lo avevano incoronato Sindaco.

Cateno c’è riuscito e le baracche le stanno smantellando tutte.

L’estate scorsa sono andato a Messina per fare un casting di giovani e artisti e gruppi messinesi prima e siciliani poi. Mi sono portato Grazia Di Michele. Ma è giusto che sia proprio lei a proseguire il racconto:

“A ottobre dello scorso anno, sono andata a Messina con Red Ronnie per incontrare cantautori e cantautrici siciliani, e in questa occasione ho conosciuto il Sindaco Cateno De Luca. Sapevo del suo impegno per eliminare il problema delle baraccopoli  nelle quali da più di cento anni, dopo il terremoto del 1908 che distrusse la città, vivono tuttora quasi diecimila persone, circa tremila famiglie. La questione delle baraccopoli messinesi, evidentemente  non è  stata mai affrontata e risolta nella sua immane tragedia, e generazioni intere hanno ereditato una “ casa” in mezzo ad altre “ case” fatte di cemento e lamiera sperando sempre e inutilmente nella fine di un incubo. Invece la  questione è  rimasta decenni dopo decenni immutata, una ferita aperta non solo per Messina e  per la Sicilia ma per l’intero Paese. Quando il Sindaco De Luca mi ha chiesto cosa volessi visitare della città, facendomi gentilmente da guida, gli ho chiesto di portarmi a vedere delle baraccopoli. Nella mia fantasia dovevano essere dei ghetti tristi al di fuori della graziosa città che avevo velocemente intravisto dal finestrino dell’auto ma poi ho scoperto ben altro. La prima tappa del nostro “ tour”, dopo una piccola serie di tornanti per salire, è stata la vista dall’alto della prima baraccopoli appena evacuata: Fondo Fucile. Vedevo  un unico tetto enorme di lamiera grigia, sotto casupole addossate l’una all’altra, intorno segni di desolazione e degrado, ma vedevo qualcos’altro di sconvolgente, che le ottanta baraccopoli di cui mi avevano parlato, erano oltre che fuori anche dentro la città, vicino all’Ospedale, ai negozi, alle strade centrali… una città intera conviveva fianco a fianco con quartieri degradati, insani e invivibili. Le persone che ci vivevano dentro, loro e le baracche erano forse diventate Invisibili .

La seconda tappa è stata all’interno di una baraccopoli, dove ho incontrato le persone, sono entrata nelle loro case precarie costruite intorno ai pali della luce, vicino a un fiume che esonda spesso costringendole a scappare di corsa, persone che si esercitano a tenere in alto i bambini o le cose da mettere in salvo. In una baracca piccola per una sola persona ci hanno fatto entrare per offrirci un caffè, e ci ho trovato dentro tre generazioni: bambini con i genitori e i nonni che  parlavano con il Sindaco delle malattie respiratorie, dei tumori, dell’inquinamento, dei topi, dei problemi igienici. Mi guardavo intorno pensando al decoro con il quale nonostante tutto  avevano curato quello spazio angusto. E poi è arrivata una telefonata, c’era  un incendio in un’altra baraccopoli e siamo scappati di corsa verso un nuovo disastro. Il senso di sconforto, di sdegno e incredulità mi ha accompagnato a lungo.

Tornando a Roma, sull’aereo, ho scritto il testo di “Invisibili”, l’ho condiviso con Cateno e coinvolto un mio collaboratore, Matteo Caretto, affinché scrivesse  la musica . E’ nato da questa esperienza il brano, ed era giusto che fosse proprio Cateno De Luca a dare il giusto peso e verità alle parole con la sua sentita interpretazione.”

Da questo brano è nato il video che stai vedendo, creato da Ari Takahashi. Anche la baraccopoli Fondo Fucile che tanto ha commosso Grazia è appena stata smantellata. Il 14 febbraio 2022 Cateno De Luca si è dimesso da Sindaco per seguire un altro sogno: diventare Governatore della Sicilia. “Invisibili” è l’atto di amore con cui, nel giorno di San Valentino, ha salutato Messina.

Ecco il testo di “Invisibili”

Siamo invisibili
a parte il momento in cui passa un auto di striscio
“ Sono ancora lì?”
“ Cosa le baracche? Si”
“ Allora, dove  ti porto a cena stasera? Guarda che cielo di pioggia! Mi piace quando piove”
Non lo sanno che l’acqua ci fa paura quando arriva alle finestre, fino alla cintura,
finestre da cui è meglio non guardare, non vedi niente da invidiare
Siamo invisibili
a parte quando serve fare promesse elettorali, indagini sociali,
articoli di giornali,
e allora “ Povera Patria! Povera gente!”
Tanto sappiamo che non cambia niente
che siamo qui da generazioni, stagione dopo stagione
che i soldi servono per altre urgenze, altre emergenze,
competenze, e noi da cent’anni siamo fuori dalla lista
di chi spinge i bottoni della giostra
Perché siamo invisibili
con i pali della luce nel soffitto
e la nostra dignità sempre in difetto
con i figli che giocano coi topi
e i ragazzi solitari come lupi
ma come è facile lavarvi la coscienza
dicendo che siamo rassegnati
che la nostra forza è la pazienza
che in fondo ci fa comodo essere emarginati
che vogliamo stare in disparte
che non desideriamo un’altra sorte
Siamo invisibili
dai palazzi, dagli uffici, dagli ospedali,
dai balconi, dai centri commerciali,
dalle autostrade, dai cavalcavia, dalle piazze, dalla chiesa
dai disegni della vita
Siamo il popolo delle baracche, delle favelas,
degli slum, delle bidonville, il popolo dell’amianto,
dell’immondizia, dell’umidità
quelli con le braccia penzoloni tra montagne di rifiuti
dove non serve il distanziamento, la protezione,
perché o si muore di  abbandono, o di tumore
Siamo quelli dell’eventuale evacuazione
che tanto la politica lì arriva
per la favela siciliana alla deriva
Siamo invisibili
come granelli di polvere nell’aria che non li vedi
ma  se ti entrano in un occhio fanno male,
meglio non vedere, meglio non sapere
che tanto arriverà presto Natale, con le sue mille luci
e avrete regali da comprare, da buttare, da dimenticare
e poi l’estate con le vacanze al mare
ma chi le ha fatte mai ? Con la spiaggia e le navi così vicino
che le sentiamo arrivare da lontano
Siamo invisibili
da qui vivere è sopravvivere
solo perché ci resta  la speranza
che qualcuno ci guardi veramente
con i nostri panni stesi tra lo smog
con i fiori grigi e i palloni dei bambini
ad imitare la vita dei vostri cortili.
Guardateci veramente per una sola volta
per una volta sola
Siamo il popolo delle baracche, delle favelas,
degli slum, delle bidonville, il popolo dell’amianto,
dell’immondizia, dell’umidità
siamo quelli dell’eventuale evacuazione
che tanto la politica lì arriva
per la favela siciliana alla deriva
per le favelas del mondo alla deriva.

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