Tempo di ribellarsi: la dittatura non aspetta nessuno

Mentre tutto il mondo allenta sulle restrizioni, la sola Italia le dilata, stringe le maglie di ferro con pretesti psicotici e con procedure maledette


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A questo punto è il caso di chiedersi se siamo ancora un Paese e quale. Di certo, non più democratico: l’ultima follia di regime è di stampo miserabile, pura rappresaglia: “controlli a campione” nei supermercati per stanare chi senza green pass osa acquistare prodotti non essenziali, da precisare con apposita lista. La minaccia di Brunetta, “vi faremo uscire solo per prendere pane e formaggio, per non morire di fame”, è realtà. Trattasi di provocazioni senza altro senso se non quello di indurre alla disperazione dopo l’obbligo vaccinale di fatto, la campagna mediatica fondata sul terrorismo, le multe ai non vaccinati, il disprezzo e la gogna, la scuola in dad, l’isolamento, il lockdown reale, non dichiarato e proprio per questo più vile, più infame. Volevano dividere il Paese e l’hanno fatto, volevano fomentare odio e ci sono riusciti: si viene a sapere di maltrattamenti, intimidazioni negli ospedali, ai cosiddetti novax, non solo verbali, al limite dell’aggressione fisica, delle cure prestate con malagrazia e additati al comune disprezzo. Le ondate di pazzia degli zelanti, dei maniaci, che si vedono nei regimi autoritari e totalitari.
E insania chiama insania: scienziati da due soldi, sconosciuti nel mondo, vanno in televisione tutte le sere a ridere e a insultare i dissidenti. Il Pregliasco ossessionato dal sesso protetto, dalla risatina isterica, ha vietato nel “suo” ospedale le cure ai non vaccinati, in spregio ad ogni legge, deontologia, umanità, ma sa che non rischia niente, almeno per il momento, il governo si volta dall’altra parte, la magistratura lo convoca ma senza procedere. Nel Padovano una casalinga scesa in strada a soccorrere un motociclista ferito viene condannata a due mesi di galera perché ha violato la quarantena. La Corte di Cassazione degli intrighi e delle sentenze a volte surreali, blindata da agenti in assetto di guerra che impediscono agli avvocati di depositare un ricorso antigovernativo, in palese violazione dell’art. 17 della Costituzione. Mettono la capienza ridotta agli stadi di calcio, aperti, enormi, ma al teatrino Ariston per celebrare un festival di sconosciuti e di mummie tutti dentro e nessuna limitazione. Pfitzer, uno dei colossi vaccinali, annuncia la verifica sugli immunizzati – poco, per la verità, e a scadenza – a due anni dalla somministrazione, come ad ammettere che tutte le rassicurazioni, le garanzie su un preparato innocuo, salutare, che sviluppava poteri da supereroe, niente affatto sperimentale, erano menzogne: la sperimentazione retrospettiva, e dove la fanno? All’ospedale san Martino di Genova in cui fa quel che vuole un altro dei baroni televisivi, il vanitoso Bassetti. Un altro, Crisanti, e così siamo ai tre orrori canterini, sconcerta per i continui cambi di fronte, dice tutto e il contrario di tutto e un bel giorno dice che all’inizio del contagio sapeva ma lo hanno indotto a tacere, insomma ne hanno fatto il complice di una strage all’insegna del protocollo “tachipirina e vigile attesa”. Chi lo ha indotto? Questo non lo dice, ma tutti possono farsi un’idea. Il famigerato protocollo, intanto, viene sconfessato dal Tar ma subito il nuovo presidente del Consiglio di Stato, Frattini, tra una sciata e l’altra lo recupera con pronuncia monocratica: è in predicato di diventare il nuovo Presidente e dei cittadini da rappresentare se ne frega, agisce in funzione di pure logiche politiche, torbide, autoreferenziali.
In sei, nerboruti, duri, irrompono da una parrucchiera a visionare i greenpass dei clienti e intanto, fuori, fioccano gli stupri, le rapine, a Milano anche sulla senatrice a vita Cattaneo, dello stesso partito del sindaco Sala che si atteggia a vittima: lui, non le donne assaltate a Capodanno. L’Avis accetta sangue da vaccinati e non, ma questi ultimi non possono salire sugli autobus, non possono alimentarsi, sono, come ha scritto qualche medico cialtrone e qualche politico farabutto, “al di sotto dei cani”, nella indifferenza comune. Ci sono governatori che fanno a gara su chi la spara, letteralmente, più violenta e più fascista: il campano De Luca vuole lanciafiamme e bazooka per i novax? Il ligure Toti teorizza lo stato di detenzione per gli stessi e quello calabrese mette addirittura una taglia. “Wanted”, vivi o morti, come nei film western. Provocazioni fuorilegge, di sapore eversivo, ma nessun magistrato si muove. Un medico, il dottor Giovanni Frajese, dichiara: “Nel mio campo vedo controindicazioni alla tiroide, irregolarità nel ciclo mestruale, sindrome di Guillain-Barrè; parestesie, trombosi e disturbi coagulativi. La correlazione col vaccino è nei fatti e nelle tempistiche. Non si sapeva? Per forza, con due mesi di trial era inevitabile. Ma molti colleghi preferiscono non indagare per non passare da novax, se no li sospendono, li fanno fuori”. Al che mandano qualche vecchio rottame senz’arte né parte ad aggredirlo in televisione: “Sei una merda, non vali un cazzo”. Così, come fosse cosa comune o la nuova normalità di cui vaneggiano il Capo dello Stato fortunatamente scaduto e i ministri di un governo a questo punto spaventoso. Ma sì, il presidente che su tutto ha fatto finta di niente, salvo, anche lui, additare i cosiddetti novax, cioè chiunque si opponga alla pazzia montante, come esseri indegni di attenzione e di comprensione; quello che ha detto “vi lascio un Paese unito”. Davvero? Su Twitter impazza un tale Francesco, maestro elementare, che così si esprime: “Un enorme ringraziamento al novax sospeso di cui ho preso il posto”. “Non basta”, hanno scritto nei commenti, volevano fosse soppresso il maestro novax che è “peggio di un cane e di un topo”.
A questo punto, nella completa assenza di legalità e di senso, è il caso di ribellarsi, in tutti i modi possibili, civili ma possibili. Come ha detto Nicola Porro: “Basta. Non possiamo più accettare una dittatura sorridendo”. E ha ragione, questa è una dittatura, non la si può più chiamare in altro modo. Mentre tutto il mondo allenta sulle restrizioni, la sola Italia le dilata, stringe le maglie di ferro con pretesti psicotici, con procedure maledette. Ha scritto uno su Twitter: Gesù, aiutaci tu. Gesù aiuta, ma vuole la collaborazione degli uomini di buona volontà. Ci ha dato l’esempio, ci ha dato il cervello, ci ha dato la libertà. Se ce la fottiamo da soli, non può fare niente neanche lui.